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Jannik Sinner autoritario: piega Khachanov pur con qualche problema al servizio e vola ai quarti degli Australian Open

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Anche in una giornata non troppo scintillante, Jannik Sinner sa rendere le cose più semplici di quanto siano. Il ragazzo di Sesto Pusteria è ai quarti di finale degli Australian Open per la seconda volta in carriera: Karen Khachanov, con cui ha spesso avuto partite combattute, si arrende per 6-4 7-5 6-3 in due ore e trentacinque minuti. Il punteggio però non racconta le difficoltà al servizio dell’azzurro nelle prime due frazioni, con la prima che arrivava a fatica (anche a causa di un fastidioso vento) e offrendo il fianco più volte al semifinalista dello scorso anno. Però, con calma olimpica, Jannik ha fatto passare la tempesta, aspettando che la partita venisse a sé cancellando nove palle break nei primi due set per poi raggiungere l’obiettivo, attendendo il vincitore della sfida tra Andrey Rublev ed Alex De Minaur.

Jannik non ci mette molto a rompere l’equilibrio. Khachanov nei primi giochi prova a mescolare le carte scendendo più del solito a rete e l’azzurro lo passa senza remore. Aggiungete al menù un paio di risposte delle sue e arriva il break nel terzo gioco. Ma la prima di servizio non l’aiuta, rimanendo sotto il 50% nel set di apertura e costringendo Sinner a difendersi. Deve salvare qualcosa come cinque palle break tra quarto e decimo gioco ma alla fine, con le unghie e con i denti, il numero 4 al mondo si aggiudica il set.

Le cose sembrano mettersi bene anche in apertura di seconda frazione, con un Khachanov che appare frastornato e concede subito il break. Ma le incertezze di Jannik al servizio continuano, la prima continua ad andare a singhiozzo permettendo al russo di andare in spinta costante e tornare in parità. I turni di servizio dell’azzurro sono sempre complicati e per questo Sinner è costretto a giocare più dietro rispetto al solito, venendo costretto ad annullare altre quattro palle break tra quarto e ottavo gioco. Dopo aver fatto passare la mareggiata, arriva quasi inaspettato il break a suo favore nel game numero undici, con una naturalezza impressionante: tre punti magnifici da sotto 40-15 e Sinner va a servire per il set, che chiude in maniera perentoria. Ed è probabilmente qui, con la sua calma da giocatore navigato, seppur ancora giovanissimo, che vince la partita.

Il vantaggio di due set tranquillizza il numero 4 del seeding, che ritrova un po’ più di confidenza con il proprio servizio e avanzando costantemente verso la riga di fondo. Khachanov si toglie lo sfizio di mettere a segno il punto del torneo con un lob in tweener, ma ora è lui a soffrire costantemente in battuta, offrendo palle break a profusione. Al quarto tentativo, sopraffatto dalla profondità di Sinner, il russo deve arrendersi e le energie, nervose e fisiche, vengono meno: altro break e Jannik può sorridere salutando l’avversario.

Sinner si porta a casa la partita nonostante riesca a mettere in campo solo il 54% di prime di servizio e il 58% di conversione con la seconda: ad aiutarlo è la solita freddezza nei momenti decisivi, annullando nove delle dieci palle break concesse tra primo e secondo set. Poi è maestoso sulla seconda di Khachanov, vincendo 16 dei 30 punti complessivi, oltre ad essere cinico come non mai: alla fine è 5/8 sulle palle break a favore, ma sfruttando le prime tre a disposizione che gli hanno permesso di essere avanti due set a zero.

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