Sci Alpino
Guglielmo Bosca vede la luce: “Ora tutto ha un senso. Avevo delle paure, il click dopo Bormio”
E’ stata una strepitosa prestazione quella di Guglielmo Bosca nel primo superG di Garmisch, tappa della Coppa del Mondo di sci alpino maschile. In una gara che si è tenuta in condizioni molto difficili, per le temperature, la “Kandahar 1” ha sorriso allo sciatore azzurro, che ha così colto il suo primo podio nel massimo circuito internazionale.
Parliamo di un secondo posto, a soli 18 centesimi dal francese Nils Allegre. Un risultato eccellente, che ripaga il milanese trapiantato in Valle d’Aosta dei tanti sacrifici fatti, in riferimento soprattutto ai suoi infortuni. Bosca, infatti, subì nel 2017 la frattura esposta di tibia e perone della gamba sinistra, dopo una caduta in Coppa Europa a Reiteralm, dovendosi sottoporre a ben 7 interventi chirurgici e perdendo nei fatti due stagioni di Coppa del Mondo. Come se non bastasse, a Bormio nel 2020, fu costretto a fermarsi nuovamente per la rottura del crociato.
Una serie incredibili di eventi avversi che Bosca ha saputo mettersi alle spalle, centrando questo risultato e mettendosi alle spalle i fenomeni della velocità, Marco Odermatt (quarto) e Cyprien Sarrazin (decimo). Dominik Paris ha concluso in ottava posizione.
“Non è un risultato completamente campato per aria e questo rende tutto ancora più bello. Sapevo che potevo fare una grande gara oggi, ma tagliare il traguardo per primo è davvero un’emozione pazzesca. Sono contentissimo, al settimo cielo. Ho sciato bene da cima in fondo, su una neve difficile. Dopo gli infortuni, il percorso che ho intrapreso è stato frutto di una determinazione che non so in quanti sarebbero riusciti a mettere in campo. Tutto quel percorso ha avuto un senso grazie alla giornata di oggi. Se non avessi fatto un podio sarebbe stata una roba da matti. La storia di uno che si diverte sciando. Oggi, invece, tutto ha un significato ben chiaro. Io ho sempre saputo che sarei potuto salire su un podio e c’è l’ho fatta“, ha raccontato l’azzurro (fonte: FISI).
“Da gennaio è come se ci fosse stato un click nella mia testa, ho acquisito maggiore consapevolezza, è come se tutto fosse stato messo da parte finalmente. Mentre prima capivo di avere la velocità, ma avevo molte paure. Il nostro è uno sport rischioso e io vedevo rischi e pericoli ovunque. Se vuoi arrivare, però, devi riuscire a metterli da parte e dopo Bormio penso di essere riuscito a farlo. Qualche retaggio degli infortuni in me rimarrà sempre. Non sono uno che pensa che si debba scendere sempre senza rispetto, però ho acquisito una maggiore capacità di affrontare la gara e ho una migliore percezione delle mie capacità“, ha concluso Bosca.
Foto: Pentaphoto/FISI