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ATP Indian Wells, Alcaraz non lascia scampo a Medvedev e conferma il titolo

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Carlos Alcaraz
Alcaraz / LaPresse

Carlos Alcaraz vince per la seconda volta consecutiva il Masters 1000 di Indian Wells. Da quando il torneo si gioca qui, vale a dire dal 1987, solo Boris Becker, Pete Sampras, Michael Chang, Lleyton Hewitt, Roger Federer e Novak Djokovic ci erano riusciti. Battuto lo stesso avversario di un anno fa in finale, il russo Daniil Medvedev: diverso il punteggio, 7-6(5) 6-1. Si tratta, per lo spagnolo, del primo torneo vinto da Wimbledon 2023, del quinto Masters 1000 in carriera e del tredicesimo successo in assoluto su 17 finali giocate.

Alcaraz inizia con più di un errore, e nel secondo game è già palla break Medvedev, annullata con la prima. Sulla seconda chance, però, il russo risponde molto bene, e profondo, mandando fuori tempo lo spagnolo dal centro: 2-0. Il russo ha problemi alla battuta subito dopo, concedendo due opportunità di immediato rientro al suo avversario. Ne nasce un game lottato, con una terza palla del controbreak: sono più gli errori dei vincenti da ambo le parti, ma sbaglia di più Alcaraz ed è 3-0 Medvedev. Pur se il numero 4 ATP continua a spingere di dritto, manca una palla del 4-1 (doppio fallo) e, sullo slancio, subisce un paio di ottime cose del murciano: 3-2, tutto di nuovo in equilibrio. Dopo qualche gioco con buon equilibrio, nel nono ci sono lotta, qualità, una chance di break a favore di Alcaraz (clamoroso un suo punto sul vantaggio per l’avversario con dritto a chiudere dopo mille recuperi) e tanti applausi del pubblico, ma Medvedev tiene ancora. E, sul 5-4, può recriminare dopo esser stato avanti 15-30.

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Si arriva ai tie-break all’ora di gioco, ed il primo punto vale già il minibreak per lo spagnolo, che poi esalta il pubblico nel salire sul 2-0.Nessuno dei due riesce più a strappare un punto sul servizio dell’altro fino al decimo, quando l’iberico si avventa maldestramente a rete e viene passato da Medvedev: 5-5. Una risposta appena larga del russo sulla seconda di Alcaraz vale a questi il set point, sul quale è il numero 4 mondiale perde la battaglia dei dritti cambiando sì in lungolinea, ma con la palla che va larga: 7-5 Alcaraz.

Alla ripartenza è lo spagnolo a procurarsi due palle break nel secondo game, ed è sulla seconda che spreca malamente una proiezione a rete dopo esser stato molto aggressivo sulla seconda. L’appuntamento è però rinviato: Medvedev manca una palla dell’1-1, poi arrivano un gran rovescio lungolinea e un potente dritto in risposta a consegnare il 2-0 al numero 2 ATP. Il livello del russo non è più lo stesso di pochi minuti prima, e lo si vede chiaramente uscire in modo lento, ma inesorabile dalla partita. In sostanza, per Alcaraz questo significa campo libero. Medvedev, peraltro, decide di inscenare una delle sue solite scaramucce col pubblico, ma questo non serve a cambiare il destino in forma di 6-1 in un’ora e 42 minuti in totale.

La superiorità del murciano è particolarmente elevata in termini di scambi corti: ne vince 49 contro i 35 del suo avversario. Decisivo anche il 68% di punti vinti sulla seconda (15/22) contro il 45% (14/31) di Medvedev.

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