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Tennis: il consolidamento di Jannik Sinner, ma non solo. L’Italia cerca risposte da Berrettini, Musetti, Arnaldi; e spera in qualche nuovo top100

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Jannik Sinner

Un anno importante. Il 2024 è arrivato e nel tennis italiano si vuol dar seguito al momento super positivo che si sta vivendo. Il successo nella Coppa Davis di Malaga ha regalato una grande emozione, per il significato della vittoria e il modo in cui questa sia maturata. Andiamo quindi ad analizzare quali possono essere le aspettative nella stagione in chiave tricolore.

CONSOLIDAMENTO DI JANNIK SINNER – L’altoatesino riprende il proprio percorso, dopo una chiusura di 2023 straordinaria: n.4 del mondo, 20 vittorie in 22 incontri disputati dopo gli US Open, i titoli di Pechino e di Vienna, l’atto conclusivo alle ATP Finals di Torino e il trionfo in Davis. Un’annata in cui in totale annotiamo 64 vittorie in 79 partite affrontate, il primo Masters1000 (Toronto) e la prima semifinale in uno Slam (Wimbledon). L’obiettivo è quello di esprimere quel livello di gioco degli ultimi 2/3 mesi della stagione scorsa per l’intero 2024. La off-season si è concentrata molto sull’aspetto fisico per dare a Jannik quel fondo necessario per affrontare le due settimane negli Slam e, in generale, arrivare lontano in tutti i grandi tornei. La qualità del suo tennis è tale che, se replicata per più tempo, gli potrà consentire di conquistare uno o più Major. Il punto di domanda riguarda la sua autonomia.

MUSETTI E BERRETTINI IN CERCA DI RISPOSTE – Un 2024 nel quale servirà capire cosa Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini sapranno dare. Il toscano ha concluso al n.27 del ranking e ha bisogno di uno step mentale e di conseguenza tecnico. La sua passività in campo è il vero punto debole di un tennis fascinoso, ma che prende vita solo nei momenti di grande ispirazione. L’arrivo di Corrado Barazzutti nello staff tecnico è un segnale per cercare consistenza e semplicità. Barazzutti ha dalla sua l’esperienza di una passata collaborazione con un altro estroso del tennis italiano come Fabio Fognini. Per Berettini il discorso è legato all’integrità fisica. I continui contrattempi sono la causa delle incertezze e il ripartire fuori dalla top-100 del ranking è un bel banco di prova. Le qualità di Matteo sono da giocatore da primi 20 del mondo, ma senza un’adeguata preparazione ogni discorso vale zero. La vera sfida sarà questa per il classe ’96, gestito dal tecnico spagnolo Francisco Roig.

ARNALDI E LA DIFFICILE CONFERMA – Un 2023 fantastico per Matteo Arnaldi, iniziato fuori dal gruppo dei 100 e terminato da n.44 del ranking. Margini di miglioramento ce ne sono a iosa, specie dal lato del dritto e sul servizio, ma questo non significa riuscirci automaticamente. La riconferma sarà complicata per il ligure, non potendo più contare sull’effetto sorpresa e con l’obbligo di dar seguito alla crescita per raggiungere ambiziosi traguardi. Capiremo, quindi, di che pasta è fatto l’allievo di Alessandro Petrone.

LE NUOVE PROPOSTE – Obiettivo top-100 per Flavio Cobolli, Luca Nardi e Giulio Zeppieri. Sono questi i tennisti che hanno le qualità per dare ulteriori rinforzi al roster nostrano. Il romano, in realtà, un ingresso nell’ambito club l’ha già fatto, ma poi è mancato il punto esclamativo tale da permettergli la presenza nel tabellone principale degli Australian Open. E’ ben focalizzato Flavio, anche se sul piano della velocità di palla qualcosa manca, specie sui campi rapidi. Discorso diverso per Nardi che spera di trovare dalla nuova collaborazione con Giorgio Galimberti la sua stabilità. Un tennista completo e talentuoso il pesarese, ma c’è da migliorare fisicamente e tatticamente. Questione atletica che tiene banco anche per Zeppieri. Il braccio mancino è splendido nell’esecuzione di colpi, ma i piedi non sono veloci come si dovrebbe. Su questo il ragazzo si dovrà concentrare.

Foto: LiveMedia/Antoine Couvercelle/DPPI

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