Tennis
Tennis, Lorenzi: “Vedo Sinner in finale in più di uno Slam nel 2024. Nadal temibile per le Olimpiadi”
Prevedere il futuro? Ci si prova. Nella off-season breve del tennis mondiale gli addetti ai lavori stanno dando una propria visione delle cose. Il 2023 si è chiuso con Novak Djokovic che, nonostante le 36 primavere, continua a fare la differenza. Ci sono 3 titoli Slam e una Finale nel quarto Major (Wimbledon) disputata, senza considerare i titoli 1000 portati a 40 e la settima affermazione nelle ATP Finals. In tutto questo la Next Gen sta cercando di farsi strada. Il più pronto ha dimostrato di essere Carlos Alcaraz, con alcune settimane da n.1 del mondo e la vittoria nei Championships contro Nole a impreziosire il tutto.
Da dire che negli ultimi mesi l’ascesa di Jannik Sinner sia stata impressionante, rappresentata dalle vittorie a Pechino e a Vienna, dall’atto conclusivo raggiunto a Torino e dalla Coppa Davis vinta da autentico trascinatore, piegando Djokovic in semifinale. Il n.4 del mondo e il bilancio di 10 vittorie in 15 incontro con i top-5 accertano quanto e come Jannik sia a tutti gli effetti un tennista di vertice. Di questo e di altro abbiamo parlato con Paolo Lorenzi, ex giocatore di buon livello e stimato commentatore di Sky Sport, con incarichi dirigenziali nella Federtennis.
Paolo, anzitutto, bentrovato per una nuova intervista ai microfoni di OA Sport. Partiamo da Jannik Sinner: dopo gli US Open, Jannik ha letteralmente cambiato marcia. Tanti parlano di affinità di superficie (indoor) che l’ha favorito, lei è d’accordo?
“In parte. Non ci sono dubbi che l’indoor sia la superficie che Jannik preferisce, ma io ho visto dei miglioramenti proprio dal punto di vista del gioco. A Pechino, poi, ha giocato outdoor, anche se le condizioni sono diverse da New York o dall’Australia, se vogliamo fare dei paragoni. A me quello che ha più impressionato è il modo in cui sia riuscito a mettere insieme tutti i pezzi, trovando soluzioni ai problemi proposti dagli avversari. Battere Djokovic come l’ha battuto a Malaga non c’era riuscito nessuno e non penso che sia frutto del caso“.
Quali sono le sue ambizioni dunque in vista del 2024?
“Con Simone Vagnozzi darà seguito al lavoro di affinamento tattico e soprattutto fisico. Prima Sinner era un giocatore molto d’istinto e le sue scelte in campo non erano sempre le migliori. Ora, nel modo di esprimere il proprio tennis, la gestione dello scambio è molto più sensata ed è anche per questo che sta acquisendo maggior sicurezza nel fare cose diverse quando è necessario. Si pensi a come ha vinto la Finale di Pechino contro Medvedev. E’ tutto parte di un percorso. Per l’anno venturo, la sua sfida più grande sarà quella di avere questo livello per più tempo, soprattutto negli Slam. Dipenderà anche dal tabellone, ma lo vedo in Finale in più di uno Slam, magari Wimbledon e già dall’Australia”.
Australia dove l’uomo da battere sarà sempre Djokovic?
“Sì, se consideriamo lo storico e come quelle condizioni gli siano particolarmente gradite. Certo, l’età passa per tutti e anche per lui. Sono convinto che Alcaraz e Sinner gli daranno non poco filo da torcere nel corso dell’anno, ma a Melbourne lo vedo ancora favorito, magari nel corso del 2024 le cose potrebbero cambiare”.
Una stagione nella quale ci saranno anche le Olimpiadi di Parigi, in che modo secondo lei i Giochi potrebbero cambiare gli equilibri?
“I giocatori dovranno adattarsi al repentino cambio di superficie, perché si passerà dall’erba di Wimbledon alla terra rossa di Parigi, dal momento che si giocherà sugli stessi campi del Roland Garros. Sinner, Alcaraz e Rune possono avere un vantaggio nei confronti di Djokovic nella capacità di recupero, però il serbo dalla parte sua ha l’esperienza e una grandissima motivazione, sapendo quanto lui tenga a rappresentare il suo Paese ai Giochi”.
Parlare di Parigi, porta a considerare Rafa Nadal. A quanto si legge, il maiorchino sta molto bene e ha fatto vedere cose molto interessanti in allenamento. Crede che possa essere una mina vagante già a Melbourne?
“Se Rafa ha deciso di tornare in campo, significa che si sente competitivo. Non è il tipo che vuol semplicemente fare presenza. Non so se in Australia possa ambire al massimo traguardo, anche se da lui ci si può aspettare di tutto. A mio parere sarà da prendere assolutamente in considerazione per il Roland Garros e i Giochi, dove può essere tra i protagonisti”.
Nadal farà il suo ritorno in campo a Brisbane come Matteo Berrettini che ha un’altra particolarità legata alla storia di Rafa: il tecnico Francisco Roig. Sulla base anche delle notizie che le arrivano, cosa ci può dire sul conto del romano?
“Matteo ha bisogno di grandi motivazioni ed è anche per questo che ha scelto di cambiare allenatore e lasciare Vincenzo Santopadre. Avere stimoli è fondamentale e, partendo da questo, sarà fondamentale per lui trovare la giusta continuità. Sono del parere ch,e se sta bene, Berrettini è in grado di scalare la classifica e avvicinarsi ai migliori, ma deve le giuste risposte dal proprio fisico. Non sarà facile soprattutto all’inizio per lui, vista la classifica che ha ora, ma se ci sarà costanza sono fiducioso”.
In cerca di fiducia è Lorenzo Musetti. La novità è l’ingresso nel suo staff, insieme a Simone Tartarini, di Corrado Barazzutti. Il carrarino non ha chiuso bene il 2023 e la notizia della paternità può averlo anche un po’ scombussolato, considerando che parliamo di un ragazzo di 21 anni. Lei come giudica la situazione?
“Credo che l’arrivo di un figlio sia un qualcosa che possa dargli anche più maturità e quindi aiutarlo anche nel suo modo di giocare a tennis. Musetti deve fare degli step mentali e bisogno di tempo per affinare il proprio tennis. Tanti parlano della sua posizione in campo, io penso che il suo problema non sia la risposta da lontano al servizio, quanto il fatto che poi nel secondo colpo non recuperi campo. E’ su questo aspetto che credo lavori, oltre che su servizio e colpi di inizio gioco. Tuttavia, quando era sereno, aveva già fatto vedere queste cose anche su superficie più rapide, come sul finire del 2022. Con l’arrivo di Corrado (Barazzutti, ndr) potrà avere un ulteriore supporto, al fianco di Tartarini che lo conosce benissimo. Lui ha il tennis da top-10 e lo dimostrerà”.
Foto: LaPresse