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Nuoto, Mondiali 2024: le speranze di medaglia dell’Italia. Tanta attesa per rana, misti, velocità e mezzofondo
Il Mondiale più strano della storia delle rassegne iridate di sport acquatici sta per entrare nel vivo con le gare di nuoto e per l’Italia la speranza è di lanciare al meglio con un numero consistente di podi e di finalisti l’operazione Parigi 2024 che si preannuncia alquanto complicata, non tanto per il livello del nuoto azzurro che negli ultimi anni non sarà forse cresciuto ma sicuramente non è calato, quanto per la qualità sempre crescente di avversari, spesso protagonisti nelle specialità dove gli azzurri presentano eccellenze.
La caccia alle medaglie è aperta: assenti o no a Doha si assegnano i titoli mondiali che per il nuoto sono molto importanti e l’Italia proverà a fare la voce grossa nel medagliere con alcune delle sue punte di diamante. Quella più importante e titolata delle ultime stagioni, però, è rimasta a casa. L’assenza di Thomas Ceccon toglie tanto alla squadra azzurra, sia in termini di gare individuali: Ceccon è campione del mondo uscente nei 50 farfalla e argento nei 100 dorso, sia a livello di staffette. La sua presenza nella 4×100 è stata fondamentale negli ultimi tre anni, così come fu fondamentale a Tokyo e Budapest per le medaglie della 4×100 mista.
Partendo dalla velocità maschile l’Italia può dire la sua sia nelle due gare individuali che nella staffetta. Alessandro Miressi arriva con ambizioni a questa rassegna iridata e se riuscirà a centrare un tempo vicino (se non migliore) al suo record italiano, potrà aspirare a un posto sul podio che ancora gli manca ad una rassegna iridata. Lorenzo Zazzeri e Leonardo Deplano, rispettivamente finalista olimpico e argento europeo, hanno le carte in regola per ben figurare nei 50 stile libero e il sogno medaglia non è totalmente impossibile. La 4×100 stile, infine, si gioca l’oro con la Gran Bretagna e le compagini di Australia e Usa molto rimaneggiate ma pur sempre pericolose: le squadre inizieranno a scaldare i motori in vista di Parigi.
Alberto Razzetti è una tripla carta da medaglia per l’Italia. L’assenza di Marchand apre tante possibilità nelle tre gare di riferimento del nuotatore ligure, grande protagonista con notevoli miglioramenti degli Assoluti di Riccione. Gli avversari non mancano, sia nei 200 farfalla (i fratelli Chmielewski e Honda i più pericolosi), sia nei 200 e 400 misti con Duncan Scott, Shane Casas, Carston Foster, Matthew Sates e Daiya Seto da battere ma Razzetti è in continua ascesa e l’appuntamento di Doha potrebbe essere molto importante per acquisire ulteriore consapevolezza delle proprie potenzialità. Nei 200 farfalla l’Italia può contare su un’altra carta da medaglia, che risponde al nome di Federico Burdisso, arrivato a settembre alla corte di Fabrizio Antonelli e dato in grande ascesa di condizione. Il suo desiderio è anche quello di andare forte nelle gare più veloci e sarebbe importante anche in chiave staffetta questo allargamento di orizzonti non temporaneo.
Nella rana maschile Nicolò Martinenghi, nonostante una stagione, quella passata, meno sfavillante delle precedenti, si presenta a Doha nel novero degli uomini da battere. La caccia al tempo per Parigi prende il sopravvento su tutto ma, visto che il minimo potrebbe già mettere il varesino sulla strada giusta per una medaglia, perché non provarci. Martinenghi punterà tutto sui 100 dove vorrebbe piazzare la zampata senza dover attendere Riccione, però c’è anche il 50 che può regalare soddisfazioni anche ad uno dei giovani emergenti del nuoto azzurro, Simone Cerasuolo che una finale mondiale l’ha già fatta, le medaglie europee le ha già al collo e ora vorrebbe fare l’exploit nella rassegna iridata.
Sempre nel settore maschile l’ultimo nome da fare è quello di Gregorio Paltrinieri che alla piscina ci tiene eccome, a tal punto da aver saltato la 10 km per fare le prove generali in un 1500 dove ritroverà da avversari tanti dei rivali che a Fukuoka hanno cambiato il volto del mezzofondo in vasca mondiale, dal campione del mondo e olimpico Hafnaoui, al campione europeo in corta Wiffen, da Romanchuk a Wellbrock, gli avversari di sempre, fino a nomi nuovi come Schwarz e Clark. Paltrinieri, se sta bene, se la gioca con tutti.
In campo femminile le carte da medaglia sono sostanzialmente due anche se entrambe potrebbero puntare a più di un podio iridato in questa manifestazione. Benedetta Pilato è pronta alla ennesima doppia sfida con Ruta Meilutyte che difficilmente scende in vasca se non può vincere e dunque la battaglia si preannuncia su livelli elevatissimi. Pilato ha l’obiettivo di confermarsi competitiva sui 100 rana, visto che quest’anno contano di fatto solo quelli ma non si tirerà indietro nella gara che conosce meglio, i 50.
L’altra atleta che punta al podio, con ambizioni anche di oro, è Simona Quadarella. All’appello mancano le rivali più accreditate in chiave olimpica dell’azzurra: Ledecky, Titmus, Pallister, Fairweather ma il campo partenti è comunque di altissimo spessore con la tedesca Gose, la cinese Li Bingje, due volte sul podio a Fukuoka, la francese Kirpichnikova che ha battuto negli 800 e nei 1500 l’azzurra a Otopeni in vasca corta. Proprio dalla vasca corta (con l’inatteso e splendido oro nei 400 stile) Quadarella potrebbe aver trovato lo slancio giusto per far diventare il Mondiale in Qatar una festa.