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Australian Open: Sabalenka, sarà una finale da favorita. Qinwen Zheng e il suo percorso

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Aryna Sabalenka

C’è poco da dire: quest’edizione degli Australian Open, in campo femminile, è in mano ad Aryna Sabalenka. Cinque partite dominate, la sesta, quella con l’americana Coco Gauff, vinta d’autorità più di quanto il 7-6(2) 6-4 faccia capire. La bielorussa non potrà salire al numero 1 a fine torneo, ma in ogni caso riaccende la discussione circa il primato suo o di Iga Swiatek.

In questo torneo gli stati di forma si sono visti anche in modo palese: impeccabile quello di Sabalenka, deficitario quello della polacca, almeno per gli obiettivi finali. E se da una parte il tabellone è stato ricchissimo di sorprese, dall’altro, a conti fatti, sono arrivate le due giocatrici di maggior richiamo, quelle su cui si scommetteva fin dall’inizio per un match di primo livello. La bielorussa, però, era già favorita, oltre che per il proprio cammino, anche per le fatiche di Gauff (soprattutto quella dei quarti di finale). L’USA ha decisamente alzato il livello, ma contro questa versione della numero 2 del mondo c’è davvero poco da fare.

Sarà la terza finale Slam per lei, e sarà anche l’opportunità di difendere il titolo già detenuto nel 2022, anche allora dopo un cammino di primo livello, anche se quello di quest’anno è ancora più impressionante sotto numerosissimi profili. E dall’altra parte della rete avrà Qinwen Zheng, che ha già sconfitto nei quarti degli ultimi US Open per 6-1 6-4. Rispetto ad allora, però, qualcosa è già cambiato.

Australian Open: Aryna Sabalenka torna in finale, battuta in due set Coco Gauff

Innanzitutto, la cinese ha acquisito ancor più fiducia, dimostrando nella tournée asiatica e poi in United Cup di potersi confrontare senza timori con le top ten. Da tempo le avevano attribuito lo status di futuro del tennis del suo Paese, ma anche di potenziale volto tra i più noti del prossimo futuro. Lei ci sta mettendo il suo e, contro l’ucraina Dayana Yastremska, è anche riuscita a gestire un paio di momenti non semplici: del resto, con la prima semifinale Slam da giocare con il ruolo di favorita (ma non così tanto, visto il percorso dell’avversaria), ce lo si poteva attendere. Ed è anche un segnale di tenuta mentale importante.

Più d’uno ha fatto notare il tipo di cammino di Zheng nel torneo. Nessuna giocatrice compresa tra le attuali prime 50 era dall’altra parte della rete con lei in campo, ma è evidente che questo non è un problema dell’asiatica. Tra stati di forma precaria, sorprese da record e quant’altro le big sono uscite, oppure si sono autoeliminate, strada facendo. Lei ha proseguito imperterrita, e adesso entrerà per la prima volta tra le top 10. E dire che il suo rischio l’ha corso, contro la connazionale Yafan Wang: un tipo di memoria, però, che può ritornare utile in certe situazioni. E che potrebbe diventare una chiave, almeno a livello psicologico, della finale. Sempre se Sabalenka lascerà spazio, perché quanto visto finora fa chiaramente capire che la bielorussa entra nell’ultimo atto con enormi chance di vittoria.

Foto: LaPresse

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