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Formula 1

F1, via alle ispezioni a sorpresa nelle fabbriche delle squadre: operazione ‘anti-furbizia’

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Nikolas Tombazis

Non si vuol lasciare nulla al caso. La F1 è da sempre un mondo in cui il limite tra idea geniale e furba è molto sottile o, in molti casi, non è detto che la prima qualità escluda l’altra. A questo proposito, la Federazione Internazionale non vuol essere impreparata. Noto il modus operandi nel corso dei week end di gara nei quali i commissari della FIA trascorrono molto tempo tra i vari box per verificare che tutto sia secondo le regole, c’è una novità.

Si parla di monitoring del lavoro nelle fabbriche delle singole scuderie, cosa che fino alla stagione passata era rara, senza preavviso. A questo proposito, Nikolas Tombazis, responsabile tecnico delle monoposto per la Federazione, ha reso noto tramite una propria dichiarazione la volontà di inasprire ulteriormente i controlli nelle sedi dei team. Ciò è stato possibile attraverso un rinforzo del personale addetto ai controlli, andando a ridurre drasticamente i tempi di attesa all’entrata delle Factory, al fine di effettuare le verifiche (a sorpresa) nel rispetto delle norme.

Un modo per aver più chiaro il quadro della situazione relativamente a eventuali passaggi di informazioni riservate, la non osservanza delle ore previste in galleria del vento e la questione Budget Cap. Tombazis ha chiarito: “Le ispezioni verranno fatte con un preavviso zero. Non abbiamo la pretesa che suonando semplicemente il campanello il nostro personale debba essere introdotto nella Factory, ma vogliamo arrivare che si possa essere preceduti da una telefonata di cortesia che avverta i responsabili della squadra, affinché quando la delegazione FIA arriva in sede trovi qualcuno pronta ad accoglierla. Basta al più un quarto d’ora, non dobbiamo aspettare ai cancelli un’ora o più“.

Vedremo se questa discontinuità rispetto al passato avrà delle conseguenze per le squadre o meno e soprattutto quali potrebbero essere l’eventuali sanzioni a carico dei team in caso di violazione.

Foto: LaPresse

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