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Sport Invernali. I 55 anni di Gerda Weissensteiner, la misconosciuta donna che ha scritto la storia d’Italia

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Il 3 gennaio del 1969 è il giorno in cui è venuto al mondo Michael Schumacher, un uomo in grado di cambiare il corso degli eventi della Formula 1. Se, invece, ci riferiamo all’ambito delle discipline invernali, la data coincide con il momento in cui ha visto la luce Gerda Weissensteiner, una donna capace di scrivere la storia dello sport italiano, seppur senza aver mai goduto di grande esposizione mediatica.

Originaria di Collepietra (frazione di Cornedo all’Isarco), l’altoatesina comincia la propria carriera agonistica nello slittino su pista naturale, intraprendendo poi la transizione su pista artificiale a metà anni ’80. I risultati non tardano ad arrivare, poiché nel gennaio 1987 è già sul podio in Coppa del Mondo. Partecipa poi ai Giochi olimpici di Calgary 1988, effettuando successivamente il proverbiale “salto di qualità” dal 1988-89.

Weissensteiner diventa una presenza fissa nei quartieri nobili delle classifiche, tramutandosi nella punta di diamante del movimento azzurro. Medaglia d’argento iridata a Winterberg 1989 e quarta alle Olimpiadi di Albertville 1992, si consacra definitivamente nell’arco di un biennio. Vince la Coppa del Mondo 1992-93, si fregia dell’oro mondiale 1993 a Calgary e di quello olimpico ai Giochi di Lillehammer 1994. È storia, perché Gerda diviene la prima italiana a imporsi su ogni fronte.

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Le soddisfazioni non mancano neppure nel quadriennio successivo. Due medaglie di bronzo iridate (1995 e 1996), nonché la conquista della seconda Coppa del Mondo, al termine del pazzo inverno 1997-98, alla fine del quale la sudtirolese riesce a imporsi nella classifica generale pur senza affermarsi in alcuna gara! Nagano è però una delusione e arriva la decisione di appendere la slitta al chiodo.

La sua rivale di una vita, Susi Erdmann, fa altrettanto. Cionondimeno la tedesca sceglie di continuare la sua carriera nel bob, mietendo subito risultati di rilievo nel nuovo ambito. Weissensteiner, stimolata da questa dinamica, effettua pertanto il comeback agonistico nel 2001, seguendo l’esempio della teutonica. La sua prima frenatrice è nientemeno che Antonella Bellutti, due volte campionessa olimpica nel ciclismo su pista.

A Salt Lake City 2002 le due concludono settime, in una gara in cui Erdmann (coadiuvata dall’ex triplista Nicole Herschmann) artiglia la medaglia di bronzo. Weissensteiner mette allora nel mirino Torino 2006 e instaura a sua volta un binomio con chi proviene dall’atletica leggera, la lombarda Jennifer Isacco, ex velocista.

Le due, il 22 novembre 2002, scrivono un paragrafo di storia degli sport invernali italiani, vincendo una gara di Coppa del Mondo a Calgary. È il primo successo di un equipaggio tricolore nel bob femminile in una competizione del massimo circuito. A oggi è anche l’unico.

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Dopodiché, poco più di tre anni dopo, il lavoro di un quadriennio viene ripagato. A Cesana San Sicario, il  20 e 21 febbraio 2006, l’equipaggio Weissensteiner/Isacco si fregia della medaglia di bronzo alle spalle delle tedesche Kiriasis/Schneiderheinze e delle americane Rohbock/Fleming, precedendo di un’inezia le canadesi Upperton/Moyse, che rimontano prepotentemente in una palpitante ultima manche.

Gerda, che oggi festeggia 55 anni, è stata la prima italiana a imporsi su ogni fronte (Giochi olimpici, Campionati mondiali, Classifica generale di Coppa del Mondo) e una delle due donne ad aver vinto una medaglia olimpica sia nello slittino che nel bob (l’altra, ça va sans dire, è la già citata Susi Erdmann).

Quando si indicano le atlete in grado di segnare la storia degli sport invernali italiani, non bisogna mai dimenticarsi della slittinista/bobbista di Collepietra, capace di posare diverse pietre miliari, alcune delle quali non ancora raggiunte da nessun altra connazionale.

Foto: La Presse

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