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F1, la FIA e Liberty Media si fanno del male: con soli 3 giorni di test, improbabile colmare il gap dalla Red Bull

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Charles Leclerc
Charles Leclerc / IPA Sport

Da mercoledì 21 a venerdì 23 febbraio, il Bahrain International Circuit di Sakhir sarà teatro dell’unica sessione di test-collettivi antecedente alla stagione 2024 di Formula Uno. Solo tre giorni per mettere in pista le nuove vetture prima del Gran Premio inaugurale, che si terrà nel medesimo autodromo fra giovedì 29 febbraio e sabato 2 marzo.

Dunque, ancora una volta si propone il tema relativo alla penuria di prove fisiche nella F1 attuale. I test sono diventati quasi un tabù, un qualcosa di proibito e da evitare. La motivazione di quest’atteggiamento fornita dal management del Circus è quella del “contenimento dei costi”. Una ragione dietro la quale ci si trincera con troppa facilità e ipocrisia.

Si riducono le spese “tagliando” i test, ma il calendario è sempre più corposo. Quest’anno sono programmati ben 24 weekend di gara. Un’enormità che implica parcelle da pagare in termini di ripetuti viaggi intercontinentali da un capo all’altro del mondo. Le varie strutture sono inoltre costrette ad assicurarsi una “panchina lunga” sul fronte del personale di supporto (i meccanici), allo scopo di concede turni di riposo a chi lavora duramente lontano dalle luci della ribalta.

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Insomma, un “contenimento dei costi” fasullo, perché quanto non viene speso per scendere in pista nelle prove, deve essere impiegato per viaggiare o avere ricambi nell’ambito delle risorse umane. Il raddoppio del chilometraggio legato ai filming day sa tanto di specchietto per le allodole e proverbiale contentino.

Ridurre al minimo le giornate dedicate ai test in pista ha peraltro l’ovvia conseguenza di rendere arduo lo sviluppo concreto delle monoposto. Il progetto iniziale diventa estremamente preponderante. Lo si può correggere strada facendo, ma è praticamente impossibile colmare appieno eventuali lacune che si possono sempre presentare.

Non sarebbe più proficuo tornare ad avere calendari meno badiali e qualche giornata di test in più? Francamente, un Mondiale da 21 Gran Premi e 4 sessioni collettive di test (due prima dell’inizio della stagione, altre due nel mezzo, magari una in primavera e l’altra in estate) non sarebbe uno scenario auspicabile?

Forse sì, sul piano sportivo, anche se sappiamo bene che una dinamica del genere andrebbe contro l’unico mantra della F1 corrente. Per dirla in dialetto veneto, come dice il Doge nella fiction Faccia d’Angelo, Xe i schei che conta, xe i schei che resta, xe i schei che comanda”. Sono i soldi che contano, che restano e che comandano.

Dunque test al minimo e 24 GP. Però quanto a lungo verrà generato indotto se 23 di questi 24 appuntamenti dovessero essere vinti dalla stessa auto e 20 dal medesimo pilota? Il pubblico, prima o poi, non rischia di stufarsi? A chi comanda le valutazioni del caso.

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