Nuoto

Nuoto, Mykhailo Romanchuk senza mezzi termini: “La riammissione dei russi dal CIO è una vergogna!”

Pubblicato

il

Mykhailo Romanchuk ha concluso al terzo posto la Finale degli 800 stile libero uomini degli Europei 2023 di nuoto in vasca corta. L’ucraino si è portato a casa un bronzo di un atto conclusivo reso speciale dalla prestazione straordinaria dell’irlandese Daniel Wiffen. Il classe 2001, infatti, ha siglato il nuovo record del mondo di 7:20.46, togliendo circa 3″ al precedente limite del grande australiano Grant Hackett. Un primato che durava da 15 anni.

Romanchuk, dal canto suo, è salito sul podio con il tempo di 7:31.20, preceduto anche dal francese David Aubry (7:30.32). Tuttavia, nelle considerazioni dell’ucraino il dato sportivo è finito in secondo piano. Nelle ultime ore sono arrivati sviluppi importanti circa la presenza degli atleti russi e bielorussi alle Olimpiadi di Parigi 2024.

Venerdì, infatti, il Comitato Olimpico Internazionale ha annunciato di aver concesso a russi e bielorussi di competere ai Giochi in condizioni di neutralità. Allo stato attuale delle cose solo 11 atleti sono stati approvati come neutrali, ovvero 8 russi e 3 bielorussi. Da questo punto di vista, il nuotatore ucraino ha espresso la propria contrarietà in conferenza stampa.

È una grande vergogna per il mondo dello sport. Voglio dire, i russi hanno attaccato le città ucraine, i civili ucraini, gli atleti ucraini, gli impianti sportivi ucraini, e ora sono autorizzati a competere. Non è normale. Più di 400 atleti sono morti durante questa guerra, non è giusto“, le parole di Romanchuk che ha commentato anche l’eventualità di competere nei Mondiali di Doha contro nuotatori di questa nazionalità.

Ribadisco il concetto: è un peccato per tutto lo sport. Quello che posso fare io è il mio lavoro, che è nuotare e rappresentare l’Ucraina e parlare. Voglio fare un’altra volta un grande ringraziamento ai ragazzi che stanno difendendo il nostro Paese e l’intera Europa. Io nuoto perché non ci sono altre cose che posso fare“, ha concluso.

Foto: LaPresse

Exit mobile version