Salto con gli sci

Salto con gli sci. Choi Heung-Chul, il ‘Kasai coreano’. A 44 anni sogna una medaglia olimpica nel 2026!

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C’è una storia che merita di essere raccontata, perché se da un lato può e deve essere considerata quella di un sognatore (come lui stesso si definisce), dall’altro rappresenta un inno alla passione pura per lo sport, nonché alla volontà di non arrendersi neppure di fronte all’evidenza. Il protagonista della vicenda è Choi Heung-Chul, saltatore con gli sci sudcoreano.

Nato il 3 dicembre 1981, in passato ha saputo essere competitivo anche nel massimo circuito. Si parla di un soggetto capace di bussare alle porte della top-ten in Coppa del Mondo e di attestarsi a più riprese in zona punti in un ampio arco temporale che va dal 1999 al 2010. Insomma, non si tratta di un parvenu.

Tuttavia, il movimento sudcoreano non è stato in grado di tenere il passo con l’evoluzione della disciplina. Inoltre l’età, che per intenderci è la stessa di Simon Ammann, ha cominciato a farsi sentire. Eppure, Choi non demorde. Di ritirarsi non ci ha mai pensato (nel 2023 era al via delle gare di Coppa del Mondo di Sapporo) e nei giorni scorsi ha annunciato di aver trovato un nuovo sponsor. L’obiettivo? Una medaglia olimpica!

Salto con gli sci, Noriaki Kasai sfida gravità e natura. A 51 anni gareggerà a Sapporo nel 2024 come lo fece nel 1988 da teenager?

Solo una sparata per avere un minimo di visibilità mediatica? Probabile. Come detto, non parliamo di uno sprovveduto, bensì di un atleta che ha ben chiari i propri limiti. Comunque sia, ha raggiunto il suo scopo, tanto da essere contattato dai giornalisti polacchi del portale di riferimento skijumping.pl.

Ai colleghi mitteleuropei, il diretto interessato ha detto che “tutti hanno diritto di sognare. Avere successo alle Olimpiadi è il sogno di ogni atleta. Fino a quando praticherò sport, perché dovrei smettere di sognare? Ho sempre voluto una medaglia ai Giochi e so che nella situazione attuale è un obiettivo estremamente difficile da raggiungere. Le abilità fisiche e tecniche dei miei avversari sono in costante miglioramento e la tecnologia a disposizione di altre federazioni è massima. Tutto ciò riduce le mie possibibilità al minimo, ma fino a quando ce ne sarà anche una su un milione, continuerò a sognare”.

Si parta dal presupposto che ai Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026 bisogna qualificarsi e non sarà affatto semplice! Peraltro potrebbe esserci concorrenza interna. La Corea del Sud ha un paio di teenager che stanno cercando di trovare diritto di cittadinanza nell’arena internazionale.

Il sedicenne Jang Sun-woong, per esempio, ha marcato punti in Fis Cup (le gare di “Serie C”), ottenendo dunque il diritto di prendere parte agli appuntamenti di Continental Cup (il circuito cadetto).

Al riguardo, Choi ha spiegato come “in Corea, il progetto legato al salto con gli sci è cominciato nel 1991. L’obiettivo era quello di avere una squadra competitiva per i Giochi olimpici di Nagano 1998. Però, proprio tra il 1997 e il 1998, si è verificata la famigerata ‘crisi finanziaria asiatica‘. In quel periodo milioni di persone hanno perso il proprio lavoro e sono cambiate tante cose, anche in Corea. Da quel momento, il budget dedicato alla disciplina è stato ridotto. Io sono convinto che i saltatori coreani, se supportati economicamente da un grande sponsor, potrebbero farsi valere. Guardate cosa sta ottenendo la nostra nazione nello skeleton e nel curling, che non erano certo ambiti ricchi di tradizione”. 

In ogni caso, l’uscita di Choi Heung-chul ha avuto un certo risalto in patria. D’altronde la nazione asiatica ha dimostrato di avere passione per il salto con gli sci. Un interesse invero sorprendente anche tra “il grande pubblico”.

Un film interamente incentrato su questo sport, intitolato Gukgadaepyo, fu il secondo più visto in Corea del Sud nel 2009! Peraltro non si trattò di un B-movie, bensì di una produzione che coinvolse il gotha dello show business locale.

Già vedere l’oggi quarantaduenne sudcoreano al via dei Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026 rappresenterebbe una storia da film, sicuramente più meritevole di essere raccontata di quelle trattate in altre pellicole che hanno interessato la disciplina in tempi relativamente recenti.

Una medaglia, all’età di 44 anni senza essere mai entrato nella top-ten nel massimo circuito, non sarebbe materia da romanzo sportivo. Bensì fantascienza pura! Ci si può attrezzare anche per quella, volendo.

Foto: La Presse

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