Rugby
Rugby, la difficile missione di Quesada: rosa non dissimile da quella di Crowley, i possibili punti di discontinuità
Prende il via questo fine settimana il Guinness Sei Nazioni 2024 e la grande novità in casa Italia è la presenza di Gonzalo Quesada sulla panchina azzurra. Il tecnico argentino ha preso il posto di Kieran Crowley dopo la deludente Rugby World Cup e ora, come a ogni cambio di tecnico, ci si aspettano i miracoli dal primo allenatore argentino nella storia dell’Italia. Ma cosa ci si può aspettare veramente?
In primo luogo, guardando alla rosa dei convocati per il match con l’Inghilterra saltano all’occhio i cinque esordienti, cioè i primi giocatori targati Quesada. E a evidenziarsi – complici va detto anche gli infortuni – sono le tre novità in prima linea, Nocera, Rizzoli e Spagnolo; cui si aggiungono Izekor e Vintcent in terza linea. Insomma, 5 novità su 34, con il ct argentino che giustamente non ha rivoluzionato la rosa e che, anzi, nella trequarti non ha inserito nessuna novità.
Dal punto di vista, dunque, delle scelte individuali si prospetta poca discontinuità, con anche i possibili titolari che saranno in buona parte quelli già visti con Crowley. Probabile l’impegno con maggior continuità di ragazzi giovani che con Crowley avevano solo assaporato l’azzurro, pensiamo soprattutto a nomi come Iachizzi, Zambonin, ma soprattutto Gesi e Pani nella trequarti. Sicuramente inserimenti graduali e ragionati, perché come ha detto lo stesso Quesada “Questo Sei Nazioni dovrà vivere su due binari di obiettivi. Il primo quello di essere immediatamente competitivi, il secondo quello di pensare al futuro iniziando a innestare principi e metodi di lavoro per giovani giocatori che dovranno essere poi pronti a prendersi responsabilità”.
Ma che rugby vedremo? Più volte in questi mesi il coach argentino ha sottolineato l’ottimo lavoro svolto dal suo predecessore e come un certo stile di gioco “brillante” verrà sicuramente mantenuto. Al tempo stesso Quesada sa quali sono stati i limiti dell’Italia di Crowley, soprattutto in difesa e nei punti d’incontro, e i tanti volti nuovi proprio in mischia stanno a dimostrarlo. Quesada vorrà un’Italia più concreta, come ha sottolineato pochi giorni fa, e consistente. Ma senza rivoluzioni, perché l’età media degli azzurri è tra le più basse e le basi poste da Crowley non erano tutte sbagliate. Ripartire da quello che ha trovato, per poi aggiungere quegli ingredienti che sin qui sono mancati. Per provare a compiere quel miracolo sempre auspicato, ma che ct dopo ct non è mai arrivato.
Foto: PA Wire/PA Images / IPA