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Australian Open: Sinner convince all’esordio, Djokovic fatica, Rublev si salva dal baratro

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In archivio la prima giornata degli Australian Open. Un torneo lungo, che oggi ha visto qualcuno dei grandi protagonisti scendere in campo. E in molti hanno avuto più di una difficoltà a Melbourne Park. Tra questi però non rientra Jannik Sinner, che si è scrollato di dosso un primo turno insidioso con l’olandese Botic van de Zandschulp.

Non ci si poteva attendere l’azzurro in versione deluxe come ammirato negli ultimi mesi del 2023, ma il ragazzo di Sesto Pusteria è riuscito ad assolvere il proprio compito in maniera abbastanza comoda nonostante le percentuali con la prima di servizio non siano state d’élite. Con i carichi di lavori assegnati era qualcosa di prevedibile, ma resta il fatto che quando contava ha sempre preso la scelta giusta, lasciando poche speranze all’olandese che, quando ha visto uno spiraglio in avvio di terzo set, si è visto un portone in faccia fatto di due break subiti in fila e tre palle del controbreak per tornare in auge annullate magistralmente dal numero 4 al mondo. Che alla fine è rimasto in campo due ore e mezza: tempi accettabili.

Nulla a che vedere con Novak Djokovic, che ha sofferto più di quanto ci si potesse aspettare contro il croato Dino Prizmic, uno che nel prossimo futuro potrà dare fastidio a tanti ma che era pur sempre al debutto Slam contro il numero 1 al mondo. Che, tra secondo e terzo set, è parso un po’ in difficoltà fisica, soprattutto nel sostenere gli scambi da fondo del suo giovane avversario. Alla fine rimane comunque un fenomeno ed è riuscito a chiudere la pratica in quattro set, ma ci sono volute comunque quattro ore per piegare il giovane avversario. Ma più di una volta Nole ci ha abituato a delle partenze diesel, se poi carica sono dolori.

Chi ha rischiato davvero di salutare anzitempo il torneo è Andrey Rublev. Il brasiliano Thiago Seyboth Wild ha venduto carissima la pelle in un match emozionante, chiusosi soltanto al super tiebreak del quinto set, dove il russo si era trovato anche sotto di due minibreak. Un finale che poteva essere diverso, soprattutto quando il numero 5 al mondo, fra terza e quarta frazione, ha perso la testa più volte. Ma deve ringraziare il suo talento, e anche un errore del suo avversario quando era avanti 6-4 nel gioco decisivo, per permettergli di essere al secondo turno, resettare e giocarsi ancora le sue possibilità nell’Happy Slam.

Foto: Lapresse

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