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Nuoto
Nuoto, Paolo De Laurentiis: “Oltre Ceccon, non vedo altri da oro a Parigi. C’è un vuoto nelle distanze di Paltrinieri”
Si è ufficialmente chiuso il 2023 del nuoto in corsia. Gli Europei in vasca corta a Otopeni (Romania) hanno dato risposte importanti in casa Italia. Il secondo posto nel medagliere, con 7 ori, 12 argenti e 3 bronzi è da annotare, specialmente in relazione a quanto accaduto nel corso dell’ultimo giorno di gare. Un day-6 in cui gli azzurri sono stati capaci di ottenere 6 0ri, 2 argenti e 1 bronzo. Una cosa che non si era mai vista.
Per parlare di quanto accaduto nella piscina da 25 metri rumena e anche di altro in relazione all’attualità natatorio, ci siamo rivolti a Paolo De Laurentiis, celeberrima firma del Corriere dello Sport e ospite dell’ultima puntata di Sport&Go2U, in onda sul canale Youtube di OA Sport e condotta da Alessandro Aita e da Giandomenico Tiseo di OA Sport.
Si è partita dall’analisi generale della spedizione tricolore, tenendo conto degli Assoluti invernali in vasca lunga iniziati poco prima: “Non sono stato sorpreso dai risultati ottenuti dagli azzurri perché in generale il passaggio dalla vasca lunga alla corta è favorevole. C’era il rischio dell’appagamento visto quanto accaduto nei Trials di Riccione. Mi ha fatto piacere rivedere ad alto livello Nicolò Martinenghi, perché lo avevo visto a Riccione un po’ spento. Lui agli Europei di Kazan in vasca corta due anni fa disse che si stava divertendo e non voleva smettere. A me era sembrato a Riccione e nell’ultimo periodo non si stesse divertendo più. Rivederlo invece bello carico, con la voglia di combattere, mi ha fatto molto piacere. Stesso discorso per Simona Quadarella, che ha un po’ subito il confronto con Kirpichnikova. Nei 400 sl ha vinto la gara tanto di testa, in una specialità sulla carta a lei più sfavorevole rispetto alla russa, naturalizzata francese. Una vittoria mentale, al pari delle sconfitte di testa subite negli 800 e nei 1500 sl. Sono segnali in vista delle Olimpiadi di Parigi, dove le avversarie saranno molte di più. E lì bisogna esserci con la mentalità giusta anche perché sono sicuro che in corrispondenza dei Giochi qualche altra avversaria verrà fuori, come speriamo di fare noi con Jasmine Nocentini che era un oggetto misterioso prima di questi Europei, magari ce la ritroviamo in qualche finale“.
Parlando proprio di quest’atleta, De Laurentiis ha sottolineato: “Nocentini è entrata in vasca con la mentalità americana, visto che è cresciuta negli Stati Uniti. Devo fare una premessa: al di là degli ori che mancavano, prima dell’ultima giornata io avevo visto dei segnali positivi. Chiaramente poi è arrivata quella sesta giornata trionfale e noi contiamo quelli. Al di là di quelle medaglie, a livello femminile, ci sono stati segnali ottimi segnali in prospettiva olimpica, chiaramente non parlo di medaglie, ma di finali nella velocità. La sua storia è straordinaria perché non ha un tempo in vasca lunga e non può andare ai Mondiali di Doha essenzialmente perché non ha il minimo riconosciuto da World Aquatics. E’ inusuale che lei sia competitiva a rana e a stile libero, mi viene in mente come riferimento il primo Filippo Magnini, che però lasciò la rana per dedicarsi anima e corpo allo sl. Lei ha fatto la 4×50 sl mixed, nuotando la prima frazione con un tempo che l’avrebbe portata al terzo posto nella gara individuale, gareggiando al fianco di sette uomini. Il dubbio è su cosa farà in vasca lunga. Nel 50 sl può avere grandi possibilità, ma si deve qualificare e da quello che ho capito noi la ritroveremo direttamente al Trofeo Settecolli perché sarà negli States, farò la sua stagione aggregata al selezionatore della squadra statunitense femminile e quindi è in buone mani. Per me può essere un innesto dell’ultima ora“.
