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Sci Alpino
Sci alpino, il cinismo di Mikaela Shiffrin: nelle gare chiave ha voluto dare un segnale a Brignone e Goggia
Mikela Shiffrin si trova al comando della classifica generale della Coppa del Mondo con all’attivo 800 punti. La fuoriclasse statunitense primeggia con 163 lunghezze di vantaggio su Federica Brignone, mentre il margine è ancora più importante nei confronti della slovacca Petra Vlhova (+273), della svizzera Lara Gut (+331) e di Sofia Goggia (+372). L’americana ha vinto quattro gare in questo avvio di stagione (gli slalom di Levi e Killington, la discesa di St. Moritz, il gigante di Lienz), ha raccolto il secondo posto nello slalom di Courchevel ed è salita per tre volte sul terzo gradino del podio (nei due giganti di Tremblant e in quello di Killington).
La caratura agonistica di un fenomeno capace di vincere 92 gare nel massimo circuito internazionale itinerante (record assoluto) e di alzare al cielo cinque Coppe del Mondo overall (2017, 2018, 2019, 2022, 2023) non è mai stata in discussione. Siamo al cospetto di quella che è la sciatrice più forte di tutti i tempi, ma è impressionante il cinismo che Mikaela Shiffrin smaschera nelle gare chiave di una competizione sul lungo periodo e in cui è importante piazzare lo scacco nei momenti caldi e cruciali, tramortendo le velleità delle avversarie. In questa prima parte di annata agonistica è accaduto per ben due volte e sempre nei confronti delle italiane.
Lo scorso 9 dicembre Mikaela Shiffrin ha fatto capire a Sofia Goggia che sarebbe stato molto difficile sognare in grande. La bergamasca era reduce da un’ottima campagna di gigante, specialità in cui era tornata con convinzione e in cui era riuscita ad arpionare buoni risultati (nona a Killington, settima e decima a Tremblant). La vittoria nel superG di St. Moritz aveva fatto sperare nella possibilità di attaccare Shiffrin per la Sfera di Cristallo: facendo buoni punti in gigante e vincendo con continuità nelle discipline veloci non sarebbe stato surreale. In occasione della prima discesa dell’anno, però, Mikaela Shiffrin ha piazzato la zampata: vittoria a St. Moritz proprio davanti all’azzurra, nella specialità di riferimento della bergamasca e in quella sulla carta meno congeniale all’americana. Una lezione pesantissima, che ha fatto capire le gerarchie nella corsa verso il trofeo. Goggia si è poi fermata al quarto posto nella discesa della Val d’Isere ed è stata terza nel superG in terra francese.
Un altro episodio di cinismo si è materializzato proprio oggi (28 dicembre). Federica Brignone si presenta al gigante di Lienz con un ritardo di 143 punti in classifica generale dopo tre vittorie (due nei giganti di Tremblant e quella nel superG della Val d’Isere) e culla importanti sogni. Nella specialità tanto amata spera di guadagnare qualche punto sull’avversaria (comunque fortissima tra le porte larghe) alla vigilia del temutissimo slalom di domani sempre in terra austriaca. Shiffrin rifila un distacco di addirittura 1.63 a Brignone nella prima manche. Federica è stata superba nella seconda e ha recuperato 1.25, chiudendo al secondo posto alle spalle della rivale e perdendo venti punti. Una dimostrazione di forza che testimonia quanto insidiare la statunitense per la Sfera di Cristallo sia una missione oltremodo ardua.
Foto: Lapresse