Speed Skating

Speed skating, c’è un’Italia vincente che viene ignorata. I successi del pattinaggio velocità avvolti da una cappa di indifferenza

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C’è un’Italia che vince e sta migliorando tutti i propri record, seppur nell’indifferenza generalizzata del grande pubblico. Proprio per questo è doveroso accendere un riflettore sul pattinaggio velocità su pista lunga, o speed skating, che dir si voglia.

Sabato 2 dicembre, a Stavanger (Norvegia), è arrivata una perentoria affermazione di Davide Ghiotto sui 10.000 metri. Il trentenne vicentino, campione del mondo in carica della distanza, è stato accompagnato sul podio dal compagno di squadra Michele Malfatti, attestatosi al terzo posto e finora mai propostosi nelle prime tre posizioni in una gara del massimo circuito.

L’accaduto merita di essere sottolineato poiché, nella storia della Coppa del Mondo di speed skating, l’Italia non aveva mai ottenuto un duplice podio. L’evento si è invece verificato ben due volte nelle ultime settimane, poiché il primo e terzo posto di Ghiotto e Malfatti sui 10.000 metri di Stavanger sono stati preceduti dalla clamorosa doppietta firmata da Andrea Giovannini e Daniele Di Stefano nella mass start di Pechino, tenutasi lo scorso 19 novembre. Dunque un accadimento senza precedenti, si è ripetuto nell’arco di due settimane!

Speed skating, calendario Coppa del Mondo Tomaszów Mazowiecki 2023

Il pattinaggio velocità su pista lunga è una di quelle discipline di cui in tanti si accorgono una volta ogni quattro anni, ovverosia quando si disputano i Giochi olimpici invernali. Ebbe il suo momento di gloria mediatica durante Torino 2006 grazie soprattutto a Enrico Fabris, che fu il combustibile per accendere un fuoco nella paglia generalista. La medaglia d’oro nei 1.500 metri e quella del Team Pursuit (artigliata assieme a Matteo Anesi, Ippolito Sanfratello e Stefano Donagrandi), oltre al bronzo nei 5.000 metri, generarono un minimo di luce attorno a uno sport subito (ri)finito nel dimenticatoio.

Eppure, l’Italia dello speed skating del 2023 vanta uno degli atleti più forti dell’orbe terracqueo sulle lunghe distanze (5.000 e 10.000). Il già citato Ghiotto è una presenza fissa sul podio (ne ha conquistati 13 nelle ultime 16 gare disputate), tanto da essersi fregiato di un bronzo olimpico, nonché di un oro e un argento ai Mondiali. Giovannini, poi, è uno specialista delle partenza in linea, così come Francesca Lollobrigida, appena tornata in azione dopo essere diventata mamma e aver conquistato due medaglie a Pechino 2022. Però non ci sono solo i veterani e gli atleti nel loro prime, il movimento azzurro si sta arricchendo di tanti ragazzi e ragazze in crescita, la cui carriera è tutta da scrivere.

Cionondimeno, nel nostro Paese sul pattinaggio di velocità grava una pesante cappa d’indifferenza. Il discorso sarà comune a parecchi ambiti, ma in virtù di quanto sta accadendo nelle ultime settimane, la questione è più che mai avvilente. Non parliamo di una disciplina per pochi. In Olanda è sport nazionale e i continenti competitivi sono tre. Tutto l’emisfero boreale è in grado di esprimere atleti di livello assoluto.

Oltre agli europei, peraltro provenienti da ogni angolo del territorio (dalla Frisia alla Slesia, dalle coste del Mare di Norvegia a quelle del Mar Tirreno), la lotta per i successi coinvolge giapponesi, statunitensi, sudcoreani, canadesi e cinesi. Sta crescendo qualche pattinatrice di futuro rilievo in Asia centrale. Non si parli di concorrenza ridotta o di “sport di nicchia”, please!

Ci troviamo al cospetto di una disciplina di respiro globale, nella quale gli italiani recitano parti da protagonisti. Forse più riconosciute all’estero che, salvo rare eccezioni, in casa. Nemo propheta in patria sua aveva detto un tale, poco più di duemila anni fa. Aveva ragione e se ne prende atto. Nel frattempo la Coppa del Mondo di speed skating prosegue e gli azzurri proseguiranno a farsi valere, indifferenza della volubile massa o meno.

Foto: La Presse

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