Tennis
Sinner ha le idee chiare: “Niente Sanremo, la festa é finita. Devo lavorare più di prima”
Tre giorni dopo aver conquistato il primo titolo Slam della carriera, battendo in rimonta il russo Daniil Medvedev 6-3 al quinto nella finale degli Australian Open 2024, Jannik Sinner ha parlato oggi in conferenza stampa a Roma nella nuova sede della FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) rispondendo alle tante domande dei giornalisti sulla sua impresa trionfale a Melbourne.
Su come stia vivendo questa ondata d’entusiasmo, l’azzurro risponde così: “Molto tranquillamente, contento di quanto abbiamo fatto e di poter condividere le emozioni con tutti voi. Ma non c’è solo un torneo. Ci sono tante possibilità di far bene e anche di far male. Dobbiamo essere contenti di essere in questa situazione perché è un traguardo importante per me e il mio team, sicuramente si sente il calore della gente. Ma nell’altro senso sono lo stesso ragazzo semplice di due settimane fa“.
Sul prossimo step da inseguire: “Sarà molto importante la programmazione che stiamo facendo. L’anno scorso abbiamo fatto bene a prendere dei momenti in cui non ho toccato racchetta per rimanere in palestra. Il fisico ora è abbastanza buono ma so che devo migliorare, sia la forza che la resistenza. Faremo tanto lavoro in palestra. Posso anche servire un po’ meglio. Lo step che ho già fatto è quello a livello mentale, sul come affrontare certe partite e certi momenti, ma c’è ancora molto lavoro da fare“.
Sulle differenze tra Darren Cahill e Simone Vagnozzi: “La cosa importante è come lavorano insieme. Darren e Simone hanno la mentalità aperta. Nessuno è invasivo su certe cose e questo fa la differenza. Simone è molto bravo tecnicamente e tatticamente, anche lui è stato giocatore, sa quali colpi funzionano e quali no. La cosa migliore è che tutti e due sono umili, sanno ascoltare l’altro e mettersi in gioco per capire cosa è meglio per me. Darren ha una carriera incredibile, ha portato tanti giocatori al n.1 sia tra gli uomini che tra le donne. Sa come gestire la pressione, Darren fa più questa parte qui, la gestione mentale, con Simone lavoriamo più tecnicamente e tatticamente“.
Sulla risposta definitiva all’invito di Amadeus per Sanremo: “Farò il tifo da casa, è un bell’evento ma dopo questi due giorni a Roma la festa è finita. Nei giorni del Festival dovrò lavorare, che è quello che mi piace fare”.
Sulle sue qualità che la gente apprezza maggiormente: “Per arrivare al punto di piacere alla gente qualcosa devi vincere. Però poi bisogna vedere come si reagisce ai successi, e come si prendono le partite perse. E’ importante gestire le persone che si hanno intorno, è la parte più importante del lavoro. Io sono un ragazzo semplice e normale, ho 22 anni, mi piace giocare al computer, mi piace mangiare qualcosa in camera da solo qualche volta, sono un ragazzo normale e questo penso sia apprezzato“.
Sugli obiettivi che si era posto ad inizio anno: “L’obiettivo era giocare un po’ meglio gli Slam. L’anno scorso ho fatto una buona semifinale a Wimbledon, ma ce ne sono altri tre. Il primo quest’anno è andato bene ma la stagione non è finita qui, anzi, è appena iniziata. In preparazione abbiamo lavorato tanto ma mi mancava la competizione. Il primo torneo che ho fatto è stato proprio l’Australian Open. Adesso l’obiettivo è quello di andare a caccia in ogni torneo. Ci saranno settimane buone e altre meno buone, ma la confidenza che ho guadagnato negli ultimi mesi è un bel vantaggio“.
Sul ritorno ad alti livelli di Zverev: “Sarà sicuramente un giocatore molto importante di questa stagione. Ha fatto bene nella United Cup e all’Australian Open. Sarà tosto da battere. non vedo l’ora di affrontarlo, è un giocatore completo che ha battuto spesso i numeri uno. Con Alcaraz ha giocato un ottimo tennis a Melbourne. Spero di sfidarlo il prima possibile, è un giocatore che mi piacerebbe sfidare. Da tre su cinque a due su tre cambia molto, ma sicuramente sarà uno molto molto forte, sia in questa stagione che nei prossimi anni“.
“La pressione è un privilegio. Quando le cose vanno bene hai sempre voglia di qualcosa in più. Io e il mio team stiamo lavorando per raggiungere obiettivi e sogni. Il mio sogno è sempre stato vincere uno Slam. Adesso so come ci sente e stiamo lavorando per avere di nuovo questa sensazione. La cosa più bella per me è andare di nuovo in campo e lavorare di nuovo. Alla fine è proprio questo che mi ha portato ad avere successo. Proviamo a fare un passo in avanti, forse adesso l’obiettivo è fare un passo in avanti in classifica. Il futuro è difficile da prevedere”
Sul motivo per cui non è tornato subito a casa: “La mia intenzione una volta tornato dall’Australia era di andare prima a Sesto per andare dai miei genitori. Ma lassù è successa una tragedia per un incidente d’auto con tre morti, due figli giovani e la moglie, il terzo figlio è in ospedale e il marito è rimasto da solo a sostenere suo figlio in ospedale. Non volevo andare a Sesto proprio per questa ragione, non voglio andare lì perché non saprei come reagire, non è assolutamente il momento di fare una festa lì, quindi abbiamo deciso di venire a Roma, visto anche che domani dobbiamo andare al Quirinale“.
