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Tennis
Tennis, Simone Tartarini sprona Musetti: “È da top10, vuole avvicinarsi a Sinner. Lavoriamo sull’aggressività”
Mettere in un cassetto il 2023, traendo insegnamento da quel che ha dato. Lorenzo Musetti sta preparando la nuova stagione a Montecarlo. Nel Principato, il carrarino e il suo staff sono a lavoro e la novità è quella di Corrado Barazzutti. L’ex grande giocatore e con un passato da capitano non giocatore in Davis e in Fed Cup, ha accettato di buon grado questa nuova avventura: affiancare Simone Tartarini nel ruolo di coach di Musetti, dando supporto e mettendo a disposizione di Lorenzo la sua grande esperienza.
Un cambiamento che ci si augura consenta al toscano di compiere quei passi in avanti che gli servono per raggiungere i traguardi ambiziosi che si è prefissato. Non è stata una chiusura d’anno positiva per Lorenzo e c’è piena consapevolezza sul da farsi per crescere di livello. Ne abbiamo parlato con Tartarini, sotto un bel sole e a ora di colazione prima di prepararsi alla giornata di training con il proprio allievo.
Tartarini le chiediamo come sta perché, per quanto è accaduto nel 2023, è pertinente.
“Sto bene, ho iniziato il 2023 in ospedale e l’ho chiuso sempre in una struttura ospedaliera, per un intervento chirurgico già concordato da tempo. Ne sono capitate di tutte i colori, spero di aver già dato e di vivere un 2024 decisamente più sereno”.
Un po’ la stessa prospettiva di Lorenzo Musetti. Anche per lui la stagione conclusa non è stata semplice da affrontare, dovendo gestire tra l’altro la notizia di diventare papà nella prossima primavera. Cosa ne pensa?
“Anzitutto ci tengo a dire che l’anno di Lorenzo non è stato fallimentare. Ho sentito e letto che si è usato questo aggettivo e non sono affatto d’accordo. Ricordiamoci che a luglio era n.15 del mondo e comunque ha chiuso da n.27, ha 21 anni. Sembra quasi sia uscito dai 100”.
Sa, su di lui ci sono grandi aspettative e quindi aver chiuso la stagione con sei sconfitte consecutive rimane impresso nella memoria di tutti e anche degli addetti ai lavori. Lei che valutazione si sente di dare a Lorenzo?
“Sono perfettamente consapevole delle aspettative, anche perché è Lorenzo stesso a mettersi pressione per la sua ambizione. Il 2023 è stato un anno di alti e di bassi, visto che ci sono state vittorie contro tennisti molto forti come Djokovic e Norrie e, ripeto, in estate era in top-15 e ha fatto vedere ottime cose sull’erba. Certo, ci sono state delle brutte sconfitte e poi da agosto ha saputo che diventerà padre e non è facile per un ragazzo della sua età. Non vuol essere una scusa, ma è naturale che un minimo di attenzione cali per questo”.
L’ingresso nello staff di Corrado Barazzutti è anche per sostenerla nel non semplice compito di gestire un giocatore di alto livello come Musetti, viste anche le problematiche legate alla sua giovane età?
“Con Corrado c’era già un rapporto da anni e quindi l’ingresso nel team, dopo averne parlato anche con Lorenzo, è sicuramente positivo perché così potremo confrontarci sul da farsi e io avrò anche più tempo per le cose personali. Da 7 anni sono sempre via e vedo pochissimo la mia famiglia. La sua collaborazione sarà di 15 settimane in Europa e quindi ci alterneremo”.
Su cosa state lavorando maggiormente per consentire a Musetti di accrescere il suo livello?
“Dall’8 dicembre Corrado ci ha raggiunti a Montecarlo e con lui siamo d’accordo su come procedere. Stiamo lavorando tanto sul servizio e sui colpi di inizio gioco. Nel tennis moderno sono aspetti fondamentali perché chi prima riesce ad avere il pallino del gioco, nella maggior parte dei casi, porta a casa il punto. In questo modo pensiamo di semplificare il tennis di Musetti. Il suo problema è che spesso va in confusione, non sapendo bene cosa fare e nello stesso tempo quando non è in fiducia è troppo passivo. I due concetti principali quindi sono quelli di rendere più pratico il suo gioco ed essere maggiormente aggressivo”.
