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Biathlon
Biathlon, Mondiali Nove Mesto. Il rendimento dell’Italia è nella forchetta (d’argento) auspicata
La prima parte dei Mondiali di biathlon di Nove Mesto na Morave è passata agli archivi. Oggi la manifestazione iridata si prende un giorno di riposo dopo aver conferito 5 dei 12 titoli in palio. Approfittando della pausa, si possono effettuare le riflessioni preliminari in merito a quanto raccolto sinora dal movimento italiano.
Il bottino parla di una medaglia d’argento, artigliata da Lisa Vittozzi nell’inseguimento femminile e di diversi piazzamenti nella top-ten. Si può affermare di essere all’interno della “forchetta statistica” di rendimento ipotizzata alla vigilia.
D’altronde in campo maschile le chance di salire sul podio erano risicate, soprattutto nelle gare individuali. Tommaso Giacomel partiva come outsider e ha confermato tale ruolo. Se si manca qualche bersaglio di troppo, l’ovvia conseguenza è quella di finire nel range di classifica 11-20. Non per questo il trentino va messo all’indice, le sue caratteristiche sono risapute. Prendere o lasciare.
Va tuttavia salutata con il proverbiale “Chapeau!” la performance di Lukas Hofer nel pursuit. Il trentaquattrenne altoatesino non sarà più quello dei giorni migliori, ma la sua determinazione andrebbe presa a esempio. Il nono posto di ieri, costruito facendo leva sulla precisione al poligono, è un risultato da applaudire a lungo. Quattro “zero” nell’individuale di mercoledì potrebbero valere molto di più.
C’è sicuramente delusione per la staffetta mista, ma lì il difetto è verosimilmente partito dal manico (leggasi la preparazione dei materiali). Storicamente, l’Italia soffre le condizioni di neve molle e bagnata come quella trovata Nove Mesto, soprattutto quando non ci sono riferimenti pregressi, ovvero gare antecedenti. Non a caso, la mixed relay era la competizione d’apertura del Mondiale.
Con una Dorothea Wierer ancora appannata dai ripetuti malanni accusati tra novembre e dicembre, ci ha pensato la già citata Vittozzi a permettere all’Italia di comparire nel medagliere. Attenzione, perché esso al momento recita quanto segue:
3-1-2 (6) – FRANCIA
2-3-2 (7) – NORVEGIA
0-1-0 (1) – ITALIA
0-0-1 (1) – SVEZIA
Di Paesi saliti sul podio se ne contano quattro. Il nostro è tra essi. Questa dinamica va ritenuta lusinghiera.
La ventinovenne di scuola friulana si è affidata, come sta facendo da inizio inverno, alle proprie ritrovate doti da tiratrice scelta. Va benissimo così, a una sprint solida è seguito un inseguimento incisivo che, come un coltello caldo, si è infilato nel burro delle penalità altrui.
Forchetta e coltello (rigorosamente d’argento) sono stati citati non per caso come metafore in vista della seconda settimana. Fra le ragazze, l’individuale è una ghiotta opportunità di bissare il podio iridato, ma fanno gola anche la staffetta e la mass start. Gli uomini norvegesi sono bulimici e sul piatto non lasciano niente. Però in staffetta possono schierare una sola squadra.
Una prestazione corale potrebbe consentire al movimento tricolore di assaporare una leccornia. Per gustarla non bisognerà però affidarsi solo alle posate, poiché non sarà servita in tavola. Prima sarà necessario procurarsi la selvaggina. Come? Andandone a caccia. Allo scopo di portarla in cucina, bisognerà colpirla con precisione…