Ciclismo

Magrini: “Roglic favorito al Tour, Evenepoel sbaglia ad andare. Spero Ciccone si giochi la maglia rosa”

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E’ da poco cominciata la stagione su strada che si è aperta con il Santos Tour Down Under in Australia, corsa vinta da Stephen Williams, il britannico della Israel Premier Tech. Ne abbiamo così approfittato per parlare con Riccardo Magrini di questa stagione che vedrà l’Italia al centro del mondo: corse di primavera, un Giro d’Italia che si prospetta scoppiettante e la partenza, per la prima volta nella storia, del Tour de France dal Bel Paese “E’ una stagione che è appena cominciata, ci sono tanti nomi nuovi ma, non possono bastare poche corse per poter dare un giudizio. Riguardo gli italiani, se il buongiorno si vede del mattino, bene non siamo messi. Speriamo che i nostri ragazzi possano essere protagonisti nelle prossime gare“.

Pare che qualcosa stia cambiando in Italia a livello giovanile. Si sono capiti gli errori del passato e che si era rimasti indietro, quindi ora si sta lavorando in maniera diversa. Anche tu hai questa impressione?

“Gli errori fatti in passato certamente servono per migliorare, poi sarà la strada a parlare”. 

Puoi farci i nomi di tre giovani italiani che ti piacciono molto e da cui ti aspetti degli ottimi risultati?

“Antonio Tiberi, Filippo Baroncini e Lorenzo Milesi”. 

Tiberi ha fatto una top20 da gregario alla Vuelta, ma al Giro probabilmente avrà carta bianca dalla Bahrain per la classifica generale. Che cosa ti aspetti da lui? 

“Fa piacere che una squadra World Tour faccia affidamento su un ragazzo giovane che ha ancora tanto da dimostrare. Ha un buon talento, ma fare classifica ha un suo peso. La top10? Sarebbe già un grande risultato”. 

Pogacar al Giro d’Italia è la ciliegina sulla torta della Corsa Rosa di quest’anno, che prevede anche un percorso sin da subito scoppiettante. C’è il rischio che il campione sloveno possa “ammazzare” la corsa? 

“Il ciclismo non è una scienza esatta, il fatto che ci sia Pogacar non implica che sia il vincitore. E’ il grande favorito, ma non è così scontato che possa vincere così facilmente. Il percorso è molto vario e a maggio sulle nostre strade ci sarà come sempre un grande spettacolo”. 

Roglic può davvero pensare di lottare contro Vingegaard per il Tour de France? 

Roglic per me è il favorito al Tour de France, e mi auguro che possa essere la sua stagione“.

Il cambio di maglia può aver dato nuovi stimoli? 

“Quando si cambia squadra ci sono sempre grandi stimoli, è tutto nuovo e c’è grande curiosità. Roglic lo scorso anno ha vinto tutte le brevi corse a tappe e il Giro, alla Vuelta invece è mancata la vittoria solo perché ha corso in favore del suo compagno Kuss”. 

Pensi che Ganna farebbe bene a puntare sulla Milano-Sanremo? 

“Assolutamente sì, ha fatto secondo lo scorso anno e quindi fa bene, anche se penso che i suoi obiettivi quest’anno siano altri soprattutto in vista dei Giochi Olimpici di Parigi dove punterà sia alla pista che alla prova contro il tempo”. 

Tarling pensi possa dare a Ganna del filo da torcere? 

“Tarling, per quello che ha dimostrato lo scorso anno e l’età che ha, può dare del filo da torcere a tutti a cronometro”. 

Del Toro, alla prima occasione con la UAE, ha subito vinto. Eppure Pellizzari e Piganzoli se l’erano giocata alla pari col messicano al Tour de l’Avenir. Perché i nostri non esplodono subito come i colleghi stranieri? La differenza sta nella squadra?

“Sicuramente avere un calendario limitato come quello delle squadre Professional crea delle problematiche. Questo però non vuol dire che né Piganzoli né Pellizzari siano inferiori a Del Toro”. 

Milan troverà la sua dimensione quest’anno? Classiche o tappe nei Grandi Giri?

“Con Milan bisogna avere pazienza, è un corridore di grande talento e classe, ma non bisogna avere fretta”. 

Ciccone può essere all’altezza di giocarsi un podio al prossimo Giro d’Italia o la sua dimensione resta quella del cacciatore di tappe?

“Tutti speriamo che Ciccone possa fare podio al Giro e che possa ambire alla Maglia Rosa. Giulio ha raggiunto la sua maturità, sia fisica che psicologica, quindi al netto delle varie sfortune penso possa essere la sua stagione”. 

Cosa ti aspetti quest’anno da Zana e quale può essere la sua collocazione nel contesto internazionale?

“La definitiva consacrazione a livello internazionale grazie a quello che ha fatto vedere lo scorso anno”. 

La sfida di Evenepoel al Tour de France: rischia di venire ridimensionato da Vingegaard in salita?

“Per me Evenepoel ha sbagliato a scegliere il Tour, secondo me non è ancora abbastanza maturo per provare a fare classifica alla Grand Boucle. In salita non è all’altezza di Vingegaard e degli altri papabili corridori per la generale”. 

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