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Flavio Cobolli non vuole fermarsi: “Con Kotov un test, non la partita della vita. Avevo il tifo contro e mi esaltavo”

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Flavio Cobolli

Il qualificato azzurro Flavio Cobolli ha vinto all’esordio nel main draw degli Australian Open 2024 di tennis, ribaltando il pronostico contro il cileno Nicolas Jarry, numero 18 del seeding, battuto per 6-4 3-6 6-3 2-6 7-5 dopo 4 ore e 5 minuti di gioco. Il tennista italiano ha commentato poi in conferenza stampa l’esito dell’incontro.

L’analisi del match: “Sono molto contento della mia prestazione oggi. Era il mio primo ‘3 su 5’, non considerando quella con Alcaraz al Roland Garros, che è durata meno di una partita normale, quindi era la prima volta che mi mettevo a confronto con questa durata, e credo di averla gestita nel migliore dei modi. Potevo fare meglio all’inizio del secondo e del quarto set, perché partendo male mi sono ritrovato ad avere meno energie per combattere in quel parziale. Dovrò migliorare questo aspetto nei match futuri, ma sono contento per come ho affrontato le difficoltà, perché ce ne sono state tante“.

Entrando nello specifico: “Sul cambio campo del 5-4 pensavo di aver perso, poi però ho guardato il mio team, che continuava a incitarmi, allora ho provato comunque a dare tutto, ed alla fine hanno avuto ragione loro. Chi mi conosce sa che mi piace giocare in queste condizioni, anche se il tifo è a sfavore. Come disse Novak Djokovic una volta, anche se il pubblico tifa contro di me, io sento ‘Flavio, Flavio’. È stata dura perché erano tante le persone che tifavano per Jarry, ed in certi frangenti è stato anche un tifo scomodo. Però lo sapevamo, mio papà mi aveva avvertito che c’era un ‘muro rosso’ a bordo campo, e credo di aver pensato soprattutto a me e non a quello che accadeva fuori dal campo“.

Flavio Cobolli nello stesso spicchio di tabellone di Arnaldi agli Australian Open: il prossimo turno non è impossibile

Il salto di qualità: “Dopo la vittoria in Portogallo sono andato subito ad Olbia. Aver trovato la vittoria e la finale, vincendo nove match di fila, mi ha fatto maturare molto, soprattutto perché le ho vinte da sfavorito, da giocatore meno pronto degli altri. Mi ha dato quella motivazione in più per migliorarmi e per combattere anche durante i match: è stato quello il momento in cui le cose sono cambiate, anche se per il momento non ho ancora fatto nulla“.

I tifosi che lo hanno sostenuto: “Non li avevo mai visti prima del torneo. Sono venuti al primo match di qualificazioni per sostenermi. Loro sono ragazzi nati in Italia, ma che si sono trasferiti da molto piccoli in Australia, quindi non parlano nemmeno troppo bene l’italiano, ma sento il loro affetto e mi ha aiutato molto averli con me, quindi sono andato subito a festeggiare con loro”.

Il prossimo avversario sarà il russo Pavel Kotov: “Sicuramente sarà un avversario molto tosto, è cresciuto molto negli ultimi tempi, ha battuto Lorenzo Musetti la settimana scorsa, così come sono cresciuto io. Ha un gioco fastidioso, e per vincere dovrò portare il match sul piano fisico, che è più la mia forza e meno la sua. Vedremo come andrà“.

Non sarà la partita più importante della sua carriera: “Non la vedo in questo modo. La considero più come un test per vedere se ciò che sto facendo è buono, una prova che potrà dimostrarmi tante cose. Se perderò non sarà la fine del mondo, e non butterò via tutto quello che ho fatto negli ultimi mesi, ma se dovesse andare bene, come spero, potrebbe essere la svolta. Finalmente“.

Dichiarazioni da Vanni Gibertini

Foto: Mattia Martegani

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