A proposito di aggressività, si parla tanto della posizione in campo di Musetti. Diversi appassionati e commentatori tecnici pensano che un giocatore di quel livello non possa giocare così lontano, perché poi offre troppo campo al suo avversario. Lei come risponde a queste considerazioni?
“Non sono d’accordo sul discorso meramente legato alla posizione e mi spiego. E’ chiaro che se si gioca per tutto lo scambio lontano, l’avversario ha una visione del campo migliore e quindi è più avvantaggiato. Dal mio punto di vista la sua attitudine in risposta è quella di partire da dietro, anche perché eseguendo il rovescio a una mano deve anche farlo su una prima di servizio soprattutto. La questione è che lui con la risposta deve mettere sulla palla aggressività e conquistarsi il campo, non stare a scambiare rimanendo lontano. L’idea è quindi quella di mettere energia e trovare profondità, in modo da consentirgli già con il secondo colpo di giocare vicino alla riga e quindi mettere in mostra quello che sa fare. Nel tennis moderno, ormai, è una lotta nel prendere il tempo all’avversario e su questa cosa che noi stiamo lavorando”.
Jannik Sinner sotto questo profilo è un maestro nel trovare subito aggressività. Ritiene che le grandi attenzioni che ci sono sull’altoatesino possano essere un “vantaggio” per Lorenzo che può quindi lavorare senza l’assillo del successo Slam?
“No, perché è Musetti stesso che vuole avvicinarsi a Jannik e quindi non vale il discorso delle responsabilità. Lorenzo è intenzionato a salire di livello e quanto sta facendo Sinner è sicuramente uno stimolo in più, ma noi siamo concentrati su quello che dobbiamo fare, senza guardare eccessivamente a cosa stiano facendo gli altri”.
Concentrandosi sulla programmazione, inizierete da Hong Kong e poi Adelaide a precedere gli Australian Open?
“Corretto, faremo questi due tornei prima dello Slam a Melbourne. Dopo Musetti giocherà indoor in Europa e lì sarà da vedere anche come basarci sulle sue questioni personali. A marzo dovrebbe nascere suo figlio e lui vorrà esserci. Per cui vedremo come regolarci nel Sunshine Double, magari affrontando solo Indian Wells”.
Barazzutti ai nostri microfoni ci ha detto chiaramente che Musetti è un giocatore da top-10. Lavorate con questo target?
“C’è questa convinzione anche in me e nel ragazzo, ma quest’anno la nostra attenzione è rivolta essenzialmente al gioco e al miglioramento, la classifica è una conseguenza. Sappiamo che Lorenzo, se sta bene, può esprimere un tennis d’alto livello e da top-10, ma la continuità è stata la sua debolezza. Il nostro target è proprio quello di ottenere maggior costanza, in moda poi da vincere più partite e nello stesso tempo accrescere la fiducia. Mi ripeto: semplicità e aggressività sono le due parole d’ordine”.
Con altrettanta semplicità le chiediamo: Djokovic continuerà a fare incetta di Slam o pensa che altri possano contrastarlo?
“Ogni Slam ha le sue condizioni e in Australia, risultati alla mano, Nole si trova meglio. Tuttavia, io credo che sarà una lotta a quattro, quindi Djokovic, Alcaraz, Medvedev e Sinner saranno coloro che si contenderanno i Major. Magari Jannik ha più chance sul cemento e sull’erba, piuttosto che sulla terra di Parigi, ma appunto è un discorso di affinità di superficie”.
E magari al Roland Garros Musetti potrebbe fare il colpo allora?
“Certamente, noi ci proviamo perché sappiamo come le qualità di Lorenzo ben si sposano con la terra e quella di Parigi gli è sempre piaciuta. Vedremo, se riuscirà a essere più concreto e ad avere la giusta mentalità niente gli è precluso”.
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