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Pattinaggio artistico: a Pinerolo la rinascita del movimento femminile. Personalità interessanti in ottica Milano Cortina 2026

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Anna Pezzetta

Il Campionato Italiano 2023 di pattinaggio artistico è andato agli archivi, offrendo non pochi spunti analitici interessanti. In linea complessiva si è trattata probabilmente di una delle rassegne tricolore con il livello medio più alto di sempre, fattore che acquisisce ancora più valore se consideriamo l’assenza di tre punte di diamante: Daniel Grassl (al momento autosospeso in attesa di conoscere la sanzione per aver mancato erroneamente tre test antidoping mentre si trovava in Russia), Matteo Rizzo (alle prese con un problema all’anca) e Conti-Macii (out per una brutto attacco influenzale rimediato dalla dama).

L’aspetto più importante è quello legato al movimento femminile che, dopo anni e anni di purgatorio, ha finalmente dato delle risposte interessanti in ottica futura, certificando la presenza di un pacchetto di atlete che potrebbero rivelarsi fondamentali in vista del Team Event di Milano-Cortina 2026, gara nel mirino della squadra italiana.

Il ghiaccio piemontese, in qualche modo, ha confermato le “gerarchie” interne già suggerite dal ranking locale, certificando la nuova leadership di Sarina Joos, new entry che ha come da pronostico vinto e convinto anche agli Assoluti, trionfando con il totale di 192.79 e commettendo nel corso dei due programmi soltanto un errore di rilievo, ovvero il triplo rittberger del libero, aperto in aria e chiamato degradato.

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Una pattinatrice solida e competitiva quella seguita da Lorenzo Magri, pronta a giocarsi le sue chance in un Campionato Europeo dove l’obiettivo sarà certamente quello di rientrare nelle prime dieci posizioni, insidiando perché no anche la top 7. L’ago della bilancia per lei sarà lo short, fondamentale per rimanere in scia e tentare il bliz nel segmento più lungo.

Prova a due facce invece per la seconda classificata Lara Naki Gutmann, autrice di un corto molto problematico viziato da due pesanti defaillance negli elementi di salto ma abile a risalire la china vincendo il free ben dosando qualità e pattinata. Un canovaccio che si ripete per l’azzurra, spesso artefice di short imprecisi in grado di compromettere le competizioni.

Ma in prospettiva l’Italia godrà anche di una stella che sta cambiando pelle: stiamo parlando di Anna Pezzetta, talento assoluto del nostro Paese che a Pinerolo ha dimostrato di saper lottare, confezionando un corto senza sbavature e impreziosito da una combinazione, triplo lutz/triplo toeloop, da fare invidia al mondo intero, Giappone compreso. La terza posizione finale, arrivata tra non poche polemiche e accolta dalle urla di contestazione del pubblico, non cancella quanto fatto allo Stadio Olimpico. Una volta trovata la giusta continuità (la nostra ha già fatto passi da gigante in tal senso), Anna diventerà uno dei pilastri della squadra azzurra. D’altronde, tutto è dalla sua parte: età (classe 2007), dedizione, classe.

Ma non è finita qui: perché agli Assoluti ha fatto di nuovo capolino Marina Piredda, altro grande talento che dopo aver brillato al World Team Trophy del 2019 si è dovuta purtroppo fermare per un brutto infortunio, incasellando successivamente una sfortuna dietro l’altra. A Pinerolo l’originaria di Cavalese ha sfoggiato alcuni elementi di altissimo profilo, pensiamo alle due combinazioni triplo toeloop/triplo toeloop e al triplo lutz nel libero. Alla trentina servirà solo una cosa: tempo e ritmo. In tal senso, l’inizio della prossima stagione sarà fondamentale.

Bene, per non dire benissimo anche un’altra “vecchia conoscenza” che sta pian piano tornando ai livelli che conoscevamo, Ginevra Negrello, oltre che le Junior Chiara Minighini (crescita impressionante per lei), Amanda Ghezzo e Irina Napolitano. C’è tantissima carne al fuoco e un vivaio da crescere in vista dei Giochi del 2026, dove sarà importantissimo in chiave gara a squadre avere un roster competitivo in ogni reparto, attaccando nelle specialità di forza e tenendo botta in quelle deboli. Il vero percorso dell’Italia femminile comincia adesso. Da qui non si può che migliorare.

Foto: Valerio Origo

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