Approfondendo il discorso del movimento femminile della velocità e sconfinando nel tema Parigi 2024, si è specificato: “L’Italia ha portato in finale due ragazze nei 100 stile libero. Lo stesso dicasi nei 200 sl ed è quasi un inedito. Chiaro è vasca corta e non c’era tutta questa competizione, però sono segnali. Si vede che stanno lavorando. Vedremo cosa raccoglieranno a Parigi. Chiaramente poi la valutazione noi la faremo sulle medaglie in Francia ed è giusto dircelo: la differenza la farà Thomas Ceccon se vince o non vince i 100 dorso perché, allo stato attuale delle cose, è lui più di altri l’atleta che può puntare all’oro. Dico questo perché, al di là di lui, io non so in quanti possono giocarsi il metallo pregiato ai Giochi“.
Legandoci al nome di Thomas Ceccon, quanto fatto dall’atleta veneto a Otopeni è stato accompagnato da una serie di squalifiche che avrebbe voluto evitare nei 100 e nei 200 misti: “Tutti sono al limite con le virate e le subacquee. Nel momento in cui introduci il VAR e dai ai giudici questa tecnologia, si può sfruttare quest’opportunità e squalificare tutto quello che vede. Adesso è toccato a Ceccon, nel caso italiano, ma ci sono state numerose sanzioni anche per altri. Bisogna stare attenti perché ora non sfugge più niente. Thomas c’è rimasto male perché voleva vincere due medaglie nei 100 e nei 200 misti e aveva grandi possibilità per centrare l’obiettivo. Voleva anche distrarsi dal dorso per togliersi un po’ di pressione in prospettiva olimpica e si voleva divertire. Ma non è stato così“.
Gli Europei in vasca corta poi hanno messo in mostra un grande Alberto Razzetti, che ha dato seguito agli ottimi riscontri di Riccione: “I misti sono una bestia strana. Lui ha fatto un salto gigantesco nel dorso, ma questo non significa fare esclusivamente 1″ o 2″ in meno in quella frazione. E’ un equilibrio che deve trovare e, a mio parere, non è stato così nei 200 misti, dove ha pagato nel confronto con Scott, mentre nei 400 ha gestito in maniera straordinaria. A Parigi penso che Marchand vincerà, poi dietro lui c’è anche Alberto per le altre medaglie. Deve fare attenzione a non essere ingordo, perché a un campionato europeo in vasca corta è possibile affrontare 200 misti, 200 farfalla e 400 misti, mentre ai Giochi si dovranno fare delle scelte anche dolorose“.
Rimanendo sul tema a Cinque Cerchi, si è parlato delle difficoltà nelle staffette italiane: “Nelle staffette ci sono dei problemi per i Giochi. Nella mista uomini abbiamo un buco clamoroso a delfino, sperando nel recupero di Burdisso. Poi nelle Olimpiadi tutto può succedere. I quattro della staffetta sono quelli, forse nella rana abbiamo delle alternative. Ceccon è solo nel dorso e se non lo metti non vai in Finale, e a stile libero spero che Miressi faccia il grande colpo olimpico. Lui è, per me, un patrimonio straordinario. Quello che ha fatto in vasca corta per le sue caratteristiche è molto significativo in vista delle gare nella piscina da 50 metri. Grande merito al lavoro di Antonio Satta“.
A proposito di Satta, va da sé un pensiero a Benedetta Pilato, che da quest’anno si sta allenando a Torino: “Lei sorride molto più di prima, bisogna capire quanto margine ha. Nuota 1:05.7/8 nei 100 rana costantemente e penso che abbia la possibilità di fare meglio, sperando che lavori sulla resistenza. E’ un percorso, mancano 6/7 mesi, a me piacerebbe vederla in qualche 200 perché sta seminando per avere una gestione della sua gara ottimale, ricordando che dovrà a fare tre serie da 100 alle Olimpiadi, non è solo mica la Finale. Anche perché il livello delle batterie di un campionato italiano è diverso da quello dei Giochi. Benedetta ha pagato lo scotto alle Olimpiadi di Tokyo, ora ha un’esperienza di gare molto diversa, malgrado sia giovanissima. In tutto questo ricordiamo che ha già vinto l’oro mondiale ed europeo nei 100 in vasca lunga e questo la dice lunga sulle sue qualità“.
