Per scoprire quote, pronostici, bonus, recensioni bookmaker su scommesse sportive e molto altro su sport betting è possibile consultare la nostra nuova sezione dedicata alle scommesse online
Sci Alpino
Sci alpino, De Chiesa preoccupato: “Poca roba dietro Paris, Goggia e Brignone. C’è un giovane che mi piace”
Lo sci italiano sta attraversando un momento particolare. Da una parte le grandi certezze, da Dominik Paris a Federica Brignone, passando per Sofia Goggia e Marta Bassino. Dall’altra punti di domanda non di poco conto. Il ricambio generazionale non sta avvenendo e, anche all’orizzonte, non si vedono atleti che possano prendere il testimone. Per fare un po’ il punto della situazione sul movimento in generale, chi meglio di Paolo De Chiesa? Ex protagonista della “Valanga azzurra” e ora commentatore tecnico in Rai. La sua chiacchierata con OA Sport inizia da un gradito ritorno.
Paris è rinato dopo un anno difficile: pensa che possa essere l’anno buono per provare a vincere la Coppa di discesa?
“Paris è rinato, dopo un anno molto difficile e un periodo di involuzione tecnica. Non era più lui in curva. Un anno fa sappiamo che risultati ha ottenuto: un secondo posto in un superG particolare a Cortina dove erano caduti in tanti, per il resto sempre lontano dal podio. Quest’anno ha sciato veramente bene in Val Gardena, ha fatto una grande gara e ne stava facendo una bellissima anche a Bormio, perché se non fosse scivolato secondo me arrivava tranquillamente terzo dopo il duo Sarrazin-Odermatt. Penso che sarà molto difficile che possa vincere la Coppa del Mondo di discesa, un traguardo che non ha mai centrato. Questo mi dispiace perché è un vero peccato che un campione così grande non ci sia mai riuscito. Però non è detto. Peccato perché a Bormio poteva conquistare 60 punti tranquillamente. Quindi vedremo ora nelle grandi classiche cosa succederà, se si decideranno le sorti di questa coppa. L’importante, più che vincere la coppa di discesa, è che Paris scii bene e torni a fare certi risultati. Se la coppa non l’ha mai vinta quando era il più forte di tutti (perché c’era un anno in cui lui ha vinto diverse gare, ma alla fine ha trionfato Feuz grazie ai piazzamenti) vuol dire che magari è destino che non la vinca (scherza, ndr). L’importante è che torni a sciare bene come sta facendo in discesa, perché in superG sinceramente l’ho visto male. In Val Gardena è partito con il numero 2 e c’era poca visibilità, e lui in quelle condizioni si irrigidisce. Anche nelle prime porte di Bormio era in difficoltà. In una curva verso sinistra e in altre due prima di cadere, si è inclinato e poi si è aperto l’attacco, e non viceversa”.
Il fatto che Paris, a 34 anni, sia ancora imprescindibile per lo sci alpino maschile, la dice lunga sul problema di valorizzare i giovani: è preoccupato?
“Certo che son preoccupato. Il problema è sotto gli occhi di tutti, di noi tecnici e appassionati: dietro questi big, dietro Paris, c’è pochissima roba. Franzoni poteva essere interessante e potrà esserlo ancora, certo, ha avuto qualche infortunio, uno grave l’anno scorso, poi un’operazione tremenda, con ganci di titanio che hanno sistemato la cosa, un po’ come era successo a Fill. Però a lui è capito nella gamba, a Fill negli addominali, quindi vediamo. Adesso ci sono segnali di ripresa, è arrivato 31esimo in superG, vicino all’ingresso nei 30, ed al punticino in Coppa del Mondo, però diciamo che i giovani latitano. Il migliore è stato Zazzi 29esimo, dopo aver fatto una buona discesa chiusa al 18o posto. Lo sci italiano soffre, ma è un discorso generale, c’è qualcosa che non quadra in Federazione. Questi ragazzi promettono, vanno anche bene da giovanissimi, poi però il meccanismo si inceppa, quindi c’è qualche intoppo nella filiera. Sinceramente non so quali siano i motivi, come si possa risolvere questo problema e come si potrà investire diversamente sui giovani per ricreare un bacino d’utenza che, se si va avanti così, si farà sentire molto tra qualche anno quando questi big smetteranno”.
Casse è esploso tardi, Schieder fatica a trovare una sua dimensione. Cosa pensa di Alliod?
