Olimpiadi
Surf, polemiche sulla sede delle Olimpiadi di Parigi 2024: danni ambientali a Tahiti
Il conto alla rovescia procede velocemente e le polemiche non mancano. Non è solo l’Italia a vivere una fase critica, legata al budello da impiegare per le gare di bob, slittino e di skeleton alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. A tenere banco in questi giorni è anche quanto sta accadendo rispetto alla sede scelta per le gare di surf ai prossimi Giochi Estivi di Parigi.
Come è noto, il tutto è stato organizzato a circa 16 mila chilometri dalla capitale francese, ovvero a Tahiti, Polinesia Francese. Un paradiso incantato, tappa anche del Championship Tour degli artisti della tavola, dove quest’anno Leonardo Fioravanti si è disimpegnato piuttosto bene, terminando in terza posizione. Surfista nostrano, qualificato per le Olimpiadi transalpine.
Tuttavia, ci sono problemi di natura strutturale, relativamente all’impatto ambientale. Come riportano le cronache, i tentativi di installazione della torre riservata ai giudici della competizione ha provocato la parziale distruzione del corallo della barriera, che dovrebbe invece fungere da sostegno. Un progetto dunque che sta scatenando reazioni di vario genere.
Il presidente della Polinesia Francese, Moetai Brotherson, e i residenti hanno lamentato questa situazione insostenibile. Brotherson ha anche messo in dubbio che le gare a Cinque Cerchi di surf possano disputarsi nel sito previsto, considerando i danni ai coralli. A gettare benzina sul fuoco è stato un video, diventato virale, che mostra una chiatta da costruzione, per testare quello che avrebbe poi dovuto essere la citata torre dei giudici, rompere in più punti i coralli della barriera.
Quali potrebbero essere le alternative? Brotherson ha precisato che non sarebbe possibile spostare le prove di surf delle Olimpiadi su un’altra spiaggia di Tahiti, considerando che Teahupoo è il luogo prescelto. E trasferire la competizione in una sede diversa della Francia metropolitana costerebbe milioni di euro. Si pensa, quindi, a un impianto meno invasivo che per ora non è stato possibile neanche testare, come riportato dall’ANSA.
Foto: LaPresse