Focalizzandoci sugli aspetti che non funzionano, De Laurentiis ha fatto un’altra interessante riflessione: “Siamo indietro nel mezzofondo, specie nelle distanze di Gregorio Paltrinieri. Greg ha 30 anni e io non vedo altro del suo livello che possa avvicinarlo ed è un po’ l’effetto Pellegrini. Io resto convinto che quando ci sono uno/due atleti di queste qualità che vincono per anni, a livello giovanile molti si indirizzano verso altre gare. Si può avere l’effetto emulazione, ma anche l’effetto fuga e quest’ultimo è stato nel caso di Federica e lo è in quello di Gregorio. Al di là di quello che potranno fare i fratelli De Tullio, nel mezzofondo maschile si deve lavorare come si sta facendo nella velocità femminile. Del resto questi sono cicli, non si può pensare di essere al top in tutte le gare. Ora abbiamo, infatti, un livello di squadra che non c’è mai stato, al di là del numero di ori che si possono vincere a Parigi, suggerendo nelle valutazioni di non focalizzarsi solo su quello proprio per appurare la bontà del movimento. L’anno scorso si è un po’ tirato il fiato e in questa sono ripartiti. Del resto, vincere l’oro alle Olimpiadi è complicatissimo, per il livello che ci sarà, limitarsi solo al conto algebrico delle medaglie sono capaci tutti“.
Sovente si è parlato di un Thomas Ceccon che dovrebbe arricchire il suo programma olimpico e il collega del Corriere dello Sport è stato chiaro: “Ceccon si stressa abbastanza tra il dorso e le staffette. Il monogara non esiste più. Dire che sta sprecando il suo talento nel non fare i misti oltre 100 dorso mi sembra una bestemmia. Thomas ha un talento che gli permette di decidere che gara fare, lui può essere il migliore nel dorso e nel delfino. Nei misti ha la rana che gli viene meno naturale rispetto agli altri tre stili e questo in un contesto di altissimo livello, visto uno come Marchand, fa fare scelte diverse“.
Tornando a Paltrinieri, interessante capire cosa potrà fare a Parigi: “Io non avrei scommesso niente sull’argento olimpico di Paltrinieri negli 800 sl a Tokyo, sapendo come stava per la mononucleosi. Lì c’è l’istinto di un campione che mentalmente non ha eguali. Il problema è il logorio fisico perché nessuno come Greg ha nuotato il 1500 sl, essendo sceso circo 50 volte sotto i 15″ e questo per un atleta che ha più di 30 anni incide non poco. Ha già stravolto una serie di luoghi comuni, visti i tempi che ha fatto in età “avanzata”. C’è poi l’aspetto della concorrenza, perché se due o tre anni fa ci si poteva permettere di nuotare 14’50” al mattino per entrare in Finale alle Olimpiadi, ora non è più possibile. Su un atleta di 30 anni queste sono cose che si fanno sentire e in più mettiamoci altre fatiche negli 800 sl e nella 10 km. A Doha si testerà facendo tutto per vedere come reagisce fisicamente. Inoltre Paltrinieri dovrà selezionare tutto quello che c’è al di fuori del contesto piscina, in riferimento alle presenze legate a sponsor che sono importanti, ma chiaramente tolgono tempo all’allenamento e per un ragazzo dell’età di Greg non è una cosa trascurabile. Detto ciò, se tutto fila liscio, uno o due colpi può averli, vedremo poi in quali gare. Io credo che lui più di ogni cosa voglia vincere la 10 km in acque libere perché è un suo grande obiettivo“.
Un’ultima battuta sugli atleti russi a cui sarà permesso di gareggiare da neutrali ai Giochi: “Non possiamo giudicare le reazioni degli atleti ucraini perché stanno subendo una guerra assurda. Nello stesso tempo, non sono d’accordo sul negare le Olimpiadi ai russi. Lo sport deve andare oltre e unire“.
VIDEO INTERVISTA A PAOLO DE LAURENTIIS
Foto: LaPresse