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Tennis, Darren Cahill: “Jannik Sinner pronto per vincere uno Slam già in Australia, vuole giocare le Olimpiadi a Parigi”
Mettere la propria esperienza al servizio di un’eccellenza. Il ruolo di Darren Cahill è questo nel suo rapporto con Jannik Sinner e il coach australiano ne ha parlato in una lunga intervista concessa a Gaia Piccardi del Corriere della Sera. Il 2023 è stato un anno importante per Jannik, in cui non sono mancati i momenti di difficoltà, ma questi sono stati funzionali alla sua crescita.
Dopo gli US Open, infatti, si è assistito a un chiaro cambio di passo e anche le scelte di programmazione sono state importanti per portarlo a raggiungere la posizione n.4 del mondo, a vincere a Pechino e a Vienna, battendo tennisti super qualificati, a spingersi all’atto conclusivo delle ATP Finals e al trionfo in Coppa Davis. Un’annata impegnativa, fatta di 79 partite (64 vittorie) che ha suggerito allo staff tecnico di seguire un avvicinamento diverso al 2024.
“Abbiamo valutato di non stressare Jannik con un torneo prima di Melbourne per proteggere la sua mente e il suo corpo. È la strategia che ho usato con Agassi nei cinque anni in cui l’ho allenato. La Coppa Davis ha fatto la differenza: la stagione chiusa il 26 novembre. Con gioia ma più in là di quanto pensassimo. Così ha più margine di recupero e lo sci di questi giorni in Alto Adige, con moderazione, fa parte integrante del benessere del ragazzo. Ripartire fresco sarà determinante“, ha chiarito Cahill alla testata.
Linee guida nella programmazione che saranno le stesse anche nella prossima stagione, con prese di posizioni discutibili come quella nota di Bologna a settembre 2023: “E’ stata una decisione ponderata, usata per portare Jannik al picco a Vienna, Torino e Malaga. Rifaremo scelte simili, nel suo interesse: ha 22 anni, non vogliamo distruggerlo. Il mio ruolo di membro più esperto nel team è proprio quello di consigliarlo al meglio“, ha chiarito il tecnico australiano.
Relativamente all’anno venturo ha aggiunto: “Vogliamo gli stessi problemi da risolvere: giocare tanto per vincere tanto, stabilizzandosi al top. Sarà ai quattro Slam, ai nove Masters1000, alla Davis e alle Olimpiadi. Non c’è molto margine di manovra nella programmazione, magari cambieranno i dettagli: giocherà Madrid e non Barcellona. Gli Atp250? Non è escluso: sono utili per gestire la pressione da favorito. Ogni torneo è una lezione da cui imparare, e Jannik è una spugna“.
Parlando della partecipazione ai Giochi di Parigi, Cahill ha spiegato che sia stato Sinner a spingere per essere sulla terra rossa francese: “L’abbiamo assecondato volentieri. Rappresentare il proprio Paese, facendo parte di una squadra nazionale: un’esperienza speciale. Si porterà via un’avventura umana importante, di grande crescita, come è successo in Davis“.
Ripercorrendo il 2023, l’allenatore aussie ha posto l’accento su alcune partite significative: “Dal mio punto di vista, la partita della svolta è una che non direste mai, ovvero la vittoria contro Tsitsipas al secondo turno di Rotterdam. Ci aveva perso due anni di fila all’Australian Open e a Roma nel 2022. Lì Jannik ha imparato a essere un tennista più intelligente, da quel momento è decollata la stagione: semi a Indian Wells, finale a Miami. Il break mentale ce l’ha avuto a Toronto, dove non ha sconfitto top players, ma ha saputo diventare favorito strada facendo, assorbendo una pressione crescente. A Pechino con Medvedev, mai battuto prima, ha fatto un altro passo avanti: è uscito dalla comfort zone. Quello è stato il suo capolavoro, più di Djokovic a Torino e Malaga. Con Medvedev è una partita a scacchi, devi diventare acqua e adattarti al russo. Senza quella consapevolezza, non sarebbero arrivati i successi sul numero uno del mondo”.
A conclusione, gli obiettivi nel prossimo futuro e in questo caso l’allenatore australiano si è sbilanciato: “È pronto a vincere un Major, già in Australia. Il fisico di Jannik è una priorità per il team: la base c’era già grazie al lavoro con Piatti, metterà su più massa procedendo per piccoli passi. Vanno protetti legamenti, giunture, ossa. Ora si fida molto di più del suo corpo, ha meno dolori, si conosce meglio“.
Foto: LaPresse