Tennis
Andy Murray a muso duro: “I tennisti si lamentano dei calendari, ma giocano le esibizioni. Sono degli ipocriti!”
Senza peli sulla lingua. Andy Murray non si è lasciato pregare nell’esprimere opinioni e giudizi sull’attualità del tennis. In un’intervista al quotidiano The National, l’ex n.1 del mondo, ha fornito delle chiavi di lettura interessanti circa le problematiche dello sport con racchetta e pallina e non sono mancate critiche pesanti nei confronti dei suoi colleghi.
“Cosa cambierei nel tennis se mai fossi una sorta di Commissario? Il calendario stagionale, senza indugio. Se potessi fare quello che voglio, e non ci fossero contratti in vigore che mi impediscano di spostare le cose, ci sono ovvie cose che farei. Accorciare la durata dell’anno, per avere una off-season più lunga”, il primo punto su cui si è soffermato lo scozzese.
Sulla gestione degli impegni è arrivata la stilettata agli altri giocatori: “Non so, potrebbero servire delle restrizioni sulle esibizioni. Penso solo che a volte i giocatori siano un po’ ipocriti rispetto allo schedule annuale del tennis, è un parlare continuo sul calendario troppo lungo, ma poi volano in tutto il mondo nella off-season e non solo per fare esibizioni, e questa è una loro scelta. Ma sembra semplicemente ipocrita perché non è obbligatorio giocare esibizioni. E nemmeno devono giocare tutti i tornei dell’ATP Tour. Possono per esempio decidere di non venire a Dubai o di non dover giocare a Indian Wells. Sì, ciò potrebbe danneggiare la loro classifica, ma possono scegliere di perdere alcuni eventi. Quindi sì, Mi piacerebbe vedere una off-season più lunga“.
A proposito della presenza nelle esibizioni, c’è stata un’ulteriore precisazione, relativa alla partecipazione dei tennisti più forti: “Non vorrei vietare in assoluto le esibizioni. Vorrei solo chiedere ai giocatori di essere un po’ più selettivi nel modo in cui parlano del tour, del programma e di tutto quando sono a giocare. E ora vedo che ne stanno inserendo altre nel corso della stagione di esibizioni. Solo i migliori giocatori del mondo vi prendono parte, dove guadagnano un sacco di soldi, ma il resto dei tennisti non hanno questa opportunità e l’attenzione dovrebbe invece spostarsi su di loro. Deve esserci un po’ di equilibrio“.