“Casse è esploso tardi, ha sempre promesso, ma mantenuto molto meno. L’anno scorso ha fatto una grande stagione con tre podi: due discese e un superG, più un quarto posto in discesa a Kitzbühel. Quest’anno ha sciato bene in Val Gardena perché era nei 10. Quindi un po’ di sfortuna mista a qualche errore nei Ciaslat gli ha precluso la possibilità di ottenere un risultato migliore. Però ha sciato sicuramente bene, anche nella discesa di Bormio dove è arrivato sesto e si è confermato ad altissimo livello. Purtroppo ha commesso un errore nelle prime porte in superG, su un dosso è andato troppo carico e la gamba ha ceduto e ha subito il rimbalzo dello sci. Un errore anche quello per carità, però Casse è uno che ha dimostrato di valere tanto e soprattutto di poter mantenere quel livello, poi se arriverà qualche podio sarebbe bellissimo. Per quanto riguarda Schieder, ha ancora problemi al ginocchio. Nel 2021 ai Mondiali di Cortina si fece molto male e ha avuto come conseguenze strascichi pesanti, per cui quel ginocchio è sempre di cristallo e deve far attenzione ad allenamenti, gare, ecc…Quando si è condizionati così non è facile sfondare. L’anno scorso ha fatto una bellissima stagione, secondo posto a Kitzbühel, un exploit incredibile e buoni risultati da lì in avanti da top10. Per ora fatica a trovare una sua dimensione, vediamo nelle prossime gare cosa succederà”.
I problemi ancora maggiori sono in gigante e slalom. Della Vite sembra ancora molto acerbo, Vinatzer non è mai diventato quello che ci aspettavamo. Il suo pensiero?
“I problemi in gigante sono grandissimi: De Aliprandini non può essere considerato il futuro dello sci italiano in questa specialità, è sul viale del tramonto. Magari non adesso, anzi gli auguro di andare fortissimo ancora, però diciamo che è uno da primi 10. Ha fatto due podi in carriera, uno al Mondiale, fantastico, e uno in Val Badia. Per il resto, è uno da primi 10, non si può considerare uno dei top 5 sciatori in gigante. Nella sua carriera è da primi 10 e adesso non ci entra più. Se non cambia qualcosa, se continuerà a sciare come ha fatto in queste prime gare, farà fatica anche a qualificarsi, questa è la verità. Dato che lui ha sicuramente talento e capacità di reagire, vediamo cosa saprà fare, perché questo momento è molto difficile e delicato per la sua carriera. Della Vite è bravo, ma non va come l’anno scorso quando si era affacciato nei primi 10 del mondo e sembrava ci potesse stare in pianta stabile. Per come l’abbiamo visto adesso fa fatica a rimanere a ridosso dei 10. Secondo me ci sono problemi tecnici e di impostazione di traiettoria. Spesso e volentieri lo troviamo in curva dopo il palo, quando Odermatt o i migliori del mondo hanno già finito e sono partiti via come razzi. Lui punta troppo sui pali, a volte, o si mette di traverso facendo ‘scarabocchi’ con queste intraversate, ‘’derapate prima del palo’’. Rallentando così tanto la curva la fa anche bene, però intanto ha frenato. Se, invece, non fa la derapata, arriva lungo perché con quelle traiettorie non ci sta sopra. Secondo me dovrà rivedere sicuramente alcune cose in questo senso. Dietro c’è Borsotti che sta andando bene, è bravo, però anche lui ha 33 anni. Non so quanti altri ne abbia ad alti livelli, quindi non è il giovane che può emergere. Se riesce a stare nei 10 come ha fatto in Val Badia, per lui sarebbe ottimo, un grande risultato a questo punto della sua carriera. Ha sempre lottato per entrare nei 20, diciamoci la verità. Vinatzer è molto discontinuo, sicuramente è veloce però tecnicamente per me ci sono aspetti da rivedere e non è facile farlo, perché ognuno ha nel DNA la sua sciata, e cambiare è molto difficile. L’abbiamo visto a Campiglio per esempio: sezioni velocissime nella prima manche, poi arretramenti, un paio nel muro e soprattutto sui dossi. Quando arretra tira le spalle indietro anche di poco, perde il controllo del baricentro e succede di tutto, decolla, non sta più attaccato al terreno, non riesce più a controllare la curva e sono disastri come successo nella seconda manche. In occasione del primo slalom di Gurgl aveva sciato male, qualche sezione l’aveva fatta bene, ma lui è veloce, fa sezioni buone, il problema è mettere insieme i pezzi. Se non metti insieme tutti i pezzi te lo sogni il podio, e lui potrebbe farcela. Un anno fa ha centrato un podio mondiale, ma nella sua carriera ne ha ottenuti solo due. Deve puntare sempre a quel risultato per la velocità che ha quando scende, però se procedono così senza continuità in slalom non ce le fai. Si vede come sciano quelli che vincono. Schwarz nell’ultimo slalom è stato impressionante, anche Noel, soprattutto nella prima manche, ma penso anche a tanti altri, come Kristoffersen. Se non scii così, con quella continuità e quella sicurezza, sai che l’errore è sempre dietro l’angolo. Il podio è sporadico”.
