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‘Maurizio racconta…’: Schieder pronto per tutte le piste. Ha senso la Superlega nel calcio?

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Florian Schieder

VOTO, BORSINO E MIGLIORI DELLA SETTIMANA DELL’ITALIA

Voto della settimana per l’Italia: 6,5

Borsino della settimana (chi sale e chi scende)

S. Deromedis (skicross) L. Simonelli (atletica)
L. Musetti (tennis)          Nazionale maschile sci fondo

Atleta della settimana (uomo), Florian Schieder (sci alpino): perdere sulla mitica ‘Streif’ di Kitzbühel per soli cinque centesimi (dal transalpino Sarrazin) sicuramente fa male, ma ciò non toglie nulla alla splendida gara del classe 1995 di Castelrotto, che ha addirittura superato il fenomeno Marco Odermatt –terzo – di 29 centesimi. Secondo podio della carriera in World Cup, e seconda piazza d’onore consecutiva proprio sulla Streif. Secondo me, Schieder è pronto per esplodere in quasi tutti i tracciati del Circo Bianco, soprattutto quelli più tecnici. Quando troverà la continuità necessaria in ogni pista, si dovrà fare i conti anche con lui.

Atleta della settimana (donna), Jasmine Paolini (tennis): grazie agli ottavi raggiunti agli Australian Open, la toscana guadagnerà il suo best ranking WTA (virtuale al numero 24, da confermare lunedì prossimo). Tutte le prime volte di Jasmine sono racchiuse in quest’ultima settimana: prima vittoria nel main draw dell’Happy Slam, prima volta in un terzo turno e in un ottavo Slam. Purtroppo, contro la palla pesante e profonda della russa Kalinskaya non ha trovato il suo repertorio migliore, fatto di timing e senso dell’anticipo. Evidentemente la tensione si è fatta sentire, ma i miglioramenti sono netti e non resta che focalizzarsi sugli aspetti che vanno perfezionati.

HA SENSO LA SUPERLEGA NEL CALCIO?

La decisione di qualche settimana fa, da parte della Corte di Giustizia Europea, che ha dato il via libera alla realizzazione della Superlega di calcio, ha diviso ulteriormente i protagonisti del mondo del pallone, tra esultanze e (soprattutto) pareri negativi. La A22 Sports Management, società costituita per sponsorizzare e assistere la creazione della SuperLeague Europea, ha dunque avuto ragione davanti alla legge. Ma ormai rimangono pochi i club del blocco iniziale che erano convinti del mega progetto.
Real Madrid, Barcellona, Juventus e (forse) Napoli gioiscono, argomentando che i club sono finalmente padroni del proprio destino (soprattutto finanziario). Altri invece come Inter, Manchester United, City, Psg, Bayern Monaco, Siviglia, Atletico Madrid e Roma, erano inizialmente coinvolti ma ora rifiutano l’idea di partecipare. Cerchiamo di analizzare gli ipotetici benefici e rischi di questa manifestazione.
Ovviamente, prima di parlare di vera rivoluzione bisogna capire se il progetto è solo sulla carta o sia veramente fattibile. Una cosa è certa: la sentenza della Corte ha spostato ancora di più l’asse del potere dalla Uefa ai grandi club. In parole spicciole, decideranno i club dove andrà il calcio, chiedendo sempre più soldi e riconoscimenti. Intendiamoci: nei contenuti della sentenza si riconosce a UEFA e FIFA il diritto di organizzare i tornei e gestirli economicamente, quindi ammettendo la piramide sportiva. La novità risiede nell’affermare che un torneo extra non può essere negato o sanzionato. A patto, però, che in codesto torneo ci sia il merito sportivo.
Meritocrazia che, purtroppo, non si vede da nessuna parte analizzando i criteri e il regolamento. Nella formula proposta da A22, le 64 squadre partecipanti sarebbero divise in tre tornei o livelli: il più importante (Star), poi Gold e Blue League. Nelle prime due categorie 16 squadre, nella terza altre 32. Con retrocessioni e promozioni a fine anno. Ma non si spiega il criterio di partecipazione nella prima divisione. Quel torneo Star, infatti, sarebbe a “nomi chiusi”: dentro ci sarebbero il gruppo delle big europee, ben protette da un sistema con due retrocessioni. Ma la cosa più grave è che si negherebbe l’ingresso diretto ai campioni nazionali se questi si chiamassero, ad esempio, Girona o Atalanta.
Il secondo motivo, oltre alla meritocrazia, per mantenere compatto il fronte del “No”, lo costituisce il fatto che una Superlega di questo tipo -soprattutto nel livello Star- con 16 top club a giocare tra di loro e sommersi da introiti megagalattici, distoglierebbe l’attenzione delle società dai campionati nazionali. Abbassando dunque la competitività, lo spettacolo e l’interesse degli appassionati. E, ovviamente, le Leghe nazionali delle principali potenze europee non ci stanno. Come farebbero queste ultime a vendere i diritti tv dei tornei nazionali, in casa e all’estero? Ci sono club medio-piccoli che con quelle risorse sopravvivono.
Tuttavia, se dietro al progetto si “nascondono” grandi banche d’investimento americane e arabe (offrendo addirittura piattaforme streaming gratis), non sarà per niente facile dire di no ad una simile offerta. Chi vivrà, vedrà.

Maurizio Contino

LE PUNTATE PRECEDENTI DI ‘MAURIZIO RACCONTA…’

Foto: Fisi / Pentaphoto

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