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Che cos’è il ranking protetto a cui potrebbe affidarsi Berrettini. Ma le tempistiche lasciano a desiderare

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Un percorso ancora più in salita per Matteo Berrettini. Il tennista italiano ha rinunciato a partecipare agli Australian Open 2024. Il forfait nel Kooyong Classic aveva lasciato intuire che le condizioni del piede destro del romano non fossero buone e quindi la notizia odierna non sorprende più di tanto. Ricordiamo che Matteo si era già cancellato dalle qualificazioni dell’ATP250 di Brisbane, prima di prendere parte al Major australiano.

Considerando il protrarsi della sua lontananza dai campi, l’azzurro potrebbe avvalersi della regola del “ranking protetto”Di cosa si tratta? Tale norma consente ai giocatori che ritornano in campo dopo una lunga pausa, causata da infortuni o per motivazioni personali, di poter utilizzare in fase di iscrizione a un torneo, per un periodo di un anno, la propria classifica precedente allo stop forzato.

Il numero di eventi del circuito nei quali è consentito usufruire del ranking protetto è limitato e dipende dalla durata dell’interruzione: in caso di pausa dal circuito compresa tra i 6 e i 12 mesi il numero di eventi è di otto, mentre nell’eventualità in cui l’interruzione del’attività sia superiore ai 12 mesi il numero di tornei nei quali si può utilizzare lo special ranking sale a dodici.

L’ultimo match ufficiale di Berrettini risale a fine agosto (infortunio agli US Open 2023), di conseguenza per essere fedeli alle tempistiche specificate si parlerebbe di un ritorno in primavera. Tuttavia, è da capire come e quanto la programmazione di Matteo possa essere adatta a questo iter, oltre all’impatto psicologico sull’atleta.

Foto: LaPresse

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