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Editoriali
L’Italia si riscopre innamorata di Sinner. Un nuovo ciclo e la rincorsa al trono di n.1
La promessa è diventata una fulgida realtà. Avevamo fretta, noi assetati di vittorie nel deserto arido del tennis. Quasi mezzo secolo di digiuno, di vani profeti, diversi buoni giocatori, ma nessun fuoriclasse. Poi è arrivato Jannik Sinner, novello Re Mida con la racchetta che, nell’arco di due mesi, ci ha donato la Coppa Davis ed un titolo dello Slam che mancavano da 48 anni.
Le qualità di questo ragazzo erano note sin da quando era poco più che un adolescente. Un ragazzino completo, capace di ‘picchiare’ forte sia di diritto sia di rovescio. Alle NextGen di Milano nel 2019 surclassò i pari età in maniera perentoria, poi già nel 2020, in una stagione sui generis, colse i suoi primi quarti di finale in uno Slam al Roland Garros. La pandemia, con le tante restrizioni, la rivoluzione dei calendari ed il congelamento del ranking, ha certamente contribuito a rallentare un processo di crescita che necessitava dei suoi tempi. Nonostante fosse un predestinato, Sinner non era pronto sin da subito per i palcoscenici più prestigiosi. Ricordate i tanti problemi fisici con cui spesso doveva fare i conti sino ad un paio di stagioni fa? La tenuta atletica, soprattutto nei match al meglio dei cinque set, veniva considerata un anello debole negli ingranaggi. E che dire poi di un gioco inizialmente incisivo, ma monocorde e con poche capacità di variazione. Proprio per questo maturò la separazione dallo storico allenatore Riccardo Piatti a seguito dell’eliminazione agli Australian Open 2022 contro il greco Stefanos Tsitsipas. Da quel momento iniziò il percorso con Simone Vagnozzi, a cui qualche mese dopo si aggiunse un super coach di rango come Darren Cahill, teso al completamento del giocatore dal punto di vista tecnico.
Il punto di svolta nella carriera di Sinner, più che il primo titolo Masters1000 a Toronto nell’estate 2023, va ricercato nell’ATP 500 di Pechino dello scorso autunno: l’aver battuto tra semifinale e finale il n.2 e n.3 del mondo, ovvero lo spagnolo Carlos Alcaraz ed il russo Daniil Medvedev, ha davvero rappresentato l’input per mettere nel mirino vette più alte. Uno dopo l’altro, tutti i tabù sono caduti. Novak Djokovic è stato sconfitto in tre degli ultimi quattro precedenti, peraltro anche a Melbourne dove era imbattuto nelle dieci precedenti semifinali cui aveva preso parte. C’è stato un periodo in cui il nativo di San Candido sbatteva puntualmente la testa contro i primi 5 del ranking: nel 2023 li ha battuti tutti, peraltro più di una volta. Ed è incredibile notare come sinora il classe 2001, nei sei match disputati sin qui contro un n.1 al mondo, ne abbia vinti addirittura quattro!
Il trionfo agli Australian Open può essere considerato come l’ideale chiusura di un cerchio. Ora Jannik Sinner è un fuoriclasse completo in tutti gli aspetti del gioco: il servizio è diventato un’arma letale, le discese a rete una risorsa; in particolare l’italiano, come solo i fenomeni sanno fare, riesce ad esprimere il massimo proprio nei momenti decisivi della partita, quando alza a dismisura l’asticella. Dispone inoltre di una forza mentale fuori dal comune, e su quella non puoi lavorarci: o ce l’hai o ti manca. Anche quando si è ritrovato in svantaggio per 0-2 contro Medvedev, il campione di Sesto Pusteria non ha mai dubitato nemmeno per un istante di poter ribaltare l’incontro. Non si è demoralizzato, ma al contrario ha ricercato dentro se stesso le risorse per imprimere una svolta tattica alla partita.
Al tempo stesso, il primo Slam può segnare anche l’avvio di una nuova era. Quella in cui Sinner, giocatore ancora molto giovane con i suoi 22 anni, dovrà andare a limare dei piccoli dettagli per diventare un vincitore seriale. Le dichiarazioni in conferenza stampa lasciano piacevolmente attoniti e ci raccontano quanto speciale sia l’attitudine mentale di questo ragazzo: “Devo essere sincero, nei primi due set non ho visto palla. Quindi da adesso devo lavorare tanto sia fisicamente sia tecnicamente per migliorare“. Insomma, dopo l’apoteosi in un Major, l’azzurro ha il cruccio di due set in cui l’avversario è stato superiore e dunque sta già pensando a come evitare che ciò possa riaccadere in futuro…Un approccio maniacale che ricorda un suo corregionale, sebbene di un altro sport: il fuoriclasse dello slittino Armin Zoeggeler. Si percepisce come Sinner non sia per nulla appagato dal trionfo australiano, ma lo consideri anzi come un traguardo intermedio verso il Sacro Graal che insegue sin da quando ha iniziato a praticare il tennis dopo aver lasciato lo sci alpino: diventare n.1 al mondo. Ormai ha dimostrato di possedere ogni ingrediente per raggiungere un obiettivo da sempre impensabile per il tennis italiano: per farlo sarà cruciale vincere la prossima sfida, ovvero eccellere anche sulla terra rossa, un contesto dove peraltro Sinner, con più esperienza sulle spalle, possiede le qualità per emergere.
Sinner, ormai non ci sono più dubbi, è oggi lo sportivo italiano più famoso al mondo, il che non è poco in quella che abbiamo definito una vera e propria epoca d’oro tricolore. Ha scavalcato i vari Marcell Jacobs, Gianmarco Tamberi, Gregorio Paltrinieri, Francesco Bagnaia, Sofia Goggia, Federica Brignone. Stiamo parlando di un vero e proprio fenomeno mediatico, capace di attirare e spostare le masse. Un iconico idolo delle folle, come lo erano stati in passato Alberto Tomba nello sci alpino, Marco Pantani nel ciclismo e Valentino Rossi nella MotoGP. Una popolarità conquistata con le vittorie e, soprattutto, la semplicità. L’umiltà e l’umanità di questo ragazzo fanno breccia, così come i valori che lascia trasparire. La dedica ai genitori non ha bisogno di commenti: “A tutte le persone che stanno seguendo da casa: vorrei che tutti avessero dei genitori come i miei, che mi hanno sempre permesso di scegliere anche quando ero giovane, non mi hanno mai messo pressione anche quando praticavo altri sport. Auguro a tutti i bambini di avere la libertà che mi hanno lasciato i miei genitori. Ci vediamo il prossimo anno“. L’Italia si riscopre innamorata di questo ragazzo dai capelli rossi e sogna di vederlo presto accomodarsi su quel trono per il quale ha lanciato una prepotente candidatura.