Tennis
Jannik Sinner torna a Rotterdam: “Gli avversari mi rispettano di più. N.1? Passo dopo passo”
Jannik Sinner si prepara per il via ufficiale del torneo ATP 500 di Rotterdam. Il cemento indoor olandese sarà lo scenario ideale per rivedere in campo il trionfatore di Melbourne. Un esame di maturità per il numero 1 d’Italia. Dopo l’euforia per un risultato storico, ora dovrà tornare in campo e dimostrare di avere metabolizzato quanto avvenuto nel primo Major della stagione. L’altoatesino ha rilasciato una lunga intervista a Marca per l’occasione. Andiamo a conoscere i passaggi più importanti.
Il dopo-Australian Open non è stato all’insegna del relax per l’altoatesino: “Non ho potuto vedere la mia famiglia, spero di farlo dopo Rotterdam. Dopo aver vinto in Australia, sono volato a Roma. Sono stato lì due giorni e mi sono preso solo due giorni di vacanza. Anche a Roma lavoravo in palestra per mantenere la condizione fisica di Melbourne in modo da essere pronto per Rotterdam”.
Il numero uno azzurro passa poi a raccontare la differenza a livello mentale, un punto fondamentale della sua crescita: “Quando avevo sei o sette anni mi arrabbiavo, ma non direi molto. Sono sempre stato generalmente calmo. Naturalmente mi arrabbio perché a volte mi sento stanco, ma controllo bene la testa. Penso di aver fatto un salto in avanti in questo senso nelle ultime due stagioni. Mi capisco un po’ meglio. La mente è l’unica cosa che puoi controllare e direi che la sento bene”.
Jannik Sinner analizza poi il suo post-trionfo di Melbourne: “Certo, nel mio Paese c’è molta attenzione dopo Melbourne ed è bello condividere questi momenti con le persone che mi sostengono. Io, come persona, non ho cambiato nulla e anche la mia squadra non è cambiata perché sappiamo che dobbiamo migliorare se vogliamo raggiungere gli obiettivi successivi. Nell’ultima settimana mi sono allenato duramente per offrire il mio miglior tennis a Rotterdam. In questo momento questo è il mio obiettivo”.
Due titoli di Carlos Alcaraz tra US Open e Wimbledon, uno di Sinner in Australia. Si sta aprendo una nuova era? L’altoatesino è netto: “Difficile dirlo perché ci sono giocatori molto bravi. È impossibile prevedere il futuro perché tutto può succedere. Ci sono giovani che stanno giocando ad alto livello, ma abbiamo anche Daniil Medvedev e Sascha Zverev, non dimentichiamoli. È vero che io e Carlos siamo i più giovani, insieme a Holger Rune. Ognuno è diverso sia a livello di gioco che mentalmente. Ed è questa la cosa bella da vedere: non siamo uguali e ognuno è diverso dall’altro. Il futuro sarà interessante”.
Il nativo di San Candido spiega poi come sono cambiati gli avversari nei suoi confronti: “Mi rispettano di più, ma allo stesso tempo conoscono meglio me e le mie debolezze. Devo essere preparato ed è per questo che mi alleno. La maggior parte dei tennisti adesso non avrà nulla da perdere contro di me ed è qualcosa di diverso rispetto al passato perché giocheranno con meno pressione”.
La competizione con Carlos Alcaraz e Holger Rune ha reso Sinner un giocatore migliore? Secondo l’azzurro i due giovani rivali hanno segnato un passo importante nella sua crescita: “Certamente, ma non solo questi due giocatori. Ci sono altri che ti creano problemi e devi trovare soluzioni per sconfiggerli. Devo essere preparato ad affrontare qualsiasi avversario e questo ti fa venir voglia di essere più completo. Le sconfitte servono anche a rendersene conto. Ho lavorato tanto in questi mesi per migliorare e so che in futuro ci saranno momenti difficili”.
Cresciuto nell’era di Federer-Nadal-Djokovic, cos’ha preso il nostro alfiere dai “Big 3”? “Penso che il mio tennis sia simile a quello di Djokovic. Entrambi abbiamo giocato bene da fondo campo, ma abbiamo provato ad andare anche a rete. Anche il modo in cui scivoliamo sul campo è simile. Mi ritengo fortunato ad averli incontrati. Roger no, ma quando c’erano ho provato a guardare cosa facevano in palestra e fuori per imparare il più possibile”.
A questo punto, quali sono i prossimi obiettivi del “Re” di Melbourne? “Mancano tre tornei del Grande Slam e mi piacerebbe fare meglio dell’anno scorso. A Wimbledon sono arrivato in semifinale e non sarà facile migliorare. Al Roland Garros sono arrivato al secondo turno e agli US Open sono arrivato agli ottavi. Poi ci sono tornei importanti come Indian Wells, Miami, il rosso. Il numero 1? Ora sono al 4, e per essere il numero 1 devo superare diversi avversari fortissimi. Vado passo dopo passo. Spero quest’anno di poter farne uno ulteriore in avanti”.