Editoriali
L’anno che verrà. Quante medaglie per l’Italia a Parigi 2024? Le sfide di Bagnaia e Sinner, attesa per Luna Rossa
Il triennio 2021-2023 ha regalato trionfi e soddisfazioni senza precedenti per lo sport italiano: si è probabilmente toccato l’apice storico. Questo trend potrà proseguire nel 2024? La sensazione è che tale livello di competitività possa venire mantenuto sino al 2026, dunque per un altro triennio. Dopodiché potrebbero iniziare i problemi.
Domani sarà già 2024, anno olimpico. A Parigi l’obiettivo dell’Italia sarà confermarsi tra le prime 10 del medagliere, provando ad avvicinare il bottino di Tokyo 2020. Superare quota 40 medaglie non sarà facile, tenendo presente che, rispetto alla passata edizione, mancherà ad esempio l’apporto del karate. Non è escluso che possano maturare meno podi, ma forse 1 o 2 ori in più. Se guardiamo ai successi, questa volta la scherma dovrà tornare a garantire il tradizionale apporto: senza 2 o 3 ori si farebbe dura, e non sempre può esserci un’atletica da 5 titoli a salvare capra e cavoli.
A differenza di altre nazioni, all’Italia manca la disciplina che, da sola, può garantire una fetta importante del piazzamento nel medagliere. Almeno sulla carta, perché nelle passate edizioni il tiro (a volo ed a segno) aveva garantito ben 4 affermazioni a Rio 2016, mentre l’atletica, come detto, addirittura 5 a Tokyo. Anche questa volta uno sport emergerà rispetto a tutti gli altri, oppure servirà andare a pescare un po’ dappertutto? Tra scherma, tiro a volo, atletica, ciclismo su pista, sport di combattimento, canottaggio, nuoto, pentathlon e vela non mancano i protagonisti in grado di piazzare la zampata vincente. E chissà che, una volta tanto, un acuto non possa arrivare anche dagli sport di squadra, dove la nostra tradizione olimpica vanta appena 6 ori complessivi nella storia (tenendo conto anche dei Giochi Invernali con il curling), 4 dei quali nella pallanuoto. A meno di 8 mesi dalle Olimpiadi, noi di OA Sport vediamo un’Italia da 34-38 medaglie complessive, di cui 8-12 d’oro.
Se Parigi 2024 sarà l’evento catalizzante della stagione, non mancheranno diversi altri spunti di interesse. L’atletica proverà a confermare quanto di buono emerso nel passato recente, con gli Europei di Roma a giugno che potrebbero rivelarsi però un’arma a doppio taglio: guai finalizzare la preparazione per la rassegna continentale, per poi magari presentarsi non al meglio della forma ai Giochi circa 45 giorni dopo. Il nuoto vivrà subito un grandissimo appuntamento come il Mondiale a febbraio. E qui sorge spontanea una domanda: che senso ha disputare nello stesso anno (anzi, nel giro di sei mesi) Europei, Mondiali ed Olimpiadi? Il proliferare degli eventi, alla resa dei conti, non fa altro che svilirli.
C’è grande curiosità per capire se il tennis sarà ancora lo sport trainante come lo è stato nel 2023. Jannik Sinner ha raggiunto un livello tale che ormai parte per provare a vincere qualsiasi torneo. I veri esami di maturità per l’altoatesino saranno gli Slam, con la consapevolezza che al Roland Garros potrebbe fare ancora un po’ più di fatica rispetto ad Australian Open, Wimbledon ed US Open. L’Italia confida di ritrovare, prima o poi, un Matteo Berrettini finalmente integro, mentre sotto la lente d’ingrandimento saranno anche Lorenzo Musetti e Matteo Arnaldi. E chissà che, anche in questa stagione, non possa emergere qualche nome nuovo in grado di arrampicarsi sino alla top50: i prospetti, in questo senso, non mancano.
Non inducono all’ottimismo ciclismo e calcio. Nelle due ruote il Bel Paese vive ormai da qualche stagione un periodo di oblio. Si parla tanto di Antonio Tiberi come possibile nome nuovo per le corse a tappe, ma sarà davvero all’altezza? Al Giro d’Italia otterremo le prime risposte. Nelle corse di un giorno il solo Filippo Ganna sembra poter far saltare il banco in una Classica Monumento, magari la Milano-Sanremo (la sua presenza alla Parigi-Roubaix è in dubbio), mentre Andrea Bagioli deve ancora dimostrare di poter veramente battagliare spalla a spalla con avversari come Pogacar, Evenepoel o Roglic. Il Mondiale sarà per scalatori, ma di certo non partiremo favoriti con Giulio Ciccone e Filippo Zana. Insomma, l’Italia continuerà a navigare a vista, sperando in qualche colpo a sorpresa che possa riportare un po’ di entusiasmo ad un movimento che sta cercando con enorme fatica di rilanciarsi.
Per quanto riguarda gli Europei di calcio, l’obiettivo credibile per la Nazionale italiana sarà l’approdo ai quarti di finale, mentre la semifinale appare come il traguardo massimo. D’altronde sarebbe presuntuoso affermare che la compagine di Spalletti possa giocarsela con corazzate come Francia, Inghilterra e Spagna. La selezione tricolore è oggettivamente una delle più deboli della storia: la difesa non è impenetrabile, a centrocampo mancano tecnica ed inventiva, in attacco il problema dell’assenza di un bomber è diventato ormai atavico. Un quadro dunque nebuloso, ma come potrebbe essere altrimenti se il panorama della Serie A vede la stragrande maggioranza delle squadre investire quasi esclusivamente sugli stranieri, evitando coscientemente di puntare sui vivai, giudicati un esoso ed evitabile costo?
Per quanto riguarda i motori, Francesco Bagnaia resta il nostro faro. Il centauro piemontese sarà chiamato ad una impresa titanica, perché solo nove piloti prima di lui hanno vinto tre Mondiali consecutivi nella classe 500/MotoGP. Riconfermarsi, questa volta, sarà decisamente complicato, soprattutto se Jorge Martin metterà in mostra la velocità degli ultimi mesi dello scorso Campionato. Senza dimenticare che in casa Ducati è arrivato anche l’otto volte iridato Marc Marquez. La speranza è che alla corsa al titolo possano iscriversi per davvero anche Marco Bezzecchi ed Enea Bastianini. In F1, oggettivamente, servirebbe un puro atto di fede per aspettarsi una Ferrari in grado di giocarsi il Mondiale: la superiorità manifestata dall’accoppiata Red Bull-Verstappen non lascia molte speranze; per il Cavallino Rampante sarebbe già un buon risultato provare a vincere 4 o 5 gare.
Nel 2024 tornerà in scena anche Luna Rossa, amatissima dagli italiani. Il sogno è di tornare a giocarsi l’America’s Cup contro i neozelandesi, magari questa volta con un esito finalmente diverso dai precedenti del 2000 e del 2021. Non ci resta dunque che augurarvi un felice e sereno 2024, amici di OA Sport. Che sia un anno più azzurro che mai!