Combinata nordica

Combinata nordica, l’Italia vivacchia. Quantomeno è vita. E finché c’è vita, c’è speranza

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La Coppa del Mondo di combinata nordica ha concluso la sua prima fase. Sono state disputate ben sette gare in ambito maschile e quattro nel settore femminile. Terminata la tappa di Ramsau, il massimo circuito si prende una lunga pausa, poiché i prossimi appuntamenti sono fissati a metà gennaio. Cosa si può dire del movimento italiano dopo l’inizio dell’inverno?

Non per cavalleria, bensì per merito, si parte dal settore femminile. La nota più lieta del principio di 2023-24 è rappresentata da Daniela Dejori, capace di alzare la propria asticella di rendimento rispetto al recente passato. Non di molto, sia chiaro, ma i progressi vanno comunque rimarcati, soprattutto se si parla di una squadra trovatasi letteralmente decapitata dalla specializzazione sul trampolino di Annika Sieff.

La ventunenne altoatesina ha dimostrato di valere con costanza le posizioni dalla decima alla quindicesima. Niente di eclatante, ma è tuttavia qualcosa in più di quanto visto nell’ultimo biennio e permette alla bandiera tricolore di attestarsi a ridosso dei quartieri nobili delle classifiche. Dal canto suo, Veronica Gianmoena fa ciò che può. Non si è ancora vista la miglior versione della navigata trentina e solo una crescita di rendimento nel comparto salto potrà permetterle di innalzarsi dal suo attuale habitat (range di classifica dal quindicesimo al ventesimo posto).

Classifica Coppa del Mondo combinata nordica 2023-2024: Riiber pettorale giallo a +90 su Lamparter

Sugli uomini c’è poco da dire. Si vivacchia. Di tanto in tanto Samuel Costa riesce a proporsi fra i primi 20, un barrage occasionalmente avvicinato anche da Raffaele Buzzi e Aaron Kostner. Siamo, insomma, in linea con le aspettative della vigilia dell’inverno. Non c’è nulla di male nel vivacchiare, soprattutto se l’alternativa è la scomparsa. Finché c’è vita c’è speranza, recita un adagio popolare.

In tal senso, l’auspicio è di avvistare qualche estemporaneo lampo nel mese di gennaio, associato magari a una crescita di rendimento da parte di Iacopo Bortolas, ancora lontano dal suo effettivo potenziale. Per “lampo” si intende al massimo un ingresso nella top-ten, ambito ormai da tre anni precluso a qualsiasi combinatista azzurro dotato di cromosoma Y.

Foto: Fisi-Pentaphoto

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