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Omar Camporese parla chiaro su Sinner: “Non so se è pronto per vincere uno Slam e sulla Coppa Davis…”

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In lunga intervista concessa a Fanpage, Omar Camporese ha parlato dell’attualità tennistica a 360°. Aspetti focali sono stati Jannik Sinner e la vittoria in Coppa Davis dell’Italia, con l’altoatesino grande protagonista a Malaga (Spagna) per il successo, specie nella sfida contro la Serbia di Novak Djokovic, semifinale della competizione a squadre.

Un Sinner che per quanto messo in mostra nel corso degli ultimi mesi e in azzurro si è candidato per un ruolo di primissimo piano. Camporese ha espresso dei dubbi sulle possibilità di Jannik a livello Slam: “Se stiliamo una classifica settimanale o mensile ti dico che Sinner ora potrebbe essere il giocatore più forte del mondo. Però attenzione, adesso: sul veloce, indoor, due su tre ovvero nelle condizioni migliori per lui. Ha giocato benissimo le Finals e ci ha fatto vincere la Davis, ma dire che può diventare n.1 e vincere uno Slam attenzione…Questo perché gli Slam sono in condizioni diverse: al caldo, all’aperto, tre su cinque e viene fuori anche una componente fisica, mentale e lì diventa più difficile“, le parole dell’ex giocatore.

Lui può migliorarsi perché si alza ogni giorno e si chiede come crescere, ce ne sono veramente pochi ed è ammirevole. Però dire che può diventare n.1…è molto difficile. In questo momento vedo Alcaraz leggermente più avanti, ha vinto già due Slam e poi è più giovane di due anni. Dal n.4 al n.1 ci sono tanti punti di differenza. Deve fare attenzione al periodo primavera-estate perché quello è il momento in cui si gioca sulla terra battuta e lui lì deve fare un salto in avanti. Quella è l’incognita dell’anno. Sono tre mesi molto importanti che fanno la differenza. Lui l’anno scorso è arrivato in semifinale a Wimbledon ed è un torneo che può vincere. In Australia è difficile perché si gioca al caldo, può far bene ma vincerlo secondo me è dura. In America può vincere di più. E’ difficile perché negli Slam ci vogliono componenti diverse rispetto ai tornei: non è uno sprint ma una mezza maratona. Non so se lui è pronto per questo“, ha aggiunto Camporese.

L’ex tennista poi si è pronunciato anche su uno dei temi più discussi nel 2023, ovvero l’assenza di Sinner a Bologna, nel Round Robin dove gli azzurri hanno rischiato di rimanere fuori dalla competizione: “L’unica cosa che mi lascia un po’ perplesso è che capisco che su 365 giorni all’anno uno abbia bisogno di prendere una pausa perché sarebbe altrimenti impossibile fisiologicamente, però non durante la Coppa Davis perché è l’unica manifestazione che giochi per il tuo Paese. Quindi è giusto che uno debba giocare per la sua nazione, ma per rispetto di tutti: per rispetto dei giocatori, dei suoi compagni, dei tifosi e degli italiani. Se fosse successo a noi, ci avrebbero dato trent’anni di galere. A noi poi non sarebbe mai passato per l’anticamera del cervello rifiutare la Coppa Davis, era vitale per noi indossare la maglia azzurra. Io ho giocato con un mano e un braccio rotto e Canè con l’ernia al disco…senza prendere una lira. Chiariamolo perché non ci pagavano, prendevamo veramente bazzecole“.

A chiusura, una considerazione sul successo italiano a Malaga: “Non è stata un’impresa perché l’Italia è una squadra forte. Ci doveva credere e ci ha creduto. Premessa: questa non è la Davis. Abbiamo vinto sì, ma non è la Davis delle cinque partite, è un torneo. Abbiamo sempre detto che questo format è orribile, non ti fa avere sentimenti di quella Coppa Davis vera e propria che si giocava prima. Però l’Italia ha vinto la Coppa Davis, si chiama ancora così“.

Foto: LaPresse

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