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Scherma, l’Italia piange la scomparsa di Irene Camber. Primo oro olimpico al femminile nel 1952

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Irene Camber/Bizzi Federscherma

La scherma italiana è in lutto dopo aver perso la sua “Signora”. Irene Camber è morta all’età di 98 anni dopo una lunga vita di grande amore verso quello sport che l’ha portata ad entrare nella leggenda, diventando la prima schermitrice azzurra ad aver vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi.

Erano i giochi di Helsinki del 1952 con la campionessa triestina che si impose nel fioretto femminile. Una carriera straordinaria che l’ha portata a raggiungere tantissimi altri traguardi: campionessa mondiale a Bruxelles 1953, successivamente il titolo a iridato a squadre nel 1957 a Parigi ed anche il bronzo olimpico sempre con la squadra alle Olimpiadi di Roma 1960. Senza dimenticare il riconoscimento da parte del CONI con il Collare d’Oro nel 2015.

Una leggenda assoluta dello sport italiano e della scherma azzurra. Camber non ha mai abbandonato il suo mondo, restando sempre un simbolo anche per le generazioni successive. “L’insegnamento di mio padre, che io trasmetto, è che l’importante non è vincere ma vincere con onestà, senza che nessuno ti regali nulla. E ai giovanissimi schermidori dico di essere pazienti e determinati, perché il nostro sport è una lunga sfida prima con se stessi”. 

Il Presidente della Federazione Italiana Scherma, Paolo Azzi, ha lasciato un messaggio: “Infinito cordoglio di tutto il nostro mondo per la scomparsa di una straordinaria protagonista in pedana e non solo. Irene Camber è stata una leggenda della scherma ma anche un esempio autentico e lucente per tutti noi. E non ha mai smesso di esserlo, sino alla fine. Lo scorso luglio avemmo l’onore d’invitarla al Mondiale di Milano: elegante ed entusiasta come sempre, accettò e seguì la gara del suo fioretto femminile. Esultò con noi per il trionfo in finale sulla Francia e l’immagine delle nostre fiorettiste con le medaglie d’oro al collo correre da lei, per un abbraccio e una foto indimenticabile, resterà per sempre nel cuore di tutti noi”.

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