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Australian Open 2024: le mine vaganti che Jannik Sinner deve evitare tra le non teste di serie

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Jannik Sinner

Come in ogni Slam, ci sono dei giocatori che chiunque vorrebbe benvolentieri evitare nel giorno del debutto. Per i giocatori fuori dalle teste di serie sono (anche) i 32 del seeding, per chi vi è invece compreso si parla invece delle molte mine vaganti che, per così dire, “infestano” il novero dei 128 in scena. Il tutto senza contare possibili qualificati di spicco oppure in valida forma. Da quasi tre anni il tema, dal lato teste di serie in carica, riguarda Jannik Sinner.

Con l’uscita dal novero di Rafael Nadal, si può partire in questo discorso dagli italiani “disponibili”. Si inizia da Matteo Arnaldi, atteso a una conferma dell’ottimo 2023 e già ai quarti ad Adelaide. Senz’altro Jannik vuole evitarsi un altro confronto con l’amico Lorenzo Sonego, con cui i match sono stati difficilmente prevedibili nell’andamento generale, ma sempre finiti in mano all’altoatesino. E naturalmente, per varie ragioni, sono davvero in pochissimi ad augurarsi il confronto con Matteo Berrettini, che di tutto necessita meno che di un simile confronto (e viceversa).

Volendo scegliere, il più problematico di tutti rimane in qualsiasi caso Andy Murray. Il nativo di Dunblane è l’uomo che, forse, nessuno vuole davvero affrontare: non molla mai e conosce fin troppo bene tutti i trucchi del mestiere (in senso, sia chiaro, positivo). Non avrebbe più nulla da dimostrare, ma va avanti per quel fuoco che ha ancora dentro che lo spedisce in giro per il pianeta. E qui, l’anno scorso, ha scritto una delle pagine più belle della sua seconda vita tennistica contro Thanasi Kokkinakis (un altro che qualche grattacapo lo riserva).

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Tra i primi fuori dalle teste di serie è sempre facile trovare figure scomode. Non tanto il serbo Laslo Djere, che a Melbourne ha sempre combinato poco, ma chi c’è poco più in basso di lui. Il francese Arthur Fils, il croato Borna Coric e il britannico Daniel Evans sono tutti clienti da prendere col piglio giusto fin da subito, e lo stesso vale per Roman Safiullin, che dai quarti di Wimbledon disputati proprio contro Sinner ha effettuato un grande progresso, per quanto la costanza non sia il suo forte. Occhio anche a Jack Draper: il nativo di Sutton sta risalendo la china molto bene e potrà dar fastidio a molti.

Rimane la questione di Daniel Altmaier: il tedesco tende a infastidire il numero 4 del mondo, come già visto agli US Open 2022 e ancor più al fatale Roland Garros 2023. Qui, però, le cose sembrano diverse, anche perché a Melbourne oltre il primo turno non è mai andato e, in generale, questo non è un periodo in cui abbia spesso brillato.

Rimane poi la questione dei “golden oldies”, due su tutti Gael Monfils e Stan Wawrinka con il francese che è capace di tutto e lo svizzero che, a tratti, sa ancora come pescare i lampi d’un tempo neanche troppo lontano. Meno spavento fa Dominic Thiem, se non altro perché l’austriaco da tempo pare avere una sorta di autonomia limitata nella maggioranza dei casi contro i big (Tsitsipas escluso).

Foto: LaPresse

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