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Skeleton, Mondiali Winterberg 2024. Gli azzurri sognano il botto in una stagione senza veri padroni

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Amedeo Bagnis
Amedeo Bagnis - Lapresse

Lo skeleton si appresta a eleggere i propri campioni del mondo 2024. A Winterberg (Germania) venerdì 22 verranno conferiti i titoli individuali, mentre domenica 24 sarà la volta della prova a squadre miste. L’Italia si presenta ai Mondiali con ambizioni di rilievo; vuoi perché la stagione corrente ha regalato risultati di primissimo piano, vuoi perché lo scorso anno ci fu un lampo azzurro proprio quando vennero conferite le medaglie iridate.

Amedeo Bagnis si fregiò dell’argento a St.Moritz 2023. Ripetere l’exploit non sarà affatto semplice, nonostante poche settimane orsono abbia conseguito una storica affermazione in Coppa del Mondo, artigliata non a caso proprio nel propizio budello elvetico.

Verosimilmente, la dimensione del ventiquattrenne piemontese è quella della zona di classifica che va dal sesto al decimo posto. Issarsi più in alto, podio o meno, rappresenterebbe un risultato da giudicare positivamente. D’altronde i favoriti sono altri, così come ci sono altri outsider più quotati dell’italiano.

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Il principale papabile per l’oro è il tedesco Christofer Groother, leader della classifica generale di Coppa del Mondo, uomo da “grandi appuntamenti” come testimonia il suo palmares, e sovente a proprio agio sulla pista di Winterberg. Il trentunenne teutonico dovrà però guardarsi dalla forte concorrenza del cinese Zheng Yin, indubbiamente l’atleta più in forma del momento.

L’asiatico ha alzato esponenzialmente l’asticella nelle ultime settimane, conquistando due vittorie consecutive. Non vanno sottovalutati neppure Matt Weston e Axel Jungk. Il britannico, detentore del titolo, non ha mai dimostrato grande sintonia con Winterberg, ma il talento non è in discussione. Il tedesco, viceversa, non sta vivendo un inverno particolarmente brillante, ma l’impianto situato in Renania è uno dei suoi preferiti.

Spostando l’attenzione sull’altra metà del cielo, nel settore femminile tutti i favori del pronostico confluiscono su Kimberley Bos. Non solo perché è in testa alla classifica generale di Coppa del Mondo e perché è una delle due donne ad aver ottenuto più di un successo nell’arco dell’inverno corrente, ma anche in virtù dell’eccellente rapporto che la lega alla pista di Winterberg. La trentenne olandese ha difatti vinto le ultime 3 gare disputate in questo contesto.

Il ruolo di principali alternative spetta alle tedesche Tina Hermann e Hannah Neise, nonché alla canadese Mirela Rahneva. La prima è, come Bos, stata in grado di affermarsi 2 volte nell’inverno 2023-24. Inoltre la quasi trentaduenne teutonica è abituata ad alzare l’asticella proprio quando sono in palio le medaglie iridate (i 4 titoli individuali parlano per lei). Le ventitreenne Neise è, invece, di casa nel senso più letterale del termine. Una dinamica da non sottovalutare in una disciplina come lo skeleton, dove la conoscenza del budello è cruciale. Infine, la trentacinquenne nordamericana di origini bulgare storicamente gradisce parecchio il tracciato.

L’azzurra Valentina Margaglio partirà nel folto gruppo delle outsider, del quale fa parte anche un’altra mezza dozzina di atlete. L’obiettivo più verosimile è quello di attestarsi nella top-ten, se poi dovesse arrivare qualcosa di più (prime sei posizioni) ci sarebbe da essere soddisfatti. Alla luce dell’elevata concorrenza, la medaglia va considerata un sogno. Improbabile sicuramente, impossibile no.

Qualsiasi valutazione relativa alla prova a squadre miste di domenica potrà essere fatta sulla base dei risultati delle gare individuali. Se l’Italia dovesse rivelarsi competitiva in ambedue i settori, allora il podio non sarebbe certo una chimera. Tutto dipenderà, però, dai valori destinati a emergere venerdì.

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