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Curling
Curling, Stefania Constantini: “Dopo l’oro olimpico, motivazione ancora più forte. Ai Mondiali per una medaglia”
Negli ultimi tempi il curling ha visto il suo apice in quanto ad impatto a livello mediatico: sia in ambito femminile che in quello maschile i risultati si sono visti e nel Bel Paese questo sport ha iniziato ad avere una certa popolarità, legata ai risultati ottenuti da tutte le Nazionali. Da una parte Joel Retornaz e soci hanno centrato un bel filotto di vittorie nel round robin degli Europei, dall’altra Stefania Constantini e compagne hanno mancato l’oro continentale per pochi centimetri in una finale tirata fino all’ultimo end contro la Svizzera, confermando tutte le ottime speranze riposte in questa squadra, con l’augurio di vederla un giorno sul gradino più alto del podio.
Stefania Constantini si è concessa in esclusiva ad OA Sport raccontando le sensazioni vissute agli Europei, con un pensiero rivolto alle ambizioni future, non parlando solo di obiettivi personali, ma anche di come il curling possa evolversi in Italia. Tre gioie e delusioni, la giovane, classe 1999, sembra pronta e determinata nel raggiungere traguardi sempre più ambiziosi. Come Sinner sta rendendo ancor più popolare il tennis in Italia, chissà che la veneta non possa fare lo stesso, insieme alle sue compagne e con gli ottimi risultati degli uomini, per il curling.
Quanto brucia aver perso l’oro europeo per pochi centimetri?
“Abbiamo giocato un’ottima finale e arrivavamo da un’ottima semifinale, abbiamo perso l’oro per poco, la nostra avversaria ha fatto un ottimo tiro e da grandi campionesse quali sono hanno centrato un tiro difficile per vincere l’Europeo, il loro primo. Sono arrivate ad avere l’ultimo martello, che è un termine tecnico per dire che hanno avuto la possibilità di lanciare l’ultima stone ed è un po’ l’obiettivo che una squadra si pone alla fine di una partita per cercare di avere la vittoria nelle proprie mani, e loro così hanno fatto, hanno avuto la possibilità di cercare il tiro della vittoria nonostante, ripeto, sia stata una buona partita, equilibrata. Nonostante tutto siamo contente“.
L’innesto di Elena Mathis vi ha fatto compiere un salto di qualità?
“Sicuramente Elena è un’ottima giocatrice e arriva da una realtà, la Svizzera, in cui nel curling sono molto forti, infatti i ragazzi hanno vinto il bronzo all’Europeo e le ragazze, appunto, l’oro. Ha portato un nuovo punto di vista, delle nuove energie, e sicuramente è un grande acquisto“.
L’Europeo vi ha fatto capire che ormai siete pronte per vincere, magari, anche un Mondiale?
“Una medaglia al Mondiale fa parte degli obiettivi che ci siamo poste come squadra, comunque arriviamo da un’ottima stagione in cui abbiamo fatto progressi, arrivando purtroppo quarte all’Europeo, ma comunque siamo arrivate a giocarci la medaglia, poi siamo arrivate quinte al Mondiale ed abbiamo partecipato al nostro primo Slam, mentre in questa stagione abbiamo vinto l’argento all’Europeo e stiamo andando a giocare il terzo Slam della stagione, quindi stiamo facendo dei progressi, stiamo lavorando molto bene, e cerchiamo di raggiungere tutti i nostri obiettivi e, ripeto, sicuramente vincere una medaglia al Mondiale fa parte dei nostri obiettivi. Noi comunque daremo il massimo ed a me personalmente piace pensare competizione per competizione, a marzo vedremo cosa succederà“.
Quanto ti ha cambiato la vita l’oro olimpico nel doppio misto?
“Una medaglia d’oro ti cambia la vita, non si può dire di no, un po’ in tutti gli aspetti, per esempio dal punto di vista mediatico, perché c’è molto più interesse nel parlare del nostro sport, questo aiuta sempre di più a far crescere la conoscenza del curling in tutta Italia, infatti le persone tifano per noi e ci seguono sempre di più, sono molto interessate. Aumentano anche gli impegni, che non sono più solo quelli sportivi, ma bisogna andare a fare interviste, partecipare a qualche ripresa per programmi televisivi, eccetera, però penso che la Stefania di prima sia sempre la stessa, nel senso che la mia voglia di raggiungere gli obiettivi è sempre la stessa, se non ancora più forte, e quindi anche il volersi migliorare sempre di più“.
Nel misto si ricomporrà la coppia Constantini-Mosaner oppure è acqua passata?
“Al momento non sono ancora stati definiti i criteri di selezione per la formazione delle varie squadre e delle varie discipline per le Olimpiadi del 2026, e probabilmente verrà fatta una selezione dagli allenatori e dal commissario tecnico, ma comunque, ripeto, i criteri non sono definiti e, detto questo, sicuramente scenderà in campo la squadra che verrà ritenuta più forte in quel momento, per cercare di portare più in alto possibile l’Italia“.
Nel curling la carriera è molto lunga: ti vedi sul ghiaccio sin oltre i 40 anni?
“È vero che nel curling si può continuare a giocare anche oltre i 40 anni, ed al momento io non so dire con certezza fino a che età vorrò giocare: ci sono molte variabili, ma sicuramente sono molto fortunata a poter vivere della mia passione, che grazie alle Fiamme Oro è diventata un lavoro, continuerò a farlo, spero, ancora per tanto tempo, e poi vedremo, io intanto mi concentro sul presente“.
Pensi mai al ruolo di portabandiera per Milano-Cortina?
“Io penso che il ruolo di portabandiera sia anche un riconoscimento che vada dato ad un atleta per i vari risultati ottenuti durante la carriera, e per questo motivo penso che ci siano tanti altri atleti che se lo meritano, forse anche più di me, nonostante tutto io sarò comunque contenta di disputare le Olimpiadi in casa, proprio nella mia Cortina“.
Gareggiare in casa sarà un vantaggio o la pressione potrà farsi sentire?
“In realtà giocare in casa sarà semplicemente diverso rispetto a giocare in Cina, che è completamente dall’altra parte del mondo. Eravamo molto distanti, mentre questa volta saremo molto vicini a familiari ed amici. Io lo definisco solo diverso, penso ci siano pro e contro in entrambi i casi, e sarà bello comunque poter portare il curling di alto livello più vicino all’Italia, perché sarà un altro modo per poter far vedere e toccare da vicino quant’è bello il nostro sport, anche se poco conosciuto. Sarà bello comunque vivere un evento così grande, in uno stadio che noi frequentiamo quotidianamente per gli allenamenti, quindi, semplicemente, sarà diverso“.
Foto: LaPresse