Che idea si è fatto di Corrado Barbera?
“Ho visto Barbera attentamente. Nella prima manche mi è dispiaciuto che non si sia qualificato per due/tre decimi. L’ho visto sciare molto bene sul muro, mi è piaciuto, determinato, tecnicamente a posto, un po’ agitato con le braccia nella parte alta, cercava la propulsione. A me piace di più il grande slalomista con busto fermo e braccia più composte, perché i movimenti sbagliati si ripercuotono inevitabilmente sulla conduzione di curva. Però è giovane ed è campione del mondo juniores. Un anno fa l’ho visto alle finali, adesso a Campiglio e mi è piaciuto molto. Speriamo che possa essere lui la speranza che tutti desideriamo di vedere concretizzata tra i pali snodati dello slalom, perché per il resto anche lì c’è ben poco”.
Marco Schwarz avrebbe potuto farcela contro Odermatt per la classifica generale?
“Purtroppo sappiamo come è andata, stagione finita, ovviamente. Ma metterei anche un punto interrogativo sulla carriera, almeno a quei livelli, ovvero pensando di continuare ad esprimersi in tutte le discipline su quegli standard come stava facendo adesso. Odermatt ai nostri microfoni Rai ha detto ‘Eccezionale, ma disumano, io non saprei come farcela a fare 4 discipline, faccio veramente fatica a stare a questi livelli in 3’’, e questo è Odermatt. Non dico che si sia fatto male per via di una programmazione esasperata, questo è difficile sostenerlo, anche perché stava sciando bene. Era la prima volta che andava a Bormio e sicuramente avrebbe fatto punti preziosi in discesa. Bisognerebbe guardare cosa fa in campo femminile Mikaela Shiffrin, che è la massima espressione della polivalenza nello sci alpino. Non fa tutte le gare, invece Schwarz aveva detto che avrebbe fatto tutte le prove di Coppa del Mondo. Per me era troppo: il fisico, la mente, non possono reggere un ritmo del genere anche se sei un fuoriclasse come l’austriaco”.
Passiamo alle donne, al momento il nostro vanto: per Brignone e Goggia è impossibile contrastare Shiffrin per la classifica generale o hanno qualche chance?
“Brignone e Goggia, lo dico sempre, se non succede niente a Shiffrin, per loro la classifica resta un sogno. Sognare costa poco, ma tale rimane, punto. Irrealizzabile. Se la statunitense dovesse farsi male si aprirebbero le porte alle avversarie, quindi in primis Brignone, Goggia… però bisogna tenersi nel cassetto questo sogno, sapendo perfettamente che senza un guaio a Shiffrin non se ne parla nemmeno, neanche lontanamente. Brignone è un fenomeno, e pochi giorni fa Shiffrin l’ha strapazzata. Federica ha sbagliato, certamente, sennò se la giocava alla grandissima. In discesa a St. Moritz l’americana è riuscita a battere Goggia, di cosa stiamo parlando? Shiffrin è Shiffrin, è intoccabile. Però dato che lo sci lo conosciamo benissimo, tutto può succedere”.
Brignone sta facendo vedere il meglio della sua carriera dopo i 30 anni: perché gli italiani maturano dopo?
“Federica sta facendo vedere il meglio di sé adesso, è un fenomeno di longevità, costanza, dedizione e abnegazione. Brignone, è vero, sta sciando come probabilmente mai prima nella sua vita. Con questa continuità non l’ho mai vista a questi livelli. Fantastica. Però voglio ricordare che è un po’ che tira la carretta. Nel 2011 è stata medaglia ai Mondiali in gigante, quindi sono tanti anni che è sulla breccia. Non direi che gli italiani maturano tardi, dipende dai casi. Paris non è maturato tardi ed è uno dei più grandi. Goggia idem, sono anni che vince, e non è una veterana ancora. Bassino lo stesso. 3 anni fa ha vinto la Coppa del Mondo di gigante. No, non direi che gli italiani maturano tardi. Ci sono atleti che lo fanno, possono essere italiani, svizzeri, tedeschi… dipende un po’ dalla storia del singolo. Oggigiorno con i sistemi di allenamento che hanno penso si possa mantenere un altissimo livello, una volta raggiunto, per lungo tempo”.
