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Rugby, Sei Nazioni 2024: l’Irlanda ai raggi X. La favorita al titolo non è orfana di Sexton

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Jack Crowley
Crowley / LaPresse

Si disputa questo weekend il secondo turno del Guinness Sei Nazioni 2024 e il fine settimana si chiuderà domenica a Dublino, quando scenderanno in campo l’Irlanda e l’Italia. Per gli azzurri quella che, sulla carta, è la sfida più dura del torneo, contro la favorita d’obbligo alla vittoria finale.

L’Irlanda è reduce dalla netta vittoria per 38-17 a Parigi contro la Francia, in quella che alla vigilia si diceva potesse essere già la sfida per il titolo. E gli irlandesi, arrivati a questo Sei Nazioni dopo la cocente delusione ai Mondiali – dove per l’ennesima volta si sono fermati ai quarti di finale – e dopo l’addio alla maglia verde della leggenda Jonathan Sexton. Insomma, tutti i presupposti per un possibile flop, ma la squadra di Andy Farrell ha dimostrato di aver già metabolizzato la sconfitta iridata e l’addio del suo capitano.

L’Irlanda si è dimostrata non essere Sexton-dipendente (a differenza, per esempio, della Francia con Antoine Dupont, ndr) e Jack Crowley ha fatto il suo lavoro più che ordinato, formando una buonissima coppia con Jamison Gibson-Park. E guardando alla trequarti, elementi come James Lowe, Bunkee Aki o Robbie Henshaw danno esperienza e qualità altissima, con giovani come Calvin Nash che si sono inseriti perfettamente nell’ormai oliato sistema irlandese. Squadra che può permettersi il lusso di far partire dalla panchina un campione come Conor Murray.

Il pack irlandese, poi, regala esperienza e peso non indifferenti, con giocatori come Andrew Porter, Tadgh Furlong, Dadgh Beirne e una terza linea con Peter O’Mahony, Josh Van der Flier e Caelan Doris che difficilmente ha qualcosa da invidiare a qualsiasi terza linea a livello mondiale. Insomma, l’Irlanda ha dato spettacolo negli ultimi due anni, è stata la squadra più forte e ha ottenuto scalpi ovunque. Il flop mondiale è stato un passo falso – figlio di tanti motivi che poco hanno a che fare con la qualità irlandese – ma era difficile immaginare un’Irlanda di colpo scarsa. E per l’Italia sarà durissima.

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