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Formula 1
F1, i test di Sakhir prologo del surreale 2024. Si capirà subito se Verstappen sarà ancora tiranno, oppure…
Nei prossimi giorni capiremo se varrà la pena di seguire il Mondiale di Formula Uno 2024, oppure se gli appassionati avranno modo di pianificare una primavera-estate piena di domeniche libere all’aperto, meteo permettendo, in quanto ancora una volta non ci sarà trippa per gatti.
Provocazione? Fino a un certo punto. Trattasi di pragmatismo. La matematica non mente e ci dice che, con l’attuale regolamento tecnico, Red Bull ha vinto 38 GP su 44 (86,4%), senza peraltro alcuna Drink War, nel senso che non c’è stata nessuna lotta intestina tra i piloti della struttura anglo-austriaca. Delle suddette 38 affermazioni, 34 portano la firma di Max Verstappen.
In una F1 dai valori cristallizzati, è evidente come se la RB20 dovesse subito dimostrarsi superiore alla concorrenza, allora tanto varrà rassegnarsi all’ennesima cavalcata trionfale dell’olandese, i cui rivali scarseggiano. Se la Ferrari dovesse essere competitiva, allora occhio a Charles Leclerc, il quale vorrà certamente lanciare un segnale in vista del 2025.
Il monegasco sa già che fra un anno si troverà a fianco un compagno di squadra ingombrante quale sarà Lewis Hamilton. Al riguardo, quanto sarebbe surreale vedere il veterano britannico in lotta per l’Iride con la Mercedes, conscio di doverla abbandonare al termine della stagione? Quanto sarebbe ironico se le Frecce d’Argento lottassero per il titolo e le Rosse no?
Si tratta solo di uno dei tanti temi kafkiani proposti dalla F1 del 2024. Piloti di grido già certi di trasferirsi altrove nel 2025, il team manager della squadra di riferimento sotto inchiesta, scuderie dai nomi sempre più improbabili (Kick Sauber, Visa Cash App RB) e chi più ne ha più ne metta.
Nel frattempo Kimi Räikkönen, il cui titolo bussa ormai alle porte della maggiore età, resta l’ultimo Campione del Mondo Ferrari. Anche questa è una situazione surreale, vedere il Cavallino Rampante non riuscire a emergere in quello che è diventato un gioco a tre.
Dal 2010 in poi, i Mondiali piloti sono equamente stati spartiti fra Mercedes e Red Bull. Su quelli costruttori non si casca lontano. Possibile che 15 titoli finiscano a Brackley, 13 vadano a Milton Keynes e nessuno prenda la strada di Maranello?
Chissà, forse il 2024 si rivelerà sorprendente in un altro senso. Con la Ferrari, improvvisamente e inopinatamente, capace di ritrovare sé stessa e uno spirito apparentemente perduto. Se c’è qualche speranza in tal senso, lo si potrà scoprire sin da domani.