Sci Alpino

Sci alpino, l’ascesa di Teresa Runggaldier: “Sono migliorata di testa. Mio padre è stato prezioso”

Pubblicato

il

Teresa Runggaldier / Pentaphoto-Fisi

Non solo Goggia e Brignone, ma dietro alle due grandi campionesse l’Italia sta scoprendo in questa stagione delle nuove ragazze, pronte a recitare un ruolo da protagoniste in Coppa del Mondo. Teresa Runggaldier sta sicuramente vivendo il miglior momento della sua carriera, con un’improvvisa esplosione a 24 anni. La figlia d’arte del grande Peter Runggaldier ha ottenuto i primi punti in questa stagione in Coppa del Mondo, centrando anche un ventesimo posto in discesa a Cortina. Non sono poi mancati ottimi risultati anche in Coppa Europa, dove è arrivata anche la prima vittoria, e adesso con la tre giorni di Crans Montana la gardenese proverà a migliorarsi ulteriormente.

A quasi 25 anni stai ottenendo i tuoi migliori risultati in carriera, iniziando a raccogliere punti con continuità: cosa è cambiato rispetto alle passate stagioni e come hai svoltato?
“In realtà non ho cambiato tanto. Forse sono migliorata un po’ di testa e forse anche atleticamente ho lavorato meglio, ma non saprei esattamente dire cosa sia cambiato”.

Cosa ti manca per poter alzare ulteriormente l’asticella?
“Migliorare assolutamente la tecnica e riuscire a migliorare ancora tanto di testa. Sicuramente dovrò fare ancora tanta esperienza per migliorare”.

Essere figlia d’arte per te è stato più un bene o un male?
Direi più un bene. Anche se la frase “figlia di Peter Runggaldier” ora l’ho sentita quasi troppo spesso. A parte gli scherzi, mio papà mi ha sempre lasciata abbastanza tranquilla, non mi sentivo mai sotto pressione. Quando volevo allenarmi c’era lui. Quando andavo a sciare fuori magari veniva e mi correggeva. Quindi direi che è una cosa positiva”.

Il tuo punto debole e il tuo punto di forza.
“Il mio punto di forza è sicuramente il non avere paura e la capacità di attaccare sempre. Il mio punto debole è forse un po’ la mia testa, perché a volte sono in aria, ma, pensandoci, forse non è del tutto un punto debole. Sicuramente devo migliorare nell’essere più scorrevole”.

Secondo te in questi anni si è lavorato bene con le giovani o le attenzioni maggiori erano rivolte alle fuoriclasse Goggia, Brignone, Bassino, Curtoni?
“Non essendo in squadra, non so bene com’era o com’è”.

Nello sci alpino attuale si fa sempre più fatica ad emergere in giovane età, salvo rare eccezioni, e si ottengono i risultati migliori intorno ai 30 anni. Come te lo spieghi e cosa è cambiato?
“Il motivo potrebbe essere per l’aumento della quantità degli atleti ed un miglioramento generale del livello”.

Qual è la tua pista preferita?
“Non ho una pista preferita, ma mi piacciono quelle che sono ripide e ghiacciate”.

Il tuo sogno nel cassetto?
“Vincere una Coppa del Mondo”.

Da qui a fine stagione c’è un obiettivo che ti sei prefissata?
“Il mio obiettivo tecnico è quello di migliorare il cambio, mentre come risultati punto ad una top 15 in Coppa del Mondo”.

Exit mobile version