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Australian Open: Novak Djokovic travolge Adrian Mannarino, appena tre game lasciati al francese

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6-0 6-0 6-3. Non è un esercizio di fantasia, ma il punteggio con il quale Novak Djokovic dispone, in maniera spaventosamente facile, del francese Adrian Mannarino. Un’ora e 44 minuti bastano al numero 1 del mondo per approdare ai quarti di finale: è la quindicesima volta che lo fa in carriera. Eguagliato Roger Federer sia in questo dato che nei quarti Slam totali in carriera.

E dire che questo punteggio è per certa misura bugiardo, perché ci sono vari game lottati che devono essere sottolineati. Anzi, nel primo il serbo deve annullare due palle break. Poi è Djokovic a metterlo a segno, e a quel punto inizia a mostrarsi quale sia la vera forma attuale del leader del ranking ATP, che non lascia più scampo al transalpino. Il primo 6-0 arriva così; il secondo vive di fatto su un unico gioco lottato, il terzo. Il 10 volte vincitore a Melbourne lo porta a casa: è vero che i primi due parziali si chiudono dopo più di un’ora, ma è altrettanto vero che si ha un doppio 6-0.

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Lo spettro del triplo 6-0, che non si verifica in uno Slam in singolare da più di trent’anni, aleggia sulla Rod Laver Arena, ma Mannarino, dopo 13 game persi di fila, riesce a vincere il quattordicesimo, provocando il giubilo del pubblico. Tanto per cambiare, il break arriva comunque nel quarto gioco, con Djokovic che non si volta più indietro e va a vincere per guadagnarsi l’appuntamento con uno tra Taylor Fritz e Stefanos Tsitsipas (l’americano e il greco sono attualmente protagonisti sulla John Cain Arena).

Appare quasi inutile ribadire il concetto della giornata attraverso le statistiche: 31-15 contro 12-31 il conto vincenti-errori gratuiti. Va pur detto che buona parte di quelli di Mannarino potrebbero tranquillamente essere ascritti alla giornata impressionante del serbo. E quella di oggi è una giornata da lancio di segnali, per tantissime ragioni. Anche indoor (vista la breve pioggia all’esterno), anche nella prima sessione diurna dal 2021.

Foto: LaPresse

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