Anche in campo femminile, alle spalle di Brignone, Bassino e Goggia, si vede poco o nulla, sia nella velocità sia nelle discipline tecniche: siamo destinati ad anni difficili dal 2027 in avanti o ha speranza per qualche novità?
“Siamo tutti molto preoccupati. Quando smetteranno queste fuoriclasse, come anche Elena Curtoni, che è bravissima anche se non al livello delle altre, sarà complicato. Dietro di loro c’è Pirovano che si è fatta male ma prometteva tanto. Adesso ha disputato una bella gara in Val d’Isère, quindi speriamo che torni al 100% e riprenda quel cammino. Dietro c’è poca roba, ci sono brave atlete che per adesso ci fanno pensare che potranno arrivare nelle prime 15. Noi siamo abituati a Brignone, Goggia, Bassino, Curtoni, gente che vince in Coppa del Mondo. Per adesso delle alter ego non ne vedo assolutamente. Siamo tutti preoccupati per il futuro perché i giovani latitano, non ce ne sono, a meno che non succeda qualche miracolo, qualcosa di impensabile o imprevedibile. Per adesso la preoccupazione regna sovrana”.
Un talento come Lara Colturi forse avrebbe risolto tutti i problemi. Si aspetta che un giorno possa tornare a gareggiare per l’Italia o ormai è un capitolo chiuso?
“Lara Colturi è un discorso a parte. È prematuro dire che avrebbe potuto risolvere tutti i problemi dello sci italiano. Per farlo si dovrebbe tirare fuori un’altra Brignone, un’altra Goggia, che allora ti copre le spalle e anche al resto della squadra. Chi può dire che Lara Colturi diventerà una sciatrice di quei livelli? Io glielo auguro, magari diventare anche più forte di Shiffrin, ma per adesso è tutto in divenire. Lara è un talento fantastico, si è fatta purtroppo male l’anno scorso, e adesso è ritornata sorprendendo, anche perché ha fatto gare molto buone, con qualificazioni importanti. È stata ferma tanto e adesso bisogna vedere il prosieguo della sua carriera. È giovanissima, e penso che con il ginocchio a posto possa riprendere il filo del discorso. Dire che diventerà Brignone o Goggia, un’atleta di quei livelli, no, io non mi sbilancerei. Una come Colturi deve superare ancora tanti livelli, deve salire. Adesso arriva nelle 20, poi dovrà arrivare nelle 10, poi tra le prime 5, e poi secondo i suoi piani, i suoi progetti e le speranze della sua famiglia dovrà arrivare a vincere. Sono tanti step che dovrà ancora passare. Nessuno può garantire che riuscirà a farlo. Per il fatto dell’Albania io sempre stato chiaro: mi dispiace che una ragazza italiana corra per un’altra nazione, anche perché forse sono antiquato, però io penso che correre per la nostra bandiera abbia ancora un senso, se questo senso i giovani non lo trovano o l’hanno perso, mi dispiace per loro. Certo i problemi nella squadra ci sono, molti giovani sono tentati di fare altro, di cambiare nazione come ha fatto Lara. Però Federica Brignone comunque in una sera, a tu per tu, chiacchierando, mi ha detto ‘io non correrei mai per nessun motivo al mondo per un’altra bandiera che non sia l’italiana’, quindi non sono il solo a pensarla così. Poi se i giovani hanno altri valori, non gliene frega niente di tutto questo, fanno benissimo a correre per l’Albania, per la Turchia… facendo quello che vogliono. Per me non è così, a costo di scontrarmi con la famiglia e di non essere a loro simpatico. Io faccio un tifo sfrenato per Lara, la stimo moltissimo come stimo i suoi genitori, però su questa cosa non sono mai stato d’accordo. Mi dispiace che i giovani possano pensare di correre per un’altra bandiera, cioè per me è anni luce lontano dal mio modo di ragionare e di vivere lo sport e lo sci”.
Secondo lei potrà mai nascere un nuovo Tomba in Italia?
“È come dire avere un altro Odermatt, un altro Gustav Thoeni, come si fa? Tutto può succedere, chi lo sa? Abbiamo avuto Tomba, abbiamo avuto Thoeni, abbiamo avuto la Compagnoni, fenomeni pazzeschi, chi lo sa? Magari quando sarà tempo e ora senza che ce lo aspettiamo avremo una sorpresa di questo tipo: sarebbe molto, molto bello”.
Foto: FISI Pentaphoto