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Rugby, Sei Nazioni 2024: l’Italia torna in top 10, ma con la Francia è un’occasione buttata

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Ange Capuozzo
Capuozzo / Federugby via Getty Images

Quel pallone che colpisce il palo a tempo scaduto ha strozzato in gola l’urlo di gioia dei tifosi italiani a Lille ed un pareggio in casa della Francia è sicuramente un risultato più che positivo per il rugby azzurro. Ma il terzo turno del Sei Nazioni 2024 lascia più che l’amaro in bocca, perché ad essere onesti quella di ieri è stata un’occasione buttata via.

Un’occasione buttata via per diversi motivi. Il primo riguarda i primi 40 minuti della partita. Se è vero, oggettivamente, che la formazione francese era dominante grazie al fisico (100 chilogrammi in più in mischia facevano la differenza), dall’altra parte l’atteggiamento dei ragazzi di Gonzalo Quesada appariva rassegnato. Se è vero che in difesa gli azzurri hanno giocato benissimo, è altrettanto vero che non davano l’impressione di credere di poter colpire palla in mano. E se la meta francese era clamorosamente da annullare (e siamo alla seconda meta regalata dal TMO alla Francia, ndr) è altrettanto vero che i Bleus hanno buttato via tante occasioni per chiudere il primo tempo nettamente in vantaggio.

E questa è la seconda questione da tenere a mente. La Francia vista a Lille ieri era una squadra brutta. Molto brutta. Le assenze di Dupont e Ntamack sono pesantissime, la mediana titolare di ieri era mediocre, l’infortunio di Jalibert ha peggiorato le cose e, oggettivamente, i Bleus hanno sprecato tantissimo. Se aggiungiamo il cartellino rosso a Danty all’intervallo, la frittata per i ragazzi di Galthié era fatta. L’Italia non ne ha saputo approfittare. Quindi, al di là del pareggio ottenuto e della top 10 nel ranking mondiale, c’è veramente poco da festeggiare.

Di lati positivi, alla fine, ce ne sono, ma pochi. E sono le individualità. A spiccare è stato, ancora una volta, Tommaso Menoncello. Nonostante sia stato messo all’ala, ruolo non suo, il trequarti è stato decisivo palla in mano, ha difeso avanzando ed ha dato un contributo decisivo per tutti gli 80 minuti. Con lui ha eccelso anche Ignacio Brex, una certezza in mezzo al campo ed un leader carismatico, come si è visto nell’intervallo, quando è stato lui a parlare alla squadra. Michele Lamaro, poi, si è confermato uno dei placcatori più forti d’Europa ed è da loro tre che l’Italia deve ripartire per gli ultimi due turni del torneo.

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