Sulla sua coraggiosa scelta di cambiare coach nel 2022: “La mia vita di adesso è fatta di situazioni. Adesso sta andando bene, ma c’è stato un ‘però’ nella mia testa. Ho fatto una scelta che sembrava folle, ma volevo conoscere un altro metodo di lavoro. Non era scontato fosse giusto, magari sarei stato più forte restando dove ero. Ho persone che mi aiutano, ma scelgo io. E’ come andare a fare la spesa. E’ stata una scelta difficile cambiare team: il mio non deve essere il migliore, ma deve andare d’accordo“.
Sull’importanza dei suoi genitori: “Sono speciali. Quando tornavo a casa da scuola andavo a sciare, perchè loro erano al lavoro, poi alla sera li trovavo. Se non andavo a sciare, giocavo a tennis o a calcio, quindi non è che ho passato troppo tempo con loro. Ma mi hanno trasmesso l’etica del lavoro. Loro lavorano sempre e questo è quello che mi piace di loro. Non sono cambiati per nulla, come me, che sono lo stesso di quando ero un ragazzino. Spero di poter tornare a casa per qualche periodo più esteso quest’anno“.
Sui Giochi Olimpici di Parigi 2024 e sull’eventualità di fare il portabandiera: “Non sto ancora pensando al discorso del portabandiera, ma sulle Olimpiadi ho già detto che saranno un momento chiave della stagione. Sarà la prima volta che le gioco. Sarà bello capire come vivere una situazione così, con tanti atleti, non vedo l’ora di conoscere alcuni di loro rubando magari degli spunti positivi. Sarà uno dei tornei più importanti dell’anno, non ci sono tutti gli anni, sono contento di giocarle finalmente e speriamo che l’Italia possa portare a casa più medaglie possibili“.
Sul momento in cui ha dovuto scegliere tra sci alpino e tennis: “Ero molto forte nello sci. Agli Assoluti sono arrivato secondo. Ma ci sono state due stagioni che sono andate così così, perché gareggiavo contro quelli più grandi e facevo fatica. Ho sempre fatto slalom e gigante, ho provato anche la discesa libera ma pesavo troppo poco per competere. Ho sempre continuato a giocare a tennis, due-tre volte la settimana e qualche torneo. Alla fine ho detto: nello sci se fai un errore sei fuori, è pericoloso e ti devi svegliare la mattina presto per andare a prendere -20 gradi di freddo. Quindi il tennis era più comodo… Alla fine è stata la scelta giusta, ma non tanto per il successo che ho avuto, ma perché mi ha aiutato a crescere in fretta, perché sono andato via di casa quando ero piccolo, e sono cresciuto in fretta per poter essere indipendente“.
Sulla possibilità di contribuire all’aumento dei praticanti sui campi da tennis in Italia: “Questa è la cosa più importante, portare quanta più gente possibile a giocare a tennis. E’ uno sport che puoi giocare a qualsiasi età, è uno sport sano dove c’è competizione ma non contatto. Ti serve solo una racchetta e una pallina. Credo che il passo di portare più gente possibile a giocare a tennis è la cosa più importante che stiamo facendo. Non ci dimentichiamo che Fognini ha vinto Montecarlo, dopo è arrivato Berrettini, ora ci sono io. Tutti noi stiamo facendo qualcosa per il futuro del tennis italiano. Speriamo che ci siano tanti giovani che vedendo noi siano spinti a giocare a tennis, è l’obiettivo più grande”.
Sul suo discorso nella cerimonia di premiazione a Melbourne sui genitori: “Quando si vince si ha la possibilità di fare dei ringraziamenti. La cosa negativa è che ci sono tante persone al di fuori dei miei genitori e ho fatto un casino. Però delle volte ci sono dei genitori che mettono pressioni ai ragazzi. A volte funziona e a volte no. Ho fatto un discorso in generale, quello di lasciare la libertà. I ragazzi di 10-12 anni a volte non hanno la libertà di andare a giocare a pallone o di stare con gli amici. Ho fatto un discorso generale, conosco solo la mia storia, e questa mi ha insegnato dei lavori buoni. Ogni genitore poi è diverso e non voglio approfondire troppo”.
Sull’utilizzo dei social tra i giovani: “Magari un giorno sono triste e piango ma sui social compare una foto in cui sono felice. Quindi bisogna stare attenti. Io sto lontano dai social, ho tanto rispetto, provo ad usarli molto molto poco, anche se qualche volta devo controllare io delle cose, ma sto vivendo meglio senza i social, continuerò a fare così. Se sento un po’ di responsabilità verso i giovani che vorrebbero imitarmi? Sì c’è un po’ di pressione ma è una pressione bella. La cosa più importante? Ragazzi, allenatevi ma divertitevi, prendete tutto con un sorriso, se giocate a tennis avete già vinto e poi vedremo se i risultati arriveranno”.
Foto: Lapresse