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Pattinaggio Artistico

Pattinaggio di figura, sostituire i giudici con l’Intelligenza Artificiale eliminerebbe le sviste?

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Hase Volodin

L’esito della competizione delle coppie di artistico della Finale di Grand Prix di pattinaggio di figura ha destato parecchie perplessità fra più di un addetto ai lavori. Sara Conti e Niccolò Macii si sono ritrovati in seconda posizione a causa di una svista all’interno del pannello tecnico, poiché non tutti i giudici si sono accorti di un errore della coppia tedesca Minerva-Fabienne Hase/Nikita Volodin sul triplo salchow lanciato.

Così, il binomio teutonico si è imposto con un vantaggio di soli 55 centesimi di punto su quello italiano. Un distacco ben inferiore alla penalizzazione che avrebbe dovuto essere apportata a chi si è trovato, letteralmente “per grazia ricevuta”, al primo posto. Una “grazia” inconsapevole, sia chiaro, ma pur sempre tangibile. Sono situazioni che capitano, anche se non dovrebbero, e continueranno a ripetersi. Almeno sino a quando il giudizio sarà umano.

Il caso di specie è propizio per lanciare una provocazione. Viviamo in un’epoca in cui si parla sempre di più di intelligenza artificiale. Non è certo una novità assoluta, perché l’informatica lavora da quasi settant’anni su questo genere di tecnologia, ormai applicata da decenni in parecchi ambiti, dall’industria ai videogiochi. Cionondimeno, la ricerca sull’argomento si sta affinando viepiù, ampliando gli orizzonti e i contesti dove la cosiddetta A.I. può essere utilizzata.

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Dunque, perché non cominciare a pensare a un futuro in cui i giudizi possano essere espressi dall’Intelligenza Artificiale? Si ragiona, ovviamente, a lungo termine. Si tratta di un avvenire lontano, che forse non verrà neppure visto né da chi scrive, né da chi legge. Però, questo è lo spunto fornito da quanto accaduto venerdì 8 dicembre al National Indoor Stadium di Pechino.

Un pattinaggio di figura giudicato tramite algoritmi, almeno per quanto riguarda gli elementi tecnici, è così deprecabile? Non potrebbe essere un modo per eliminare gli svarioni che rischiano di condizionare l’esito di una competizione sul filo dei decimi e, di conseguenza, cambiare la storia della disciplina? Dopotutto, Conti/Macii hanno ingiustamente perso il successo in una Finale di Grand Prix e nessuno potrà mai restituirglielo.

Il discorso può essere applicato a tanti episodi del passato e, c’è da scommetterci, anche dell’avvenire. Invece, grazie a un’A.I. sufficientemente evoluta e a prova di bug, non ci sarebbero dubbi. Svanirebbero, per sempre, le recriminazioni.

Il ragionamento può essere ampliato a qualsiasi sport in cui sono presenti i giudici. Dal pattinaggio di figura alle discipline da combattimento, passando per la ginnastica (sia essa artistica o ritmica), talvolta assistiamo a feroci polemiche relative alle valutazioni assegnate. Non è però solo un discorso riguardante i giudizi.

Il tennis è estremamente all’avanguardia. Il giudice di linea, un tempo imprescindibile, è oggi in via d’estinzione. Chiaramente è banale avere un’intelligenza artificiale in grado di determinare se una pallina è rimbalzata su una linea bianca o meno. Però, nel 1973 (mezzo secolo fa), chi avrebbe mai pensato si sarebbe potuti arrivare a tanto?

Ragionando con la stessa matrice, è così irrealistico concepire un pattinaggio di figura del 2050 supportato da A.I.? Sostituire gli arbitri umani con quelli artificiali potrebbe sfoltire le diatribe. Chi giudica sarebbe freddo e inconfutabile.

Una prospettiva degna di un episodio di Black Mirror e per certi versi distopica. Affascinante o inquietante? Auspicabile o temibile? Al lettore il giudizio, questo esclusivamente umano, relativo alla provocazione quivi lanciata.

Foto: La Presse

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