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Sci di fondo, l’Italia riscopre la concorrenza interna con un giovane che è più di una speranza

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Elia Barp

L’Italia dello sci di fondo esce dal weekend di Goms respirando a pieni polmoni aria nuova. Quanto compiuto da Elia Barp nella 20 km mass start di domenica assomiglia alle prime folate di un avvolgente e rassicurante vento di Favonio che, dopo un lungo e gelido inverno, annuncia l’arrivo di una florida primavera.

Non è tanto il 7° posto in una gara vera, ovverosia con tutti i big presenti, ad aver impressionato. È piaciuto soprattutto l’atteggiamento del ventunenne veneto, che ha deciso di dare battaglia ad avversari più quotati e agonisticamente formati di lui durante l’ultimo giro.

Non si è accontentato di restare nel gruppo immediatamente alle spalle di quello di testa. Ha avuto la lucidità di capire di avere più birra in corpo di rivali più navigati e smaliziati di lui, cercando addirittura di ricucire lo strappo con chi si è giocato il gradino più basso del podio. Il coraggio e l’iniziativa non gli mancano, caratteristiche sempre più necessarie nello sci di fondo moderno, dove le competizioni in linea si moltiplicano.

Sci di fondo: Klaebo colpisce ancora, sua la mass start di Goms. Elia Barp ancora sugli scudi

Barp può essere più di una speranza. Può essere il paradigma da cui partire per voltare finalmente pagina nel momento in cui la natura farà il suo corso, impedendo a Federico Pellegrino di continuare a incidere come ha inciso nell’ultimo decennio abbondante. Nessuno, su questa Terra, è eterno. Vale per qualsiasi ambito, sport compreso.

Il valdostano ha dato tantissimo agli sci stretti tricolori e altro potrà ancora regalare, magari già dalle prossime settimane. Però bisogna ricordarsi di come gli sport invernali proseguiranno anche dopo i Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026. Un’edizione a Cinque cerchi sulle nevi di casa sarà importante quanto si vuole, ma non è la valle di Armageddon. Può rappresentare un punto d’arrivo per tanti, ma un punto di partenza per altri.

La manifestazione che l’Italia organizzerà fra due anni giunge, forse, presto per Barp, venuto al mondo nel dicembre 2002. I suoi Giochi possono essere quelli del 2030 e del 2034, poiché si svolgeranno nel suo prime biologico. Questa dinamica va tenuta a mente nel momento in cui si ragionerà sul futuro dell’atleta in questione, che non è solo quello del ragazzo in sé, bensì di tutto il movimento italiano.

Elia può essere la scintilla necessaria a riaccendere quel fuoco che da tempo è spento nel panorama dello sci di fondo del nostro Paese, quello della concorrenza interna. Il veneto può rappresentare uno stimolo e un pungolo per chi è un po’ meno giovane di lui, ma deve ancora formarsi; e può essere un punto di riferimento per chi deve ancora affacciarsi ai piani che contano.

Lasciarsi alle spalle l’epoca del one-man-show, leggasi quel Pellegrino ancora sulla cresta dell’onda, riscoprendo un’opera corale è quanto di più auspicabile ci possa essere alle nostre latitudini. “L’uomo della Provvidenza” ha impedito allo sci di fondo italiano di sparire dagli schermi radar, ma per rinverdire i fasti del passato è necessario avere più frecce in faretra.

Barp può essere il più appuntito di un nuovo lotto di dardi, pronti a centrare i bersagli più prestigiosi. La speranza è che gli arcieri incaricati di farli scoccare, ovverosia i tecnici deputati a curare la crescita e la preparazione dei ragazzi, sappiano calibrarne con sapienza la parabola, evitando di farsi prendere dalla foga di puntare troppo in alto.

La gittata massima si raggiunge trovando un angolo di 45°. Se si cerca quota esagerata, non si toccherà mai la misura più lunga. Sarebbe uno spreco imperdonabile, perchè lo spazio per tornare ad avere un team di vertice, come la Francia maschile o la Germania femminile, c’è tutto. Bisogna saperlo coprire con sapienza e pazienza, come hanno fatto Oltralpe.

Foto: Fisi-Pentaphoto

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