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Jasmine Paolini n.14 del mondo: solo 6 azzurre erano arrivate più in alto nel ranking WTA

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Jasmine Paolini
Paolini / LaPresse

Il numero 14 del ranking WTA di Jasmine Paolini è qualcosa che l’Italia femminile, va subito detto, non raggiungeva da tantissimo. L’ultima volta che un’italiana si è trovata tanto in alto, infatti, risale al 29 agosto 2016. Roberta Vinci, infatti, arrivò ai quarti di finale agli US Open, ma non le bastò per mantenere l’ottavo posto dato che le scadevano i punti della finale. Scese al numero 15, non riuscì mai più a salire oltre e, perciò, si può dire con certezza che da più di sette anni e mezzo non si vedeva un’azzurra tanto in alto.

Più in alto della toscana sono arrivate soltanto in sei. Il massimo storico è di Francesca Schiavone, che si spinse fino al numero 4 del mondo dopo i quarti di finale degli Australian Open. Giungeva dalla storica battaglia vinta contro Svetlana Kuznetsova, le celebri 4 ore e 44 minuti degli ottavi di finale finiti 6-4 1-6 16-14 (e che, con le attuali regole, non sarà più replicabile). Dal 31 gennaio vi rimase per tre settimane, scese alla quinta posizione e poi risalì per altre sei, assommando perciò un totale di nove. Entrata in top 10 il 7 giugno 2010, due giorni dopo il trionfo al Roland Garros, ne uscì il 10 ottobre 2011 per non farvi più ritorno.

Sara Errani raggiunse invece la quinta posizione dopo aver messo insieme una quantità di risultati enorme: quarti agli Australian Open 2012, finale al Roland Garros e semifinale agli US Open dello stesso anno, oltre ad arrivare a un game dalle semifinali nelle WTA Finals (allora WTA Championships). Per la bolognese il tocco decisivo fu segnato dalla semifinale raggiunta agli Internazionali d’Italia 2013, che le permise di centrare il numero 5 e mantenerlo per cinque settimane. Entrata in top 10 l’11 giugno 2012, ne uscì il 31 marzo 2014 per non farvi più ritorno. La sua è la permanenza più lunga tra le top ten nel novero delle italiane.

IL CAPOLAVORO di Jasmine Paolini! Vittoria storica a Dubai, è in top15!

Flavia Pennetta toccò la sesta posizione il 28 settembre 2015, a poca distanza dalla sua vittoria agli US Open 2015, al termine di un cammino memorabile per la grande qualità delle avversarie sconfitte (Samantha Stosur, Petra Kvitova e Simona Halep furono le sconfitte prima di giungere in finale). I suoi passaggi in top ten sono più particolari: è stata la prima italiana a entrare in questo novero nella storia il 17 agosto 2009, dopo aver raggiunto la semifinale a Cincinnati (la chiave decisiva fu il quarto con la slovacca Daniela Hantuchova). Uscì il 12 ottobre 2009, rientrò in tre settimane distinte tra giugno e luglio 2010, tornò il 14 settembre 2015 e non uscì più fino a fine carriera. Ci fu però un paradosso: si era sì ritirata dopo le Finals 2015, ma non aveva chiesto di cancellarsi dal ranking WTA contestualmente al termine della carriera. Per questo rimase top ten anche nel 2016 fino al 22 febbraio e poi nelle settimane del 16 e 23 maggio.

Roberta Vinci, poi, fu settima dal 9 maggio al 27 giugno 2016. La tarantina stava vivendo un periodo particolarmente felice. Dopo la finale agli US Open, infatti, era riuscita a entrare nelle prime dieci con la vittoria al WTA di San Pietroburgo, confermata per livello dai quarti a Doha. Il penultimo grande risultato, però, arrivò poco dopo: gli ottavi di finale (con ritiro) a Indian Wells. L’ultimo riguarda i citati US Open 2016, dopodiché non fu mai più in grado di esprimere il tennis degli anni precedenti. In top ten rimase dal 22 febbraio all’11 settembre 2016.

Ci sono poi altre due azzurre che, pur mai top ten, hanno segnato la storia dell’Italia tennistica. Silvia Farina, nota anche e soprattutto con il secondo cognome (acquisito) di Elia, è stata molto a lungo non lontana dalle prime dieci. In particolare, nel 2002, toccò il massimo livello della sua carriera al numero 11, in un’epoca nella quale andava spesso avanti nei tornei e dava anche un certo fastidio alle big. Si ritirò nel 2005 senz’aver mai potuto assaporare la storia, ma dando tante, tantissime soddisfazioni al nostro Paese.

Facendo un salto indietro nel tempo, non si può non parlare di Raffaella Reggi, che fu al 13° posto nel 1988. Era un’altra epoca, in cui il ranking WTA veniva aggiornato non ogni settimana, ma ogni due, con o senza Slam di mezzo. Fu la spinta degli ottavi a Indian Wells e dei quarti a Hilton Head e Roma a spedirla fino all’altezza citata, che mantenne per un mese dal 25 aprile al 24 maggio 1988. Va ricordato che, in carriera, tra le altre, ha battuto gente del calibro di Steffi Graf, Chris Evert, Evonne Goolagong, Jana Novotna e Hana Mandlikova.

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