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Biathlon
Biathlon, Lisa Vittozzi perfetta! È lei l’unica luce azzurra femminile ai Mondiali di Nove Mesto
L’Italia del biathlon femminile archivia i Mondiali di Nove Mesto 2024 con un bilancio molto soddisfacente. Il merito è esclusivamente di Lisa Vittozzi, capace di fregiarsi della medaglia d’oro nella 15 km, nonché degli argenti dell’inseguimento e della mass start.
La ventinovenne di scuola friulana si è definitivamente consacrata, conquistando il primo successo “pesante” della carriera. Martedì 13 febbraio era indubbiamente la favorita per salire sul gradino più alto del podio nel format originario della disciplina. Proprio per questo l’affermazione vale doppio. Ha dovuto gestire il fardello di essere la donna più attesa del giorno, liquefacendo qualsiasi demone avrebbe potuto attanagliarla.
In generale, va rimarcato come l’azzurra meriti il massimo dei voti con tanto di bacio accademico. Cosa le si può rimproverare? Assolutamente nulla, è stata pressoché perfetta! Nelle competizioni individuali ha colpito 69 bersagli su 70 e l’unico errore, giunto nell’inseguimento, è risultato ininfluente. Bene, brava, bis. Anzi, tris. Come quello di medaglie personali al collo.
Di Dorothea Wierer si può leggere a parte nella monografia dedicatale e raggiungibile cliccando sulla finestra sovrastante. In questa sede, per amor di completismo, ci si limiterà a sottolineare come il suo Mondiale sia stato lo specchio di un inverno difficile, nonché ovvia conseguenza di una stagione nata male e morta precocemente a causa di ripetuti malanni.
Sulle altre tre italiane, non c’è molto da dire. Pregi e difetti di ognuna sono risaputi. Samuela Comola si è difesa grazie al tiro (94%). Un 37°, un 23° e un 21° posto tra sprint, inseguimento e individuale non sono risultati da disdegnare in relazione al valore dell’atleta. Certo, ha completamente “bucato” la staffetta, ma nel 2023 la medaglia d’oro non è forse passata anche dalla sua presenza al lancio? Niente di nuovo sotto il sole di Nove Mesto, la competitività della valdostana in Repubblica Ceca è stata in linea a quella espressa nelle tappe precedenti.
Di Michela Carrara va apprezzata la crescita di rendimento palesata nel fondo. È addirittura stata la più rapida fra le italiane nella sprint. Le lacune al poligono ci sono e, verosimilmente, ci saranno sempre. Potranno essere limate, ma non elise. Non parleremo mai di una fuoriclasse, ma nel biathlon femminile odierno ha ancora la possibilità di ritagliarsi una carriera di rispetto nel massimo circuito. Prospettiva che pareva svanita solo dodici mesi orsono. In tal senso, Nove Mesto 2024 può essere un punto di partenza.
È, viceversa, totalmente mancata Rebecca Passler. Peccato. Resta la sensazione che sia la ragazza di potenziale più alto fra le azzurre nate agli albori del XXI secolo. Recuperarla è doveroso e c’è il tempo per farlo. Dopotutto, non è forse di ben 4 anni più giovane rispetto a quella Carrara che sta ora vivendo il miglior inverno della carriera?