Seguici su

Tennis

Arnaldi-De Minaur, rivali che giocano a specchio: perché l’azzurro può giocarsela con il n.10 del mondo

Pubblicato

il

Matteo Arnaldi è sempre più una realtà del panorama tennistico italiano. Non era facile per lui contro la wild card casalinga Adam Walton al primo turno degli Australian Open, in uno dei primi match della sua storia negli Slam in cui appariva come netto favorito, ma dopo una prima frazione un po’ troppo complicata è riuscito a sciogliere i nodi e ad avere ragione del suo avversario, guadagnandosi la sfida con Alex De Minaur.

Il numero 10 al mondo arriverà più riposato dell’azzurro all’impegno di stanotte. Tutto ‘merito’ del ritiro di Milos Raonic, che ha alzato bandiera bianca dopo aver impensierito il demone per più di un set. L’australiano rimane comunque uno dei giocatori più in forma del circuito e per Matteo sarà una partita difficile, contro un avversario che appare un po’ come un possibile archetipo della sua evoluzione tennistica.

Poco da dire, i due si somigliano non poco. Non soltanto per quanto riguarda le misure fisiche (un paio di centimetri in favore dell’azzurro), ma anche per il gioco espresso in campo, un po’ a tutto campo e incentrato sulla capacità di poter fare molto male in risposta. Entrambi appartengono alla ‘famiglia-Djokovic’ come tipologia tecnica, con l’oceanico che per forza di cose appare un passo avanti.

Ma Arnaldi non parte sicuramente battuto. Spesso ha dimostrato di tirare fuori il meglio in partite in cui non appariva favorito; molto dipenderà anche dai miglioramenti lasciati intravedere al servizio nel match di debutto contro Walton, non solo per gli ace (16) ma anche per la varietà di traiettorie. Proprio questa varietà servirà per togliere un po’ il tempo alla risposta di De Minaur, in una partita che potrebbe essere decisa da dettagli poco visibili all’occhio ma che possono diventare fondamentali.

Foto: LaPresse

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità