Biathlon
Biathlon, l’Italia del 2023-24 come al Fosso di Helm. Regina Vittozzi è da sola? Non da sola!
L’Italia del biathlon femminile ha archiviato un 2023-24 trionfale. Non potrebbe essere definita altrimenti una stagione durante la quale sono arrivate la Coppa del Mondo assoluta, una medaglia d’oro e due d’argento ai Mondiali, nonché due coppe di specialità.
Certo, risultati tutti firmati da Lisa Vittozzi, ma la ventinovenne di scuola friulana è la classica atleta in grado di “fare movimento da sola”. La sappadina ha finalmente concretizzato appieno il suo altissimo potenziale, raggiungendo quel picco al quale, già una decina di anni orsono, tutti si era concordi potesse ambire. La vetta in questione è quella della disciplina in sé, di cui l’azzurra è diventata la nuova numero 1.
Un ruolo occupato in passato anche da Dorothea Wierer, il cui 2023-24 sostanzialmente non è esistito. Un inverno nato sotto una cattiva stella (quella delle ripetute infezioni alle vie respiratorie) e chiuso anticipatamente senza mai davvero lasciare il segno. Un’annata che nulla aggiunge e nulla toglie alla blasonata carriera della veterana altoatesina, di cui si spera di poter raccontare nuove imprese in futuro.
A proposito di futuro, c’è fermento nel sottobosco azzurro. Sia chiaro, di “nuove Wierer” o di “nuove Vittozzi” non se ne vedono, però il settore femminile regala tanti spunti interessanti. Chapeau a Michela Carrara e alla sua capacità di aver tirato fuori gli artigli proprio nel momento in cui era finita ai margini del movimento. La ventisettenne valdostana ha disputato il miglior inverno della carriera, dimostrando di poter dire la propria anche nel circuito maggiore.
Samuela Comola ha comunque fatto il suo, mentre Beatrice Trabucchi ha rappresentato la rivelazione tricolore del 2023-24. Età ed esperienza sono differenti rispetto alle due conterranee, dinamica che implica come la parabola agonistica della valdostana sia ancora tutta da scoprire.
È mancata all’appello Rebecca Passler, afflosciatasi dopo una partenza incoraggiante, mentre Hannah Auchentaller ha dovuto fare i conti con qualche malanno di troppo. Pazienza, non tutte le ciambelle riescono con il buco e, quando non sono perfette, l’importante è ripartire da capo. La materia prima per l’impasto non manca, se il pasticcere è sapiente, saprà far meglio nell’infornata successiva.
Peraltro, alle spalle delle sette donne citate, ci sono altre ragazze con le quali è possibile impostare un discorso interessante nella prospettiva dell’avvenire. Non ci sarà la “Wierer II” o la “Vittozzi 2”, ma non per questo il domani deve preoccupare o spaventare. Soprattutto se si pensa a come la Dorothea e la Lisa originali siano ancora abili e arruolabili. Saranno in grado di fare movimento da sole, ma non sono da sole!