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Scacchi, Mondiali rapid 2023: a Samarcanda accade di tutto, Carlsen con altri quattro al comando

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Iniziati non proprio sotto la giusta stella i Mondiali rapid di scacchi a Samarcanda, in Uzbekistan. Un luogo scelto forse non esattamente a caso, visti i rapporti tra questo Paese e la Russia, che esprime anche il presidente della FIDE con tutto il suo passato, per così dire, particolare. La cadenza di gioco, va ricordato, è quella di 15 minuti a testa più 10 secondi di incremento a mossa per giocatore. Il montepremi è di 350.000 dollari per la sezione Open e 150.000 per la femminile, con i premi per il primo posto in quantità di 60.000 e 40.000 dollari.

Le formalità, in sostanza, finiscono qui. E di quanto accade tra sala di gioco e fuori c’è da parlare, e non solo in ragione del fatto che questi giorni sono contrassegnati dalla bestiale corsa agli ultimi due posti nel Torneo dei Candidati (con la vicenda di Alireza Firouzja al centro di tutto). Perché nella prima giornata è successo un po’ di tutto, tra l’arrivo in ritardo di Magnus Carlsen al terzo turno e il tuonare di Fabiano Caruana e Ian Nepomniachtchi su Twitter/X: “Com’è che lui può usare una stanzetta privata tra una partita e l’altra e gli altri no?”. Com’è come non è, il norvegese è al comando con 4,5 punti su 5 assieme agli indiani Vidit Gujrathi ed Arjun Erigaisi, al bulgaro Ivan Cheparinov e al cinese Yu Yangyi. Tra i suoi avversari, Carlsen si è trovato davanti due personaggi quantomeno particolari: al secondo turno il russo Denis Khismatullin, se possibile ancora più vocale di Sergey Karjakin nel suo sostegno alla Russia e al suo attuale presidente nella guerra mossa contro l’Ucraina, e al quinto Timur Gareyev, uzbeko di Tashkent diventato dal 2012 americano, ma bandito da qualunque evento indetto dalla Federazione scacchistica a stelle e strisce. Quest’ultima, a sua volta, è particolarmente discussa perché da un paio d’anni, per qualsiasi motivo, finisce nell’occhio del ciclone. In ogni caso, per il numero 1 del mondo vittorie in entrambi i casi, anche se quella più importante resta quella del quarto turno con l’iraniano Parham Maghsoodloo (un altro finale patto diventato vinto).

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C’è anche un po’ d’Italia, rappresentata da Sabino Brunello, unico azzurro che si è sobbarcato il viaggio fino a Samarcanda in tema rapid. Per lui tre punti con due vittorie, due patte e una sconfitta, il che lo colloca al 58° posto, o meglio nel gruppo che va dal 45° in giù fino all’84°. Sono parecchi i big ad accompagnarlo: Esipenko, Nepomniachtchi, Abdusattorov, Artemiev, Maghsoodloo, Caruana e Giri. All’azzurro, comunque, domani non toccherà nessuno di questi, ma l’olandese Liam Vrolijk tanto per cominciare la seconda delle tre giornate di competizione (che, va ricordato, si snoda su 15 partite). E, in prima scacchiera, si lascerà guardare la Carlsen-Vidit.

In campo femminile (niente italiane), invece, a comandare sono in due: si tratta della bulgara Nurgyul Salimova e della cinese Jiner Zhu, entrambe a quota 4/4 (qui, infatti, i turni sono 11). Alle loro spalle un gruppo abbastanza folto di terze tra cui spicca l’indiana Vaishali Rameshbabu, che altri non è che la sorella di Praggnanandhaa, che sta emergendo come potenziale forza futura degli scacchi. Diverse big pagano dazio: 2,5 punti per le cinesi Lei Tingjie e Tan Zhongyi, 2 per l’indiana Harika Dronavalli, appena 1,5 per l’ucraina Mariya Muzychuk e la russa ormai in quota Svizzera Alexandra Kosteniuk.

Foto: FIDE / Lennart Ootes

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